Usa, si allarga la crisi del credito di Franco Pantarelli

Usa, si allarga la crisi del credito Usa, si allarga la crisi del credito Un «telefono amico» per300 mila risparmiatori WASHINGTON NOSTRO SERVIZIO Da venerdì nello stato americano del Rhode Island esiste una linea telefonica «calda» per chi ha bisogno di soldi. Gente che non può pagare l'affitto, che non può fare la spesa al supermercato, quelli che devono pagare i propri dipendenti e perfino quelli che non sono in grado neanche di dare la «paghetta» settimanale ai figli. Chi chiama non dovrà pagare il costo della telefonata, ma pagherà invece un interesse del 14,5% sul prestito che riceverà in 24 ore. L'iniziativa è della Bank of Boston e serve a fronteggiare (guadagnandoci, naturalmente) la chiusura di 45 banche del Rhode Island, decisa dal governatore Bruce Sundlum martedì scorso. Ad avere il conto in quelle banche sono almeno 300.000 persone, per un totale di un miliardo e 700 milioni di dollari. Ma il loro denaro è «congelato». Non possono recarsi a fare prelievi perché gli sportelli sono chiusi, non possono ritirare contante ai distributori automatici perché sono stati disattivati e non possono fare assegni perché nessuno li accetta, visto che non si possono incassare. Di colpo, 300.000 persone che ritenevano di avere dei soldi, si trovano a non poterne disporre, in pratica sono «povere». Che è successo? Perché quelle banche sono state chiuse riducendo al verde così tanta gente? Per evitare guai ancora maggiori, ha spiegato il governatore Sundlum, che oltre tutto è stato costretto a prendere questa misura come primissimo atto della sua entrata in carica. I guai maggiori sono l'insolvenza delle banche in questione e - ancora peggio - l'insolvenza del fondo federale presso cui esse sono assicurate. Il rischio, in sostanza, è che quelle banche falliscano da questione orano sull'orlo del fallimento. E poiché non si poteva consentire il fallimento, pena l'incapacità dei fondi di garanzia di intervenire, è stato necessario chiuderle provvisoriamente. Ma quanto, provvisoriamente? In concreto nessuno lo sa. Sette o otto potrebbero riaprire già domani. Bisogna vedere se i conti fatti «meglio», durante questi quattro giorni di chiusura, assicurano che il fallimento sia quantomeno rinviabile. Ma delle altre si ignora completamente il destino, così come si ignora il destino del denaro dei risparmiatori. Annunciando la chiusura delle banche, il governatore Sundlum ha anche rinnovato la promessa che la garanzia dei 100.000 dollari a testa verrà rispettata. Ma al momento nessuno è in grado di dire come quella promessa solenne verrà mantenuta. un momento all'altro e che in se guito al loro fallimento il fondo assicurativo non sia in grado di risarcire i loro correntisti. Le banche che nel 1991 sono destinate a fallire negli Usa, ha detto il responsabile dei fondi federali di garanzia William Seicbman, sono da 170 a 200. E il costo che in seguito a quei fallimenti i fondi di garanzia dovranno affrontare per rifondere i correntisti fino a 100.000 dollari ciascuno, come vuole la legge, sarà di circa 2000 miliardi di dollari. Ma in cassa, di miliardi, ce ne sono soltanto quattro. Quindi, alle previste insolvenze bancarie farà riscontro l'insolvenza dei fondi di garanzia, a meno che non si faccia qualcosa in tempo. E nel Rhode Islands la situazione sembra già molto grave. Dopo aver esaminato la situazione bancaria, hanno spiegato gli aiutanti del governatore, ci si è resi conto che le 45 banche in Franco Pantarelli

Persone citate: Rhode, William Seicbman

Luoghi citati: Rhode Island, Usa, Washington