La sfida polacca via i russi subito

La sfida polacca: via i russi, subito La sfida polacca: via i russi, subito Falliti i colloqui al Cremlino sul ritiro e Varsavia condanna «l'invasione di Vilnius» Glasnost e mitragliatrici Il governo centrale ha deciso, sotto la pressione di forze potenti, che è finito il tempo della libera uscita. Ma gli speakers dei suoi mass media stanno dalla parte dei manifestanti e milioni di sovietici ascoltano attoniti chiedendosi fino a che punto la corda si tenderà senza rompersi. Glasnost e mitragliatrici convivono, si affacciano, attraverso gli schermi tv, nelle case di uomini che mai sono stati più incerti di oggi sul loro destino, ma che avvertono ora per la prima volta dopo l'euforia di cinque anni - che una tale convivenza non potrà durare a lungo. Il maresciallo Akhromeev, consigliere di Gorbaciov, dice secco: «Ora tutto è chiaro». E non aggiunge altro. I colonnelli che hanno costretto Shevardnadze alle dimissioni vanno già oltre. Vilnius è solo l'inizio. «Si doveva cominciare subito con tutte e tre le Repubbliche baltiche», dice il deputato Alksnis. L'opposizione democratica tace inquieta e, incredibilmente, ancora incredula di fronte allo sviluppo degli avvenimenti. Ma ieri sera, per la terza settimana consecutiva, la più popolare trasmissione tele¬ repubblica baltica. entro quest'anno, ma riteniamo che questa posizione non sia definitiva». In giornata lo stesso ministero ha diramato un comunicato molto duro, in cui si afferma: «La nostra posizione è chiara. Desideriamo che il ritiro delle truppe sovietiche dal territorio polacco cominci ancora prima dell'inizio del transito delle forze sovietiche di stanza in Germania» e che «il ritiro delle truppe sovietiche dalla Polonia termini entro la fine di quest'anno». L'incaricato d'affari sovietico a Varsavia, Lew Klepacki, è stato convocato ieri al ministero degli Esteri polacco per essere informato della preoccupazione polacca riguardo alla situazione in Lituania. Lo scrive l'agenzia di stampa «Pap». Secondo l'agenzia, oggetto del colloquio di Klepacki con il vice-ministro Jan Majewski è stata la situazione nella VARSAVIA. Walesa lancia la sfida a Gorbaciov: tutte le truppe sovietiche devono lasciare il nostro Paese entro la fine dell'anno. Le trattative per il ritiro dei cinquantamila soldati sovietici di stanza in Polonia, il cui terzo round si è concluso ieri a Mosca, sembrano essere a un punto morto, tanto che il ministero degli Esteri polacco ha precisato che «solo la Polonia può decidere se e a quali condizioni può avvenire lo spostamento di truppe sovietiche sul nostro territorio». Nei primi due incontri le parti erano riuscite a completare il 90 per cento del testo dell'accordo, riservandosi ulteriori conversazioni per fissare la data del ritiro. «Sappiamo - ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri polacco - che nei colloqui di ieri 1' Urss ha insistito per non ritirare le truppe dalla Polonia In particolare, il ministro polacco ha manifestato la preoccupazione di Varsavia per l'occupazione di Vilnius ad opera dei carri armati di Gorbaciov. Sempre ieri, la Camera (Sejm) e il Senato polacchi hanno approvato una mozione sulla situazione in Lituania in cui si dice fra l'altro che «la Lituania era uno Stato indipendente, uno degli Stati la cui esistenza è stata interrotta dallo scellerato patto tra Ribbentrop e Molotov. Si tratta dunque di un problema che ha rilevanza internazionale». «Il ricorso alla prepotenza per reprimere le aspirazioni di libertà delle nazioni - conclude la mozione del Parlamento polacco - deve far tornare alla mente i ricordi più oscuri e le più gravi preoccupazioni per gli sviluppi della situazione». [e. st.] Giuliette Chiesa

Persone citate: Akhromeev, Gorbaciov, Majewski, Molotov, Ribbentrop, Shevardnadze, Walesa