IL CONTO ALLA ROVESCIA
IL CONTO ALLA ROVESCIA IL CONTO ALLA ROVESCIA SABATO mattina il senatore Albert Gore ha parlato a lungo al Senato. Ha il prestigio dell'ex combattente del Vietnam, l'immagine del candidato alla presidenza. Il suo discorso è apparso come un esame di coscienza in pubblico, quasi solo domande, quasi solo un elenco di contraddizioni. E' stato il perfetto sommario dell'opinione americana in questi giorni. Possiamo dire che Saddam Hussein è Hitler, in un mondo in cui esistono le Nazioni Unite, esiste il Consiglio di sicurezza, esistono le sanzioni e ci sono le nostre truppe? Gore ha spinto la contraddizione all'estremo. Siamo impiantati nel deserto. Questa è esattamente la ragione per non fare la guerra. Ma ha annunciato il suo voto per il Presidente, accompagnandolo con 1' «appassionata speranza» che quel voto non sia necessario, che non venga usato. E così con il peso di domande che non trovano risposta, in una sequenza storica che sembra essere precipitata più per il modo in cui si sono accumulati i fatti che per il sopraggiungere di un momento di chiarezza, gli americani cominciano un week-end di paura, forse l'ultimo fine settimana di pace. L'Fbi annuncia che ha messo sotto sorveglianza gli americani di origine araba. La polizia di New York fa sapere che aeroporti, stazioni e grattacieli più importanti sono tenuti d'occhio per impedire gesti di terrorismo. I viaggi sono scoraggiati. Detto e non detto, il messaggio è «stare fermi, lasciar fare alle truppe». C'è una irreale aria da film, e si vede bene che la gente vorrebbe scuotersi questa finzione di dosso, dire «va bene, adesso torniamo al lavoro» e smettere con questo strano spettacolo. Mi sembra di individuare due sentimenti, stupore e amarezza. Ma come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto? Possibile che tra rosa e combattimento non ci sia un'altra strada? Si accumulano le domande. Perché le Nazioni Unite hanno avuto un ruolo tanto passivo? Perché il segretario generale si aggira in ritardo nel mondo con l'aria stanca di qualcuno che va a fare una cosa inutile? Perché l'organizzazione internazionale non ha una voce, una politica di cui tener conto, anche se non può avere una soluzione? Perché i grandi della politica, le voci che la gente segue e ascolta, si sono mossi, con le loro obiezioni e la loro pressione cri-
Persone citate: Albert Gore, Hitler, Saddam Hussein
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