Teheran annuncia manovre militari di Giuseppe Zaccaria

Teheran annuncia manovre militari Teheran annuncia manovre militari si. La missione Ibrahim sembra dunque accelerare il riavvicinamento bilaterale tra Iran e Iraq, che si sono fronteggiati in una sanguinosa guerra durata otto anni conclusasi con l'accettazione da parte di Baghdad - che aveva aggredito - delle ragioni di Teheran. Una marcia indietro avvenuta a metà dello scorso agosto, anche in seguito dell'avvio dell' avventura in Kuwait da parte di Saddam Hussein. La posizione dell'Iran, che finora aveva comunque appoggiato tutte le risoluzioni Onu contro Saddam Hussein e aveva fermamente condannato l'invasione irachena del Kuwait, rimane improntata a un'ambiguità di fondo. [Ansa] DOLLARI/ONCIA 391 suo cielo, i suoi mari», incalzava da Teheran un alto esponente dell'esercito, ma il capo dello Stato, Ali Khamenei, sembra smentirlo quando ripete: «La presenza di truppe straniere nei Luoghi Santi non può essere sopportata dai musulmani». Se nel cuore delle riserve petrolifere del mondo può esistere qualcosa di simile alla fibrillazione, il Medio Oriente è entrato da ieri in questa sindrome. Nell'arco di un'intera giornata, nessuna risposta ai segnali di speranza che, ora dopo ora, sembravano giungere da Ginevra, non il tempo di valutare il protrarci di quei colloqui, né la capacità di cogliervi il pur minimo spiraglio di pace. I notiziari televisivi, a Baghdad come ad Amman, a Riad o Bahrein, vanno in onda quando degli esiti dell'«incontro del secolo» nulla si poteva ancora decifrare, le radio trasmettono dappertutto comunicati di regime. Ecco perché agli spiragli che, fino alle prime ombre della sera sembravano essersi aperti nell'incontro oltremare, il Medio Oriente ha risposto solo con le minacce della propaganda e lo sferragliare dei carri armati. I tanks continuano a incrociarsi intorno ai confini iraniani, dove l'armata degli ayatollah prosegue le sue «manovre». Si muovono in minaccioso schieramento ai limiti della West Bank, dove la Giordania pensa di «resistere militarmente con tutte le forze» a un even¬ che di bagagli cominciava a farsi più fitto. «Scateneremo l'Apocalisse, le teste degli aggressori saranno tagliate e gettate nella sabbia del deserto...», gridava al microfono Yassin Ramadan, primo ministro iracheno, e intanto la Giordania chiudeva i confini, i sauditi lo spazio aereo, la Malesia, la Thailandia e le Filippine le rispettive ambasciate. «In caso di aggressione israeliana chiederemo aiuto all'Iraq e alla Siria», annuncia ad Amman il premier Moudran Badran, mentre dall'aeroporto «Queen Alia» parte un volo speciale carico di francesi, italiani, spagnoli che rimpatriavano. «L'Iran resterà neutrale se nessuno violerà il suo territorio, il Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Ali Khamenei, Badran, Queen Alia, Saddam Hussein, Yassin Ramadan