Tre fermi, un collegamento

Tre fermi, un collegamento Tre fermi, un collegamento MILANO. Tre persone sono state fermate dai carabinieri nel Milanese, nell'ambito di una indagine sul traffico di sostanze stupefacenti. L'operazione si è svolta nei pressi di Corsico. Si era sparsa la voce che fosse collegata all'agguato di Bologna, ma per i carabinieri è solo un'ipotesi di lavoro. Si tratta invece sicuramente di un seguito dell'operazione culminata la notte di Natale in una sparatoria a Trezzano sul Naviglio in cui fu ucciso un trafficante, Pasquale Perre, 25 anni di Piatì, e ne furono arrestati altri cinque. Furono anche sequestrati trenta chili di eroina. L'operazione aveva avuto inizio quando alcuni carabinieri di Bologna, nel corso di indagini sul traffico di stupefacenti in questa città, si erano finti rapinatori di furgoni portavalori che volevano investire il loro bottino in eroina ed avevano così preso contatto con la banda di spacciatori. [Ansa] vello schizzato via. Gli altri sono contorti, imprigionati nell'abitacolo. Per terra sono rimasti frammenti di materia cerebrale e scatola cranica. Un paio di occhiali, un berretto volato via. Sette testimoni assistono alla tragica scena. I due banditi ora tornano alla macchina. La Fiat Uno sparisce nella nebbia e nel buio. La ritrovano a San Lazzaro, alle porte di Bologna, sulla via Emilia verso Rimini. E' completamente bruciata. Dell'altra macchina nessuna traccia. E' stata trovata invece un'Alfa targata Varese abbandonata vicino a Bologna, con macchie di sangue sullo sportello. In tutto hanno agito cinque banditi, forse sei. Gli inquirenti: «Erano professionisti. Freddi e spietati. Grandi tiratori, non un colpo a vuoto». Sono le stesse parole già usate per descrivere i sicari dei nomadi: due agguati, nove feriti, e due morti. Guarda caso, anche allora una Uno bianca, anche allora due killer con il passamontagna che scendono e sparano e l'altro che resta alla guida, anche allora le stesse modalità d'esecuzione, la stessa tecnica. Ma anche allora era una vendetta della mala? Non è l'unica doman¬ sbanda, Stefanini, alla guida, è colpito a morte, il volto coperto di sangue, s'accascia sul volante, la macchina travolge i cassonetti dei rifiuti, finisce con le due ruote posteriori fuori strada. La Uno bianca si ferma quaranta metri più in là, mettendosi di traverso per bloccare. I killer su questa Fiat sono in tre. Due scendono, i passamontagna calati sul volto. Avanzano, si piazzano a due metri dai carabinieri, gambe larghe e pistole in mano, e aprono di nuovo il fuoco, un rosario di colpi che squarcia il silenzio della notte. 40 proiettili. Calibro 22, una rivoltella 38 special, pistola 7,65. Pochi colpi a vuoto, una gragnuola investe i militi, trenta centrano le portiere, frantumano il parabrezza. Uno solo dei carabinieri, Moneta, che è seduto dietro, è ferito ma riesce a reagire, spara con la mitraglietta, cerca di venir fuori dalla macchina, di sgusciare dalla trappola. Colpisce la Uno al radiatore e alla fiancata destra, forse ferisce il bandito alla guida. Moneta muore coricato sull'asfalto, vicino alla portiera, crivellato di colpi, con la testa i spezzata dalle pallottole, il cer¬

Persone citate: Milanese, Moneta, Perre, Stefanini

Luoghi citati: Bologna, Corsico, Milano, Rimini, Trezzano Sul Naviglio, Varese