Washington: fermatevi nel Baltico

Washington: fermatevi nel Baltico Washington: fermatevi nel Baltico Mosca nega, ma il vertice è sempre più in pericolo MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «L'Unione Sovietica non ha alcuna ragione per rinviare il vertice previsto dall'11 al 13 febbraio tra il presidente americano George Bush e Michail Gorbaciov. Al contrario, noi speriamo che il summit avrà luogo secondo il calendario concordato». Vitali] Ignatenko, portavoce del capo dei Cremlino, è quasi irritato quando nella tradizionale conferenza-stampa del martedì arriva la domanda sulle voci che rimbalzano da Washington sulle «difficoltà» emerse nella preparazione dell'incontro di febbraio a Mosca. «I contatti preliminari continuano - dice Vitalij Ignatenko e la parte americana non ha manifestato l'intenzione di ritardare i tempi. I giornali possono sempre inventare delle difficoltà, noi giudichiamo sui fatti». Il tono secco della dichiarazione del portavoce di Gorbaciov lascia pochi dufibi: il Cremlino vuole far sapere che l'Urss non ha cambiato linea in politica estera, che le dimissioni di Eduard Shevardnadze USA Il gruppo che dettò le gge io rapporti tra il Cremlino e la Casa Bianca. E in questa situazione, i sovietici preferiscono sottolineare tutti i capitoli d'intesa piuttosto che esasperare le divisioni. Così Vitalij Ignatenko ha detto che «i negoziatori sovietici sono pronti a superare in tempo gli ultimi ostacoli che ancora esistono per l'accordo Start»: l'accordo sul taglio delle armi nucleari strategiche è quello che i Presidenti degli Stati Uniti e dell'Urss dovrebbero firmare a Mosca nel vertice di febbraio. Non solo. Sergheij Grigoriev, uno degli aiutanti di Gorbaciov, ha affrontato anche il capitolo Golfo per contestare un altro degli argomenti sollevati negli Usa dai sostenitopri del rinvio del vertice. «Se la crisi dovesse precipitare in un confronto aperto, il summit tra George Bush e Michail Gorbaciov sarebbe ancora più utile», ha detto Grigoriev. E Vitalij Ignatenko ha voluto ricordare che l'ultimo summit tra i due Presidenti «si è svolto a Helsinki proprio per dare una risposta comune all'aggressione dell'Iraq contro il Kuwait». [e. s.] niero dei tecnocrati