Super Nato giallo sull'atto di nascita di Giovanni Bianconi
Super Nato/ giallo sull'atto di nascita Super Nato/ giallo sull'atto di nascita La base di Alghero finanziata con i soldi Cia ROMA. L'atto di nascita dell'«operazione Gladio» resta un mistero. L'accordo tra il Sifar e la Cia, siglato il 26 novembre 1956, non è agli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi, né è stato inviato dal Sismi al comitato di controllo sui servizi segreti. Probabilmente è chiuso negli armadi di Forte Braschi sequestrati dalla magistratura romana. I sigilli della Digos impediscono, per ora, la trasnmissione di quei documenti agli organismi parlamentari, e ieri mattina il procuratore della Repubblica Ugo Giudiceandrea si è recato a palazzo San Macuto per rimuovere questo ostacolo. Il comitato di controllo sugli 007, tra i suoi documenti, ha solo un appunto sull'accordo Sifar-Cia, che per di più appare «purgato». Sono quattro pagine e mezzo, scritte con una macchina da scrivere non elettronica; non l e data, non c'è intestazione sui fogli, non ci sono firme. Non si tratta, quindi, del¬ l'atto di nascita di Gladio. E c'è anche un omissis, se non si tratta di un errore. Nell'elencazione dei punti dell'accordo, dopo l'I, il 2 e il 3, si passa direttamente al 5, saltando il punto 4. Dalla lettura di altri documenti che invece sono agli atti della Commissione stragi si capisce inoltre che il patto tra il servizio segreto italiano e quello statunitense è nato da un insieme di accordi, e non da uno soltanto, che non sono mai stati inviati al Parlamento. Tutto ciò nonostante - come ha ricordato ieri il vicepresidente del comilato Tortorella - il direttore del Sismi Martini abbia comunicato al Ciis di aver trasmesso tutto quello che c'era da trasmettere sull'«operazione Gladio». Che alla base dell'esercito clandestino ci siano diversi accordi è scritto in almeno due documenti. Il primo è la relazione del Sifar del 1° giugno 1959 su «Lo forze speciali del Sifar e l'operazione Gladio». A pagina 3 si legge: «L'operazione Gladio, ol¬ treché sulle generali esigenze derivanti dalla minaccia di una emergenza o occupazione, si basa sui concetti codificati della teoria delle operazioni Stay Behind (vds allegato n. 2 nonché l'allegato n. 3 contenente la bozza del manuale S/B). Documenti fondamentali dell'operazione Gladio sono lo schema di massima sicurezza (vd. ali. n. 4) , il piano organizzativo (ali. n. 5) , il piano di sicurezza (ali. n. 6) , il programma di reclutamento (ali. n. 7), il piano degli addestramenti (ali. n. 8)». Tutti questi allegati non sono mai stati inviati agli organismi parlamentari. In un altro appunto del Sifar di pochi mesi dopo, 23 novembre 1959, si fa la cronologia dei rapporti tra il servizio italiano e quelli di altri Paesi in merito ai programmi Stay Behind. E a pagina 2 è scritto che nel novembre del 1956, «sulla base dei precedenti accordi che hanno condotto al finanziamento di oltre 300 milioni di lire da parte del Servizio Americano per la costruzione della Base Operativo-Addestrativa in Sardegna, il Servizio Italiano ed il Servizio Americano stipulano una "rielaborazione degli accordi fra il Servizio Informazioni Italiano ed il Servizio Americano relativi alla organizzazione ed alla attività della rete clandestina Stay Behind Italo-Statunitense"». Questo dimostra che la base di Alghero è stata finanziata dalla Cia, mentre nell'appunto di cui è in possesso il comitato di controllo si dice che all'Italia spettavano le spese logistiche (le strutture) e agli Usa quelle operative (istruttori e addestramenti). E si parla di «rielaborazione di accordi», sottolineando ancora una volta il fatto che sono più di uno i documenti alla base dell'«operazione Gladio». La soluzione del mistero, a questo punto, è nelle mani dei giudici romani. Giovanni Bianconi
Persone citate: Braschi, Tortorella, Ugo Giudiceandrea
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