Ultima tappa a Milano di Andrea Di Robilant

Ultima tappa a Milano Ultima tappa a Milano DeMichelis all'inviato Usa «Ce ancora uno spiraglio» MILANO DAL NOSTRO INVIATO Gli Stati Uniti sono «favorevoli» ad una iniziativa diplomatica europea prima del 15 gennaio se l'incontro di oggi a Ginevra tra James Baker e Tareq Aziz non sbloccherà la situazione. Ma solo a condizione che questo tentativo in extremis non sia in contrasto con la linea fin qui tenuta dagli alleati del fronte anti-Saddam. E' quanto ha dichiarato il segretario di Stato americano dopo il suo incontro con il ministro degli Esteri Gianni De Michelis all'aeroporto milanese della Malpensa, ultima tappa del suo giro diplomatico. «Siamo favorevoli a qualsiasi tentativo di risolvere la questione in modo pacifico - ha spiegato Baker - purché il messaggio non sia ambiguo e si rimanga uniti. In queste ore cruciali è molto importante che non vi siano segnali misti. Saddam non deve poter pensare che la scadenza del 15 gennaio non sia una scadenza assolutamente rigida». Baker, che si è fermato a Milano dopo aver fatto tappa a Parigi e a Bonn, si è detto convinto che l'atteggiamento dei Paesi occidentali schierati contro l'Iraq rimarrà uniforme, nonostante il governo francese abbia dato l'impressione di voler tentare un'iniziativa in proprio. 11 Segretario di Stato ha assicurato di essere stato informato dettagliatamente sulla recente missione dell'emissario di Mitterrand, Michel Vauzelle, che nei giorni scorsi ha incontrato il leader iracheno a Baghdad per più di cinque ore: «Ma dalle informazioni ricevute nulla mi ha portato a concludere che Saddam Hussein si sia finalmente reso conto che la comunità internazionale fa sul serio quando gli ingiunge di lasciare il Kuwait». La tappa di Milano non era prevista nel programma iniziale di Baker. A causa della ristrettezza dei tempi, il Segretario di Stato aveva chiesto a De Michelis di incontrarlo l'altro ieri a Londra, assieme al ministro degli Esteri spagnolo Ordonez e a quello lussemburghese Poos, che ha la presidenza di turno della Cee. Ma il ministro italiano ha fatto sapere che non si sarebbe recato a Londra, offrendo in cambio un incontro a Milano sulla via di Ginevra. «Alla fine ho concluso che era importante fermarmi anche in Italia», ha spiegato Baker con un sorriso dei più diplomatici. Tra Stati Uniti e Italia, comunque, esiste un pieno accordo sul fatto che il messaggio a Saddam Hussein in queste ore Il ministro degli Esteri De Michelis deve essere assolutamente chiaro: per una soluzione pacifica non esiste un'ipotesi diversa da quella di un ritiro incondizionato dell'Iraq dal Kuwait. Per un attimo si è pensato che le posizioni non fossero affatto convergenti. Proprio nel momento in cui Baker insisteva sul fatto che lo erano, De Michelis si è improvvisamente allontanato per andare a rispondere ad alcune domande in diretta per il Tgl, lasciando solo il Segretario di Stato. Ma Baker non se l'è presa più di tanto: «Per carità, non prendete questo per un segno di divergenza», ha sorriso. «Se c'è una possibilità di evitare la guerra - ha spiegato De Michelis - è legata alla capacità di trasmettere con assoluta chiarezza questo messaggio a Saddam Hussein. Il rischio di un conflitto non potrebbe che aumentare se egli avesse la sensazione che ci siano altre strade, altre vie d'uscita». Per De Michelis l'incontro di domani non sarà comunque definitivo. «C'è ancora spazio per un'iniziativa per convincere gli iracheni a lasciare il Kuwait. E del resto la Cee ha mantenuto aperto l'invito a Tareq Aziz dopo i colloqui di Ginevra». Il governo di Baghdad aveva respinto l'invito sostenendo che gli europei non avevano una posizione distinta da quella Usa. Ma De Michelis spera che Baghdad torni sui suoi passi. Andrea di Robilant