Borse in bilico di Valeria Sacchi

Borse in bilico Borse in bilico Tengono Wall Street e Milano Grandi manovre sulle Generali VUOTO CONSUMO % VUOTO D'OFFERTA MONDIALE D'OFFERTA 0,7 13,2 5,3 2,0 17,5 11,4 0,7 34,3 2,0 2,0 40,0 5,0 0,5 40,1 1,3 A 1,3 48,0 2,7 0,6 50,2 1,2 0,5 58,2 0,9 1.6 58,2 2,8 0,3 60,2 0,5 0,7 62,1 1,1 3,7 65,1 5,7 3,0 60,4 5,0 4,2 52,4 8,0 MILANO. I mercati hanno spiato ieri incessantemente il Golfo e le mosse dei protagonisti delle trattative. La Borsa di Milano ha messo a segno nella prima ora un rialzo dell' 1 %, poi sgonfiatosi, su voci di ammorbidimento della posizione di Saddam Hussein. Umori incerti anche nelle altre piazze europe, sulle quali ha pesato la tensione nel Baltico, e l'avanzata dei carri armati russi per mettere sotto controllo Vilnius. Confusa tra Lituania e Medio Oriente, Wall Street ha esitato a lungo: dopo una perdita di tre punti in apertura, ha scommesso su un maggior ottimismo ed è salita di quasi il 2%, per poi chiudere con un rialzo dello 0,11%. Il dollaro si è mantenuto fermo: la situazione lituana e le bellicose dichiarazioni irachene gli hanno ridato la carica, facendogli superare le esitazioni dell'apertura. A Milano, la valuta americana è stata fissata a 1555,30 lire contro le 1149,50 lire di giovedì; a Francoforte si è rafforzata a 1,5353 marchi contro 1,5283 marchi precedenti; nel pomeriggio, a Londra, ha segnato 1,9060 sterline (1,9065). Sempre esitante, anche se rafforzato, l'oro che, da un venerdì all'altro, ha guadagnato 3,20 dollari l'oncia, dopo un massimo di 392,80 dollari il martedì mattina. Nel pomeriggio è stato fissato nel pomeriggio a Londra a 390,60 dollari contro i 390,55 precedenti. Un esame più attento dell'andamento del metallo nel corso della settimana, conferma però la sua vulnerabilità. L'oro, infatti, a seconda delle voci su una possibile pace o una possibile guerra, ha avuto balzi velocissimi, senza mai riuscire a innestare un vero e proprio trend al rialzo. Nonostante altre tensioni internazionali possano giocare a favore dell'oro, l'impressione è che la sua forza sia legata quasi esclusivamente alla questione del Golfo. Se quindi il conflitto non scoppierà, è probabile che il metallo possa subire un calo. Le Borse europee non hanno seguito l'indicazione di Tokyo, terminata in rialzo dello 0,84%. Tutte hanno chiuso in perdita, anche se contenuta, tra scambi piuttosto fiacchi. Dopo un'apertura baldanzosa, Parigi si è indebolita, perdendo nel finale lo 0,81%. Più stabile (—0,12%) Madrid, dove la seduta è stata caratterizzata da grande cautela: sull'indice hanno pesato i dati sull'aumento della disoccupazione in dicembre. Meno negativa (—0,08%) Francoforte, che ha risentito delle incertezze di Wall Street e di Tokyo, alle quali si sono aggiunte le gravi notizie dalla Lituania e dal Golfo. Quanto a Enrico Cuccia metano. Dovremmo predisporre questa riconversione. Individuate le contromosse, ora all'Aie non resta che attendere il conflitto. Immediatamente dopo, il segretariato notificherà l'autorizzazione per applicare concretamente le misure decise ieri. I Paesi membri avranno a disposizione 10 o 15 giorni per i dibattiti parlamentari o gli eventuali decreti, e dovranno poi valutare insieme il lavoro svolto. Non è una scadenza troppo ravvicinata, vista la complessità dei provvedimenti e le inevitabili discussioni a Roma? «Entro quel termino ce la faremo - conclude Giuseppe Bianchi - gran parte del lavoro preparatorio mi pare già svolto. E le scorte italiane superano abbondantemente i 90 giorni previsti dalla legge». Enrico Benedetto occupazione Londra, l'indice ha chiuso in calo dello 0,13%. Sul fronte azionario milanese, con un rialzo dello 0,15% e l'indice Comit a quota 510,38, piazza Affari ha chiuso ieri una settimana negativa, terminata con un calo del 2,1%. Eppure la mattinata si era aperta in bellezza, con un rafforzamento dei primi titoli chiamati: Montedison ha recuperato il 2,18%, Fiat il 2,05%, Cir il 2,3%, Pirellona 1*1,93%. Ma questi titoli nel dopoborsa hanno poi accusato flessioni. Hanno mantenuto il rialzo le Generali ( + 0,38%), fissate a 29.380 lire e assai richieste. Sul titolo della compagnia triestina si sono intensificate per tutta la mattina voci di acquisti e di spostamenti di pacchetti. Nel pomeriggio, Camillo De Benedetti ha dovuto smentire di aver ceduto la sua storica quota. In realtà, sui prezzi attuali, non solo le Generali sono decisamente convenienti, ma potrebbe essere anche oggetto di eventuali scalate. Contro questa minaccia, è assai probabile che gli azionisti «storici» di Generali, Mediobanca e Lazard si siano attivati. Da parte sua, Mediobanca ha già dichiarato di aver arrotonda to la sua partecipazione al 5,8%, di Lazard nulla si sa. In ogni caso è probabile che eventuali acquisti non vengano fatti direttamente ma attraverso finanziarie e gruppi amici, italiani ed esteri. Del resto, non è un mistero che da anni Mediobanca e i francesi di Lazard stanno cercando di creare a difesa della compagnia un «nocciolo duro». In questo senso sono sempre andati i piani (privatizzazione di Mediobanca, operazione Ambrosiano-Comit-Generali) che di volta in volta, e finora senza successo, Enrico Cuccia ha ideato. L'attuale ribasso dei corsi azionari potrebbe consentire finalmente ai due alleati di rafforzare la quota di controllo. In seguito alle voci e alle illazioni, la Consob ha chiesto giovedì a Mediobanca chiarimenti in proposito. Lo stessa richiesta era stata fatta a Lazard, subito prima di Natale. Insomma, se acquisti ci sono, hanno come scopo di rafforzare il controllo del gruppo, al fine di evitare tentazioni di scalata. Un comunicato della Consob, diramato nel pomeriggio, dopo aver confermato la domanda di informazioni, aggiunge «Gli uffici della Commissione non hanno rilevato negli ultimi mesi variazioni particolari delle quotazioni del titolo Generali rispetto all'indice Mib, così come non hanno riscontrato variazioni rilevanti nel volume dei titoli scambiati». Valeria Sacchi

Persone citate: Camillo De Benedetti, Enrico Benedetto, Enrico Cuccia, Giuseppe Bianchi, Lazard, Saddam Hussein