«Per Segni, Taviani era un comunista» di Giovanni Bianconi

«Per Segni, Taviani era un comunista» «Per Segni, Taviani era un comunista» rispose che contava sui carabinieri. Gli dissi di essere cauto coi carabinieri perché a loro capo c'era un ufficiale al quale io, ministro dell'Interno, per due volte, per ragioni politiche, avevo opposto il mio no alla nomina». «Domandai poi a Segni se aveva parlato del suo progetto al ministro dell'Interno, on. Taviani, da cui dipendeva la polizia. Segni reagì subito dicendo: "Non parlarmi di Taviani, che è un comunista, e quindi non posso fidarmi della polizia". Replicai che era la prima volta che sentivo dire che Taviani fosse un comunista, e che come ministro dell'Interno non aveva compiuto alcun atto che giustificasse l'accusa di Segni». [Adnkronos] parlamentari si sono accorti di non aver ricevuto il testo dell'accordo ma solo un promemoria. E una strana situazione si crea per i giudici della Procura di Roma, i quali hanno la disponibilità del documento, avendo però ricevuto la comunicazione che si tratta di atto ancora coperto dal segreto. Alla commissione stragi, che aveva chiesto di poter vedere l'accordo Cia-Sifar, il direttore del Sismi Martini aveva scritto il 18 dicembre scorso: «L'accordo, allo stato attuale, non può essere esibito in quanto bilaterale e classificato top secret, la cui declassifica è necessariamente subordinata all'assenso della con¬ troparte (da me già richiesto in data 13 dicembre 1990)». Ora quell'assenso è stato negato. Che cosa farà il presidente del Consiglio, «custode» del segreto di Stato? Una risposta potrebbe arrivare già oggi alla Camera. La questione del patto segreto tra gli 007 italiani e nord-americani è stata il prologo di una lunga seduta della commissione stragi dedicata all'interrogatorio del generale Giuseppe Cismondi, addestratore dei «gladiatori» nel Centro di Alghero tra il 1958 e il 1959, e comandante della Gladio per la «zona combat» (Italia del Nord-Est) dal '72 al '78. Un interrogatorio lungo, snervante, a tratti drammatico per le molte contraddizioni che affioravano dalle dichiarazioni dell'ufficiale. Per due volte i commissari sono stati sul punto di chiedere l'incriminazione di Cismondi per falsa testimonianza, confrontando quanto stava dicendo con le risposte a suo tempo date ai giudici veneziani. Oggetto delle contraddizioni, ancora una volta, il numero effettivo dei «gladiatori» e le armi nascoste nei depositi segreti. «Il numero esatto non me lo ricordo», ha detto in un primo momento Cismondi a proposito degli airuolati, e poi ha aggiunto: «Io ho gestito due formazioni, Stella Alpina e Stella Marina. Fra tutte e due non si arrivava Giovanni Bianconi

Persone citate: Cismondi, Giuseppe Cismondi, Taviani

Luoghi citati: Alghero, Italia