Denunce dei soldati Usa in Germania

Denunce dei soldati Usa in Germania Denunce dei soldati Usa in Germania BONN Per alcuni si tratta di obiezione di coscienza: si tratta di professionisti che hanno scelto il mestiere, ma «la pratica è sempre molto diversa dalla teoria: questi ragazzi devono affrontare sul serio quello che finora avevano soltanto pensato come un'ipotesi». Per altri il problema è diverso. Denunciano una guerra «unfair», fatta per il petrolio degli altri. Molti poi, secondo Storner, «si sono arruolati quasi a forza, per evitare la disoccupazione e non per gusto delle armi. La maggioranza dei soldati è di estrazione modesta: la percentuale di neri, ed è un segno rivelatore, è del 25 per cento contro il dodici per cento nella società civile». , Storner racconta due «casi tipici». Bryan Centa, di stanza a Mayence, aveva accettato di andare nel Golfo in una unità sanitaria: quando gli hanno detto che avrebbe dovuto portare le armi ha fatto domanda di obiezione. Giovedì scorso Centa è stato legato mani e piedi e imbarcato su un aereo in partenza per l'Arabia Saudita. Il sergente Derrick Jones, della base di Friedburg, aveva da qualche settimana chiesto di essere esentato dal servizio per ragioni morali; di fronte alla mancanza di risposte, ha chiesto l'aiuto di un avvocato tedesco. Dopo due giorni di assenza dalla caserma, mercoledì scorso è stato messo a bordo di un aereo con destinazione il Golfo. Secondo il regolamento, infatti, un soldato può in qualunque momento chiedere di essere esentato dal servizio per ragioni di coscienza e chiedere perfino di lasciare l'esercito, ma la commissione incaricata di esaminare la sua domanda, a Washington, ha sei mesi di tempo per farlo. «Gli obiettori devono nel frattempo partire per il Golfo. Se si rifiutano rischiano il carcere», [e. n.] DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Centinaia di soldati americani di stanza in Germania hanno cercato di evitare la partenza per il Golfo ma sono stati imbarcati a forza sugli aerei, spesso con mani e piedi legati. La denuncia è di una associazione pacifista, il «Military Counseling Network» che fa capo al «Central Committee for Conscience Objection». Secondo il portavoce André Storner, dall'8 novembre sono arrivate almeno trecento telefonate di «militari disperati»: da allora si contano già una decina di casi di diserzione. Le richieste di aiuto sono ormai cinque o sei al giorno, ma secondo Storner si tratta «soltanto della punta dell'iceberg»: spesso, denuncia l'associazione, i soldati vengono trattenuti in caserma nei giorni immediatamente precedenti la partenza per evitare diserzioni.

Persone citate: André Storner, Bryan Centa, Derrick Jones

Luoghi citati: Arabia Saudita, Germania, Usa, Washington