Vilnus il Cremlino segna un punto

Cresce la pressione sulla Lituania, manifestanti russi tentano l'assalto al Parlamento Cresce la pressione sulla Lituania, manifestanti russi tentano l'assalto al Parlamento w0 V V**n'us/ M Cremlino segna un punto ^l w0 V^■■dl //premier si dimette mentre sfilano i tank sovietici MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una colonna di mezzi blindati nel centro di Vilnius, un tentativo d'assalto di manifestanti filorussi contro il Parlamento lituano, il primo ministro indipendentista che vola a Mosca per incontrare Gorbaciov e che si dimette, poi, con tutto il suo governo aprendo una crisi senza precedenti. A sole 24 ore dalla decisione di inviare i paracadutisti nelle Repubbliche ribelli, la tensione ha già superato ogni limite di guardia in Lituania protagonista del primo «strappo» nella tela del potere sovietico - e cresce attimo dopo attimo in Estonia, in Lettonia, in Georgia, in Armenia, in Azerbaigian, in Moldavia dove il nuovo braccio di ferro per piegare le spinte nazionaliste è appena cominciato. Quella di ieri è stata una giornata drammatica, fatta di pressioni sul terreno, affidate alla forza d'urto dei paracadutisti inviati a «caccia di disertori», e di pressioni politiche per stringere in qualche modo la trattativa sul nuovo patto federale che le Repubbliche ribelli non vogliono firmare. Al premier lituano, Kazimiera Prunskiene, il Presidente sovietico lo ha detto chiaramente in un incontro di mezz'ora al Cremlino: Vilnius può far valere le sue ragioni soltanto all'interno del Consiglio federale - che si riunirà di nuovo sabato prossimo - e se volesse proseguire sulla strada della secessione dall'Urss dovrà, come primo atto, indire un referendum. «La richiesta del referendum Gorbaciov l'ha ripetuta tre volte nella mezz'ora di colloqio», ha detto la signora Prunskiene prima di rientrare a Vilnius dove, in serata, ha gettato la spugna presentando le dimissioni sue e di tutto il governo indipendentista. Kazimiera Prunskiene ha deciso di lasciare la guida dell'esecutivo perché il Parlamento lituano, in una seduta burrascosa, non ha ratificato il programma di aumenti dei prezzi varato dal governo. Ma la crisi è esplosa «in un tale clima di provocazioni e di intimidazioni» - per usare le parole del presidente lituano, Vytautas Landsbergis che tutto sembra parte di un'unica offensiva anti-indipendentista. Landsbergis ha invitato la signora Prunskiene a rimanere temporaneamente in carica, si è anche augurato che «almeno alcuni ministri saranno disposti a partecipare al nuovo governo». Ma la crisi che si è aperta nel fronte degli indipendentisti appare profonda. E gioca oggettivamente a favore dei disegni del Cremlino che, con l'invio dei paracadutisti, aveva voluto dimostrare chi detiene ancora il vero potere. E gli abitanti di Vilnius se ne erano accorti di persona, ieri prima dell'alba, quando una colonna di 108 mezzi militari è entrata nella città svegliando migliaia di persone con lo sferragliare dei cingolati. La colonna blindata è passata fin sotto il Parlamento per poi raggiungere una caserma della periferia. Dalle finestre, la gente ha visto sfilare tre camionettecomando seguite da 51 carri armati leggeri, sette blindati da trasporto truppe, 32 camion, quattro stazioni radio-mobili, tre autocisterne e altri mezzi d'appoggio. Sparita la colonna di paracadutisti dietro i cancelli della base militare di Vilnius, la tensione è esplosa di nuovo sotto il Parlamento che è stato circondato da alcune migliaia di manifestanti anti-indipendentisti riuniti dal movimento filorusso «Edintsvo» (unità). Proprio questa manifestazione è stata il preludio della crisi politica precipitata poi in serata. All'interno del palazzo, il presidente Vytautas Landsbergis aveva appena aperto la seduta dedicata agli aumenti dei prezzi nella Repubblica e all'invio delle truppe da parte di Mosca. Landsbergis ha subito lanciato un appello alla popolazione - ripreso dalla radio - per «difendere lo Stato indipendente e la sua Assemblea». Dai palazzi vicini, soprattutto da edifici pubblici, sono arrivate altre migliaia di persone. Per alcuni minuti at- Manifestanti tentano di assaltare il parl torno al Parlamento si è rischiato lo scontro fisico tra i due schieramenti. Un manipolo di una trentina di anti-indipendentisti è anche riuscito a sfondare una porta del palazzo e a penetrare per qualche metro nell'atrio prima di essere respinto dalla polizia lituana che è poi riuscita a riportare la calma usando anche i «cannoni ad acqua» contro i manifestanti. Ma la fino delle manifestazioni di piazza non ha allentato la tensione che è, anzi, esplosa con le dimissioni della signora Prunskiene. A questo punto è facile prevedere che il Cremlino ten-