Un Cossiga fra i gladiatori
Un Cossiga fra i gladiatori Un Cossiga fra i gladiatori A Sassari, è cugino del Presidente ROMA. Lui è quello che sicuramente resterà il più celebre dei «gladiatori». Non foss'altro che per il nome che porta: Antonio Francesco Cossiga. Sì, quasi come il Presidente. Come il Capo dello Stato, di cui è lontano parente, è sardo, ma non fa politica. Il Cossiga che compare negli elenchi pubblicati ieri fa il preside a Sassari, presso la undicesima scuola media. A confermare la parentela col Presidente è la moglie che, rispondendo al telefono, dice: «Sì, sono cugini di terzo o quarto grado, forse i bisnonni erano cugini di sangue». Il professore non è in casa, «è andato a scuola per una riunione». La storia di «Gladio»? «Non ne aveva mai parlato, mai una parola, neppure con me. E non credo abbia ricevuto ancora l'avviso che la struttura è stata sciolta». Il preside, comunque, non è tra quanti (dei 53 sardi compresi negli elenchi) hanno smentito l'appartenenza alla «Gladio». I più lesti a negare ogni legame col servizio segreto parallelo sono stati: il sindaco di Golfo Aranci (Sassari), Sebastiano Barreca, 61 anni, repubblicano; il GENTE COMUNE IN QUELLE LISTE Ecosì nelle chiacchiere dei bar di Lecco, Tarcento e Sassuolo, ieri mattina non sono mancati argomenti per parlare di questi patrioti di provincia che dopo vent'anni di onorato silenzio si sono sentiti abbandonati da uno Stato che avevano deciso di servire in quel modo. Il punto della polemica è proprio questo: era giusto diffondere quell'elenco di «gladiatori qualunque», entrando nella vita di chi non è formalmente accusato di nulla? Ancora una volta i giornalisti della Rai si sentono assediati dai politici e attraverso i loro organismi sindacali - l'Usigrai e il Crd della testata - respingono le critiche di chi solleva obiezioni sull'opportunità che lo scoop sia nato in una testata dell'informazione pubblica (il consigliere de della Rai Sergio Bindi). Ma forse il problema è diverso. Gli intellettuali e i giornalisti che abbiamo interpellato si dividono infatti su un altro aspetto: se questa struttura che doveva difede- cancelliere capo della pretura di Oristano, Antonio Barberio. Leonardo Degortes, invece, istruttore di scuola guida ad Olbia, figlio di uno dei più noti allenatori di calcio isolani, dice di essere stato avvicinato negli Anni 70 ma di aver «rifiutato la proposta». La lettura degli elenchi, comunque, conferma quanto si era sospettato, cioè che la struttura spionistica (o almeno quella resa pubblica finora) era tutt'altro che irresistibile. Tra smentite, mugugni, conferme complete o «dimezzate» vengono fuori anonimi commercianti, imprenditori (come il titolare della casa vinicola Sella e Mosca), insegnanti e impiegati. Alcuni di questi addirittura non hanno neppure fatto il servizio di leva, altri non si sono mai presentati ai corsi d'addestramento. Com è successo a uno degli 8 «gladiatori» della provincia di Trento. Dice Silvano Dusevich, titolare di una profumeria e impegnato in associazioni sportive e sociali: «Mi hanno contattato poco più di un anno fa e sono, quindi, stupito di figurare tra gli elenchi. Non ho fatto neppure in tempo ad attivarmi. Comunque non ho nulla da nascondere e mi ritengo onorato della scelta fatta. In Sardegna non ci sono stato per due motivi: la breve appartenenza alla struttura e la mia paura per l'aereo. Non ci sarei proprio andato». E qualcuno, negli elenchi dato per «operativo», è morto da alcuni anni. Come uno dei sei «patrioti» della Puglia, Paolo Le Grazie, di Brindisi. Un altro, Salvatore Mineccia, di Bari, è andato in pensione e si è trasferito a Torino. Nicola Landriscina, della provincia di Foggia, ammette: «Fui avvicinato da un signore che conoscevo quando avevo più di trent'anni. Decisi di accettare per motivi ideologici e politici. Tra i più anziani, il cav. Giuseppe Landi, 70 anni, ex presidente dei paracadutisti altoatesini. E' un «veterano», addirittura il fondatore della struttura in Alto Adige che, però, non si chiamava «Gladio». «Il nostro scopo dice - era quello di organizzare una valida resistenza armata in caso di invasione del nostro Paese». Addestramenti in Sardegna? «Che formazione sarebbe stata ironizza Landi - se non fosse stata addestrata?». E gli fa eco un
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