Morto di alcol a trentanni Clarke dei Def Leppard

Morto di alcol a trentanni Clarice dei Def leppard Morto di alcol a trentanni Clarice dei Def leppard Possedeva 50 miliardi il chitarrista del gruppo heavy metal, assai famoso in Usa Steve Clarke chitarrista del gruppo di heavy metal «Def Leppard» LONDRA. Nell'epoca del salutismo, della ginnastica e dei muscoli esibiti sul palcoscenico dai macho rock, un'altra giovane vita è stata stroncata dal vizio eterno degli eccessi e dalla presunzione romantica dell'immortalità. E sembra di tornare indietro nel tempo, di ripercorrere le storie maledette di Elvis (pochi giorni fa è stato finalmente svelato che è morto di overdose), di Jimi Hendrix, di Jim Morrison e Janis Joplin, per non parlare dei più famosi scomparsi del mito rock. Il trentenne Steve Clarke, chitarrista del gruppo inglese di heavy metal «Def Leppard», specialmente famoso in America dov'è una macchina da hit parade, è morto dopo una nottata passata bevendo liquori. La polizia ha detto che il corpo è stato trovato dalla cameriera nella villa a tre piani che Clarke aveva recentemente comprato in Old Church Street, nel quartiere chic di Chelsea. L'ultimo disco del gruppo «Hysteria», aveva venduto quattro milioni di copie, soprattutto negli Stati Uniti; il primo, «Ali Through the Night», aveva venduto 200 mila copie sempre in Usa; il loro maggiore successo è stato «Pyromania», che aveva venduto 6 milioni di copie. Ma a differenza di molte star inglesi che hanno sfondato negli States, il gruppo continua a vivere in patria: era stato fondato dallo stesso Clarke verso la fine degli Anni 70, con altri tre ragazzi di Sheffield (terra di Joe Cocker divenuto invece americano): il cantante Joe Elliot, il contrabbassista Rick Savage e il batterista Rick Alien; nell'82 si aggiunse il chitarrista Phil Collen. Steve Clarke era figlio di un tassista di Sheffield. Soldi ai ragazzi erano arrivati quasi subito; soprattutto Clarke era diventato rapidamente miliar¬ dario, nel successo dei «Def Leppard», per esser di tutte le canzoni autore principale oltre che esecutore. Si calcola che negli ultimi anni abbia incassato almeno 20 milioni di sterline, pari a quasi 50 miliardi di lire. Tanti rapidi quattrini hanno risucchiato la sua gioventù dentro lo stress della fama e di questo lavoro, che richiede grande -ah'ezza di nervi e personalit;. ;ure, ben strutturate. Non tutti sono stati in grado di affrontare la faticosa circostanza del successo, soprattutto in passato, ma anche fra i più giovani ci sono state cadute esemplari: Boy George si era ridotto a uno straccio con l'eroina, s'è salvato dopo averlo confessato. E soprattutto nell'ambiente dell'heavy metal, furibondo di suoni e intriso di romanticismo esasperato, è facile trovare ancora musicisti con il mito della vita maledetta: gli Aerosmith, dopo aver toccato il fondo, sono andati tutti in clinica e adesso vivono di aranciata; si sa bene che circola droga pesante fra i Guns'n'Roses, altro gruppo metallaro americano di culto; e pure un membro dei nostrani Litfiba è morto non molto tempo fa, per lo stesso problema. Si tranquillizzino i genitori, però: il vizietto riguarda le star, mentre i fans di questo genere (almeno in Italia) sono di solito ragazzoni romanticoni che sfogano la loro energia e la violenza che dorme in ognuno di noi al suono di quelle chitarracce tirate. Steve Clarke, da buon inglese, aveva combattuto la sua battaglia esistenziale eccedendo nel vizietto nazionale, quello del bere. E' difficile di sera, a Londra e nella provincia inglese, trovare uno che esca dal pub completamente compos sui. «Steve aveva un grosso problema con l'alcol e io stavo cercando di aiutarlo», ha dichiarato uno dei migliori amici di Clarke, il cantante rock Ozzy Osbourne, più volte messo sotto accusa (ma con ben scarsa ragione) dai genitori americani per istigazione al suicidio di alcuni adolescenti. Clarke, per esempio, si era ubriacato forte così tante volte nel pub sotto casa sua, «The Front Page», che il personale accettava ormai di servirgli solo caffè. La polizia, dopo il ritrovamento del cadavere, ha dichiarato che della morte «non vi sono circostanze sospette»: espressione di Scotland Yard per indicare che nessuno sarà messo sotto inchiesta. Sui motivi il medico legale non si è ancora pronunciato. Ma i giornali popolari stanno anticipando il verdetto: «Today» già scrive che Clarke ha assunto «una mistura mortale di liquori e droga». Ma la verità è ancora lontana. [m. ven.l

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