Ciglieri, inchiesta riaperta
Ciglieri, inchiesta riaperta Ciglieri, inchiesta riaperta Il generale morì in uno strano incidente PADOVA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A quasi 22 anni di distanza, i giudici di Padova riapriranno l'inchiesta sull'incidente stradale che costò la vita all'ex comandante generale dei carabinieri Carlo Ciglieri, l'ufficiale che per primo ordinò l'inchiesta sulle deviazioni del Sifar, il Servizio segreto retto dal generale De Lorenzo. Lo ha deciso il procuratore di Padova Marcello Torregrossa, esattamente un mese dopo la sollecitazione che la figlia di Ciglieri, Annarosa, aveva indirizzato a Felice Casson. La donna, ai primi di dicembre, in un incontro con il magistrato veneziano, chiese esplicitamente la riapertura delle indagini sulla morte - per lei inspiegabile - del padre. Il generale Ciglieri, comandante della Terza Annata con sede a Padova, morì il 27 aprile 1969. La «Giulia» sulla quale viaggiava, sulla statale della Valsugana che collega il Veneto al Trentine, mentre percorreva un rettilineo molto ampio, in territorio di Curtarolo, ad una decina di chilometri da Padova, sbandò all'improvviso schiantandosi contro un platano. Il conducente, che indossava un paio di pantaloni scuri e un giubbino di pelle, di colore chiaro, venne sbalzato fuori dall'abitacolo. All'impatto, abbastanza violento, non assistette alcun testimone e i primi soccorritori non riconobbero l'uomo alla guida, che era senza documenti. Solo qualche ora dopo, nella camera mortuaria dell'ospedale, un maresciallo dei carabinieri si rese conto chi fosse la vittima. Sulla disgrazia, già fin da allora, cominciarono a gravare pesanti dubbi. Ciglieri, che aveva 57 anni, era considerato un buon guidatore («di sicuro non era uno spericolato», ha detto la figlia a Casson), ma sorprese soprattutto il fatto che quel mat¬ tino le condizioni del tempo in tutta la zona erano perfette. In più, la carcassa della «Giulia» del generale, il quale in una telefonata fatta qualche ora prima ai suoi collaboratori che lo aspettavano a Padova era apparso in buona salute, fu immediatamente sequestrata dagli uomini dei Servizi, piombati sul posto. Un altro mistero riguarda la scomparsa di una borsa in pelle, della quale non si è mai saputo il contenuto. A rivelare questo particolare fu un fotografo di Padova cui però furono sequestrati i rallini con gli «scatti» che dimostravano l'esistenza di quella borsa. Così, cinque mesi dopo l'incidente, l'inchiesta affidata all'allora sostituto procuratore Giangiacomo Covassi, fu archiviata e non si seppe più nulla sulle cause che determinarono la morte di Ciglieri. Ora, l'iniziativa della procura di Padova potrà forse svelare il mistero. Antonello Francica
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