Matthaeus doma un sorprendente Torino

Coppa Italia, in vantaggio al 3' con Martin Vazquez i granata cedono all'Inter solo negli ultimi 8 minuti Coppa Italia, in vantaggio al 3' con Martin Vazquez i granata cedono all'Inter solo negli ultimi 8 minuti Matthaeus doma un sorprendente Torino Lotharpareggia, poi decide Bergomi Il match di ritorno il 23 al Delle Alpi MILANO DAL NOSTRO INVIATO Alla rivalutazione della Coppa Italia, solitamente scipita in queste fasi intermedie, hanno partecipato tutti (meno il pubblico, 9000 spettatori o poco più) ieri a S. Siro ma in special modo Matthaeus cuore e motore dell'Inter. I nerazzurri, colpiti d'incontro in avvìo, tanto da correre altri rischi dopo la «bomba» del vantaggio granata (3') di Martin Vazquez, a 10' dalla fine sembravano rassegnati e decisi a rimandare al 23 gennaio - nel ritorno al Delle Alpi - il tentativo di capovolgere la situazione per passare ai quarti. Il palo colpito da Serena al 20', la traversa scheggiata da Klinsmann al 62' sembravano segni del destino: troppo ben protetta, e anche un po' stregata, la porta del Toro presidiata dall'ottimo Tancredi. Matthaeus però non è fatalista, ha ancora spinto i suoi in avanti cogliendo il pareggio (82') con una splendida botta bassa da media distanza. E a 2' dal termine l'ennesimo cross di Brehme trovava in Bergomi la sponda giusta per la vittoria. Grande Matthaeus e Torino di nuovo caduto nella sua «zona», quella degli sbandamenti negli ultimi 10'. L'uscita di Fusi (provatissimo e acciaccato) al 76' ha aperto un buco nel filtro granata davanti alla difesa. Chiare le colpe di Mussi e Benedetti nel pasticcio che ha aperto la strada a Lothar. Dopo, un'incertezza collettiva sull'inserimento di Bergomi. La trafila dei gol invoglia a tornare sui nefasti finali di gara del Toro, ma l'Inter aveva dimostrato salute e grinta ben prima, dal 20' in poi quando ha ritrovato stimoli e gioco, sospinta non solo da Matthaeus ma dalle puntate di Bianchi. Per il Torino sono arrivati così momenti ad alto rischio. Già detto dei due «legni» amici, in altre occasioni Sordo, Fusi e Benedetti si sono sostituiti a Tancredi sulla linea ed il portiere (21') ha dovuto guizzare sotto la traversa per togliere dalla porta una staffilata di Pizzi. Inter al completo (meno Ferri) nell'assalto finale, dopo l'in¬ UNA DOMANDA D'ATTUA Domenica, per la prima volta dopo circa un decennio, Napoli-Roma non sarà partita-scudetto: perché il Centro-Sud perde colpi? A disunità italiana contagia anche il calcio. Nord JLcc - contro Roma, fonte di ogni malvagità, sopruso, complotto. Sullo sfondo di lamentele improntate a un razzismo più o meno consapevole, c'è la cruda fotografia della situazione: mai come quest'anno la penisola del pallone è spaccata in due, i «ricchi» sopra la linea gotica, i «poveri» sotto. Dopo un decennio di gloria, Napoli-Roma di domenica prossima torna ad essere una partita anonima, senza ripercussione sullo scudetto. La crescita di Lazio e Bari è un'onda lunga che fatica a lambire le coste dell'alta classifica, presidiate con grande dispiegamento di capitali dagli squadroni nordisti: Juve, Milan, Inter e Sampdoria. Persino la «rivelazione» del campionato arriva dalla pianura padana: ò il Parma di Calisto Tanzi, che in pochi mesi di serie A si ò già messo alle spalle, al pari di Torino e Genoa, tutto il Centro-Sud, al quale appartengono ben quattro delle sei protagoniste della lotta-salvezza: Fiorentina, Pisa, Cagliari e Lecce. Un quadro desolante che as- LITÀ' sume i contorni di una costante storica: in un secolo lo scudetto è sceso sotto Bologna solo otto volte e il Centro-Sud ha vinto appena 12 edizioni (su 42) della Coppa Italia. Basilicata e Molise non sono mai state rappre. sentale in serie A, traguardo da sempre improbo per le squadre meridionali, se si pensa che in ottant'anni solo 8 formazioni del Sud hanno partecipato al massimo campionato, contro le 16 del Centro e le 30 del Nord. Una disunità che non accenna a stemperarsi quando dall'esame geografico dei club si passa a quello dei singoli giocatori. Il fenomeno-Schillaci è un acuto isolato, e comunque ci ò voluta una squadra del Nord per battezzarne l'esplosipne. E, fra i 22 azzurri dell'ultimo Mondiale, Giannini, Carnevale, Ferrara e De Napoli sono gli unici calciatori centro-meridionali ad aver trovato soldi, fama e una squadra decente vicino a casa. Il ciclo quinquennale del Na- gresso di Berti al posto di Stringare. Torino in versione straniera come annunciato, a riposo i cardini di Marassi. Lentini in campo solo negli ultimi 27' al posto di Muller, quando Skoro aveva ormai perso tutte le energie. L'alto livello atletico del match assolve anche il brasiliano che si è battuto con chiaro impegno pur se soltanto in un'occasione (56') è riuscito ad impegnare Zenga. Evitiamo di mettere sulla bilancia i due Torino - quello tutto italiano di Genova e questo -, rifiutando di cadere in una trappola troppo scoperta. Skoro per caratteristiche ormai note (spunti isolati e stop), Muller per una condizione fisica ancora imperfetta dopo gli acciacchi ripetuti e le vacanze di fine anno non sono a livello dei compagni. Martin Vazquez sta recuperando, ha battuto Zenga con una terrificante botta di destro e gli ha ancora fatto bruciare le mani, ha sbagliato passaggi, è piaciuto in alcuni disimpegni efficaci. E' sulla strada della ripresa ma è ancora lontano dalla condizione migliore. La progressiva resa della coppia di punta, da salvare per l'evidente applicazione, ha fatto pesare sempre di più la partita aumentando la spinta dell'Inter - su centrocampo e difesa. Baggio, Sordo (c'era forse un rigore su di lui, che poteva cambiare il match). Fusi (chiamato fuori nel momento cruciale per non perderlo contro la Fiorentina), Cravero e Benedetti (che lotta, con Serena) sono stati a lungo splendidi prima di pagare la fatica. L'Inter ha dimostrato grande vitalità: sarà la primavera la stagione delicata per questa squadra che giocando di forza accusa adesso meno di altre i terribili campi invernali. Per il Torino un buon test, e un gol in trasferta importante in vista del ritorno. Besta ovviamente ai granata l'amaro in bocca per i due gol subiti negli ultimi 8'. Ma i giovani che hanno ancora da imparare non perdano l'occasione di inchinarsi davanti a Matthaeus. Bruno Perucca La condanna. Bergomi, seminascosto dal palo, segna a due minuti dalla fine INTER TORINO ZENGA 6 J&gfa 1ANCREDI 7 BERGOMI 6 ANNONI 6 BREHME 6,5 BAGGIO 6,5 STRINGARA 6 FUSI 7 (54'BERTI) 6 (76'MUSSI) 6 PAGANIN 6,5 BENEDETTI 6,5 BATTISTINI 6 CRAVERO 7 BIANCHI 7 CARILLO 6 PIZZI 6 SORDO 6,5 (59'G. BARESI) 6 MULLER 6 KLINSMANN 7 (63'LENTINI) 6 MATTHAEUS 8 MARTIN VAZQUEZ 6 SERENA 6.5 SKORO 6 All.: TRAPATTONI 6,5 All.: MONDONICO 6 il gol della sconfitta granata me è successo con il Torino. Meglio attendere gli avversari a centrocampo e cercare di imporre noi l'azione di rimessa. Una tattica che a Roma può essere decisiva». Il più felice è il presidente Pellegrini. «La vittoria? - si domanda - Merito della grande forza d'animo dei miei giocatori che non si sono mai arresi e hanno reagito alia grande al gol iniziale dei granata, dando vita a una bellissima partita con pali, traverse e grandi parate di Tancredi». Alla partita ha assistito il direttore generale del Napoli, che avrebbe rinnovato la richiesta per il giovane difensore granata Domenico Baggio che potrebbe seguire l'esempio di Francini, Corradini e Crippa. Il Torino ha preso tempo per decidere ma tutto lascia intendeie che, in prestito o in via definitiva, il trasferimento si farà. [n. sor.] Arbitro: longhi 6 Reti: 3' Martin Vazquez, 82' Matthaeus, 88' Belo, 90' Berti. Spettatori: 9.962 per un incasso