l'altenativa francese

4. 4. La diplomazia internazionale gioca quella che è forse l'ultima carta - la voce dell'Onu - per scongiurare la guerra nel Golfo. Dopo Washington, Mosca e Tokyo, anche l'Europa comunitaria ha conferio ieri a Perez de Cuéllar il viatico della speranza: in questo caso un piano in cinque punti che, secondo indiscrezioni di fonte francese, prevede in fasi strettamente collegate 1 ) l'inizio immediato del ritiro iracheno, 2) la garanzia occidentale di non attaccare l'Iraq durante il disimpegno, 3) il ritiro graduale della coalizione anti-Saddam, 4) il controllo dell'Onu su entrambe le smobilitazioni, infine 5) la convocazione «in tempi brevi» di una conferenza sul Medio Oriente. Alcuni punti non sono accettabili da Saddam, altri da Bush: ma non vi è altro, in queste ore decisive. Da Ginevra, dove ha incontrato ieri i ministri degli Esteri dei Dodici, il segretario generale delle Nazioni Unite è partito quindi per Baghdad con il pieno sostegno della Cee: dichiarando di non portare a Saddam Hussein «proposte concrete», ma di avere avuto in quest'ultima consultazione «un incoraggiamento totale, un appoggio pieno e tante idee utili da tenere bene a mente». Perez non va insomma con proposte nuove, ma for- Sabato 12 Gennaio 19 GINEVRA DAL NOSTRO INVIATO L'ALTERNATIVA FRANCESE MPARIGI ENTRE si svolgeva ancora l'incontro bilaterale Usa-Iraq a Ginevra, il nove gennaio scorso, il presidente francese Francois Mitterrand teneva una conferenza stampa a Parigi nella quale diceva che quanto sta accadendo in Iraq gli ricordava un po' una partita di biliardo con palle molto unte che possono scappare di mano in maniera imprevedibile. Mitterrand ha comunque proposto di cercare, grazie ai rapporti preferenziali tra Parigi e il mondo arabo, che esistono da sempre, grazie a contatti diplomatici avanzati con l'Algeria e l'Iraq stesso, di portare avanti fino all'ultimo e cioè fino al 15 gennaio, ogni iniziativa diplomatica possibile per cercare di persuadere Saddam Hussein a ritirarsi dal Kuwait. Mitterrand si proclama quindi alleato di Bush, farà intervenire la Francia nel conflitto contro l'Iraq a fianco degli Usa, ma porta avanti iniziative parallele per cercare di evitare il conflitto. Bush pareva inizialmente favorevole all'atteggiamento francese, ma dopo Ginevra lo è molto di meno. Abbiamo sentito a questo proposito due intellettuali francesi di opinioni divergenti. Lo scrittore deputato europeo, ex portavoce dell'Eliseo, Max Gallo e lo storico Jacques Le Goff. Gallo si dichiara molto favorevole a qualsiasi iniziativa diplomatica che possa scongiurare la guerra: «Senza essere un pacifista penso che si tratti di una guerra assurda, che andrebbe evitata ad ogni costo perché potrebbe portarci a dei guai senza fine. Si tratta di una medicina che non può guarire, ma soltanto aggravare la situazione. Penso che la Francia avrebbe dovuto attenersi alla politica dell'embargo e rendere più difficile la copertura dell'Onu sulla posizione americana. Mi domando se il l'atto di aver dato un ultimatum adottando la risoluzione 678 non abbia creato maggiori difficoltà impedendo ulteriori contatti. Un senatore democratico americano ha dichiarato alla Cnn: "Dov'è l'urgenza della guerra?", sono d'accordo con lui e mi chiedo perché siamo passati dall'embargo all'ultimatum». Max Gallo pensa che il presidente Mitterrand e il governo cerchino effettivamente di trovare una soluzione per la pace ma nello stesso tempo Mitterrand, che teme la superpotenza tedesca e vede disintegrarsi l'Unione Sovietica, ha scelto di essere il più vicino possibile agli americani. «In questo mo-