«lituani arrendetevi subito all'Urss»

Un duro ultimatum di Gorbaciov, Landsbergis chiede aiuto al suo popolo e al mondo Un duro ultimatum di Gorbaciov, Landsbergis chiede aiuto al suo popolo e al mondo «lituani, arrendetevi subita allUrss» 77 leader di Vilnius: i russi organizzano un golpe La paura: se brucia il Golfo saremo dimenticati MOSCA tum. «Dobbiamo guardare in faccia la realtà e individuare le cause di tutti i problemi». E le accuse sono subito pesanti: «Sotto il paravento della democrazia è stata seguita una politica diretta a restaurare il sistema borghese», «l'abbandono della Costituzione dell'Urss ha infranto i diritti dei cittadini», «sono stati ignorati appelli e decreti per riportare l'ordine». A questo punto, secondo Gorbaciov, al Parlameno lituano non resterebbe altro che «ripristinare immediatamente» l'autorità della Costituzione dell'Urss e abrogare tutte le «leggi anti-costituzionali» che sono state votate dopo la dichiarazione d'indipendenza dell' 11 marzo 1990. Un ultimatum molto simile fu lanciato dal capo del Cremlino già nell'aprile dello scorso anno: anzi, quell'ultimatum fu anche accompagnato dalla minaccia di un blocco economico che, puntualmente, scattò e che ridusse i lituani al razionamento. Ma quella prima fase acuta del confronto si concluse con un compromesso: una «moratoria» dell'indipendenza da parte lituana in cambio della promessa di trattative. Il nuovo ultimatum dimostra che, per il Cremlino, il tempo delle trattative è scaduto. «Mosca ha scelto la prova di forza per costringerci a rientrare nell'Unione», ha detto il vice presidente lituano, Kazimieras Motieka. «Sembra che nelle prossime ore dovremo scegliere tra l'eterna schiavitù o la difesa dell'indipendenza». Ma la difesa a quale costo, e con quali mezzi? Landsbergis e Motieka, in appelli che la radio di Vilnius rilancia ogni cinque minuti, hanno chiesto come primo «atto concreto» un nuovo appoggio internazionale. E la Comunità europea, da Lussemburgo, ha già invitato Mosca a «soddisfare le esigenze dei popoli baltici» e a «rinunciare a ogni intimidazione». Ma a Vilnius c'è chi teme il peggio. La voce di un «colpo decisivo» corre tra la gente che si ammassa nella piazza del Parlamento. C'è chi si aspetta un intervento armato e lo collega all'eventuale esplosione di una guerra nel Golfo - «allora nessuno penserà più a noi» - e c'è chi pensa che incidenti e provocazioni potrebbero scattare già lunedì, quando comincerà la «caccia ai disertori». I quasi 13 mila giovani lituani che hanno rifiutato di servire in un «esercito straniero» sono l'obiettivo di un'operazione-ricerca che rischia di far scoccare la scintilla di un grande incendio. I paracadutisti inviati da Mosca a Vilnius sono mille secondo l'ultimo comunicato ufficiale, ma i para sono comparsi ieri anche a Riga, la capitale della Lettonia, dove è la sede del comando dell'Armata del Baltico. Due colonne blindate hanno attraversato la città - in due scaglioni successivi - così come era successo 48 ore prima nella capitale lituana. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gorbaciov ha lanciato un ultimatum alla Lituania. Ha chiesto al Parlamento di Vilnius il «ritorno immediato alla Costituzione sovietica»: in altre parole, la fine della secessione, un taglio netto con la dichiarazione d'indipendenza pronunciata nel marzo scorso. Il capo del Cremlino non ha fissato scadenze precise per quella che ha definito «l'unica soluzione per salvarsi da un vicolo cieco», ma ha lasciato capire quale potrebbe essere la sua seconda mossa in caso di disubbidienza. L'imposizione del potere presidenziale diretto nella Repubblica ribelle: una specie di stato d'emergenza che trasferirebbe tutti i poteri ad un «proconsole» di Mosca. E' un'estrema minaccia politica che s'intreccia alle pressioni sul terreno affidate, da quattro giorni ormai, ai paracadutisti inviati a Vilnius. Per il presidente lituano, Vytautas Landsbergis, «è la dimostrazione che siamo alla vigilia della dittatura». «Gorbaciov ci chiede di ristabilire una Costituzione che non è più in vigore nel nostro Paese: il suo è un ultimatum come quello che Stalin lanciò nel giugno del 1940 prima dell'annessione della Lituania», ha detto Landsbergis, che ha poi invitato la popolazione a difendere il Parlamento, «simbolo dell'indipendenza», denunciando che in Lituania era stato organizzato per il 9 gennaio «un colpo di Stato da parte del pc locale fedele al pcus, in collaborazione con non-lituani sottoposti al controllo del governo federale». Quando, pòco dopo le 14, dal Cremlino è piovuto il lungo testo del «messaggio del Presidente sovietico ai deputati lituani», nel Parlamento di Vilnius era in corso una già drammatica riunione per nominare il nuovo premier dopo le dimissioni di Kazimiera Prunskiene - la scelta è caduta sul giovane economista Albertas Simenas. Proprio dall'«inasprimento della crisi» ha preso l'avvio Gorbaciov per il suo ultima¬ Soldati del ministero dell'Interno perquisiscono un'automobile lungo la strada perTskhinvali, in Georgia [FOTOAP] Enrico Singer Vi hanno trovato asilo 90 profughi, i ribelli considerano un «atto ostile» l'invio dei militari