Ora si cerca un cadavere

Ora si cerca un cadavere Ora si cerca un cadavere Forse morto uno dei killer, nuove rivendicazioni BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO «Dobbiamo reagire», dice il sindaco, Benzo Imbeni. Trenta testimoni sfilano davanti agli inquirenti, aiutano le indagini sui tre carabinieri uccisi venerdì in un quartiere-ghetto. Molti hanno raccontato che «uno dei tre banditi era ferito gravemente». L'hanno visto che «perdeva molto sangue», era seduto alla guida, accasciato sul volante della Fiat Uno bianca. «Cerchiamo un cadavere», si sarebbe addirittura lasciato sfuggire uno degli investigatori. Una affermazione in ogni caso non confermata. E per adesso tutti i controlli negli ospedali sono risultati inutili. Le testimonianze hanno accompagnato la fuga dei banditi, dal Pilastro a San Lazzaro, alle porte della via Emilia, dove hanno distrutto la macchina bruciandola. Sulla Fiat sono stati rinvenuti i fori di quattro proiettili, tre sulla fiancata destra e uno sul ra¬ diatore, con traiettorie che avrebbero potuto proseguire verso l'abitacolo. Si indaga anche su un'altra vettura, una 164 targata Varese, abbandonata alle Boveri e trovata con il vetro posteriore destro infranto e con tracce di sangue sullo sportello. Gli inquirenti ora hanno anche in mano identikit - seppur vaghi - dei tre banditi. E qualche certezza comincia a delinearsi. Da un mese a questa parte, a Bologna ha agito sempre la stessa banda, in una escalation di violenza impressionante. All'inizio di dicembre, tre sicari su una Fiat uno bianca hanno ferito sette zingari in un campo vicino al Pilastro. Prima di Natale, ancora tre sicari e ancora una Fiat uno bianca, in via Gobetti, in un altro campo nomadi: due morti e due feriti. Poi la rapina a un benzinaio, poche lire da portar via e due testimoni ammazzati come cani: non manca, neppure questa volta, la solita Uno bianca. Poi, venerdì, sera l'agguato ai carabinieri nella via buia del Pila¬ Ma gli inquirenti indagano anche su altri strani episodi: a Bologna, tra ottobre e novembre scorsi, sono state rubate molte, troppe, Fiat Uno bianche, quasi che qualcuno si predisponesse un parco auto con cui firmare una serie di azioni «esemplari». Negli ultimi giorni, poi, a diverse redazioni regionali dell'agenzia Ansa sono arrivate e continuano ad arrivare moltissime rivendicazioni, firmate dalla «Falange armata», dai «Legionari della guardia di ferro» e dai «Nuclei comunisti combattenti». Quella che sembra aver suscitato maggiore interesse proviene da ambienti di estrema destra ed è giunta nella redazione di Bologna, a nome dei Legionari. Anche su questa rivendicazione non mancano comunque alcune perplessità. L'anonimo telefonista, per dimostrare la presunta paternità della strage, ha fornito una prova non verificabile: ha detto che la Fiat Uno bianca incendiata dai banditi è stata data alle fiamme con benzina stro, davanti a! mercato coperto e a pochi metri dall'ex scuola Romagnoli che da qualche mese ospita trecento extracomunitari. Tre banditi mascherati e la Uno bianca. Terrorismo o malavita? Difficile rispondere. Tre magistrati seguono le indagini. Uno, Alberto Candì, era di turno venerdì sera; un altro, Giovanni Spinosa, è il giudice che si è occupato della banda delle Coop, malviventi che arrivavano da Catania, sparavano e ammazzavano a casaccio sempre per bottini ridicoli: una decina di colpi e 260 milioni in tutto. Il terzo, infine. Libero Mancuso è il magistrato che ha svolto le difficili indagini sulla strage alla stazione e ha condotto quelle che hanno portato al blitz antidroga di Trezzano (trenta chili di eroina sequestrati, un bandito ucciso). Mafia, terrorismo e droga: sono queste le piste su cui si lavora. Ma si pensa pure a un connubio perverso, fra criminalità politica e malavita degli affari. Cossiga depone una corona di fiori nel luogo del quartiere Pilastro dov'è avvenuto l'agguato contro i tre giovani carabinieri minacce di altri attentati. A Torino, invece, ha richiamato la Falange Armata, che s'era già fatta viva sabato mattina poche ore dopo l'agguato del Pilastro. Voce maschile, accento tedesco: «Presto saprete chi siamo e perché agiamo. Voi capite solo il linguaggio militare scritto con il sangue. Questo a molti di voi fa comodo». ecologica senza piombo, un particolare che sarebbe praticamente impossibile da stabilire. Sulle altre telefonata molti dubbi. All'Ansa di V. .ano: «I nuclei comunisti combattenti rivendicano l'uccisione dei tre carabinieri di Bologna. Con questa azione intendiamo colpire i mercenari di questo Stato corporativo e fascista». Poi,

Persone citate: Alberto Candì, Benzo Imbeni, Boveri, Cossiga, Giovanni Spinosa, Libero Mancuso

Luoghi citati: Bologna, Catania, Torino, Varese