«Non ho firmato la pace del rublo

Il presidente della Russia critica Shevardnadze: ha piantato in asso il leader del Cremlino Il presidente della Russia critica Shevardnadze: ha piantato in asso il leader del Cremlino «Non ho firmato la pace del rublo » Eltsin riapre la polemica con Gorbaciov sul bilancio MOSCA DALLA REDAZIONE li presidente russo Boris Eltsin: la guerra del bilancio con Gorbaciov continua prio budget indipendente (che prima non esisteva). D'altro canto Gorbaciov è riuscito a trascinare a un'intesa di massima 11 repubbliche su 15. Le altre quattro (le tre baltiche e la Georgia) avevano inviato loro rappresentanti a livello dei ministri delle finanze e si sono dette disposte a firmare almeno nella forma di un «accordo diretto con l'Unione». Seppure temporaneo, è un successo delle pressioni (e delle minacce) del centro. Tant'è vero che Landsberghis ha reagito, da Oslo, con una drammatica accusa all'Occidente, che avrebbe lasciato sola la Lituania, costringendola a «capitolare» di fronte a Mosca. Il presidente lituano ha lasciato capire («già circolano voci di una sostituzione di Landsberghis») che la sua posizione sarebbe ormai minacciata perfino all'interno di Sajudis, dove crescono le critiche alla sua gestione del confronto con Mosca. Eltsin, dal canto suo, ha rivelato che un punto cruciale del dissenso tra Unione e Russia riguarda il controllo sull'emissione monetaria e che la sua richiesta è di «affidare ogni decisione in materia direttamente al Consiglio della Federazione». E' evidente che la Russia teme il dilagare incontrollato della massa monetaria, favorito da un centro alla disperata ricerca di liquidità. Eltsin ha voluto precisare anche il suo atteggiamento verso l'Unione, tema sul quale esistono dissensi anche all'interno della sua «squadra». «Non è affatto vero che noi vogliamo il dovere di elevare le condizioni di vita della nostra popolazione». E' in questione, dunque, non una manciata di miliardi, ma il potere reale e Eltsin non nasconde di puntare a questo. Per esempio garantendo sussidi statali alle imprese deficitarie che si «porranno sotto la giurisdizione russa», e negandoli a chi resterà sotto l'ombrello dell'Unione. Alle domande politiche Eltsin aveva anticipato elio non avrebbe risposto. Ma poi, nell'ora e mezza di colloquio, non si è sottratto ad alcune pepate considerazioni. A chi gli chiedeva di commentare le accuse lanciate contro di lui da Gorbaciov in Congresso e la sua «fuga» in Jakutia, Eltsin ha risposto seccamente: «Poteva aspettare tre giorni. Basti questo per far capire che la contrapposizione non viene solo dalla mia parte». Ma poi è sembrato dare una mano a Gorbaciov sulla vicenda delle dimissioni di Shevardnadze. «Non hanno certo facilitato la situazione - ha detto - e hanno impressionato molto l'opinione pubblica mondiale. Non giustifico la sua decisione. E' stato criticato, è vero. Ma allora cosa avrebbe dovuto fare Eltsin? Il fatto è che Shevardnadze ha semplicemente piantato in asso Gorbaciov». E riappare - intervistato da Moskovskaja Pravda - Aleksandr Jakovlev, l'alleato più bersagliato della squadra uscente di Gorbaciov. A difesa del presidente: «La perestrojka è solo all'inizio»; le «critiche sono spesso giuste», ma «non si devono giudicare i frammenti, bensì l'insieme». Il pericolo reale non è il golpe, ma il «sabotaggio della burocrazia». [FOTO APJ suo smantellamento. Resta sulla coscienza di Gorbaciov quello che egli ha detto in Congresso. Noi siamo per una solida Unione, di cui la Russia è parte essenziale. Si dice che indeboliremmo l'esercito. Niente affatto. Per quel terzo del bilancio militare che riguarda le spese correnti, cioè per la situazione sociale ed economica dei militari, noi siamo pronti a farci carico, proporzionalmente. Ma sugli altri due terzi cioè in tema di armamenti - noi diciamo che è necessario ridurre». «Inoltre - ha proseguito Eltsin - noi accettiamo di delegare al centro una serie di funzioni. Per esse il nostro contributo alla spesa è scontato. Ma altre funzioni sono ora di nostra competenza e abbiamo il TAGIKISTAN mn Vietati gli scioperi della fame in pubblico IN BREVE D'ora in poi, nella Repubblica sovietica del Tagikistan sarà vietato fare sciopero della fame in pubblico. Lo ha deciso il Soviet Supremo (Parlamento) repubblicano. I trasgressori saranno condannati fino a due anni di reclusione, oppure multati da mille a 5 mila rubli (da 2 a 11 milioni di lire). lAnsa] MOSCA e>«h «Gli Usa interferiscono nel Baltico» La Tass ha criticato alcune dichiarazioni di rappresentanti dei governi statunitense e danese sull'occupazione, da parte di reparti speciali, di edifici pubblici a Riga e a Vilnius, definendo le loro affermazioni una «inammissibile interferenza negli affari interni dell'Urss». Un portavoce del Dipartimento di Stato Usa aveva parlato di «azioni provocatorie». Il ministro degli Esteri danese aveva proposto che la Cee ridiscutesse gli aiuti economici all'Urss. [Ansa] VARSAVIA ■n Annunciata la lista dei ministri Il nuovo primo ministro polacco Jan Krzysztof Bielecki ha reso noti ieri i componenti del suo governo. Fra i 19 prescelti ce ne sono cinque che già facevano parte del gabinetto uscente di Mazowiecki (di Solidarnosc), accanto a personaggi praticamente sconosciuti, provenienti dal neonato partito liberal-democratico, che fa capo allo stesso Bielecki. Il premier ha promesso che opererà in stretta cooperazione con il presidente Walesa. [Agi-Api PECH bubbh «Riprendiamo la campagna per l'ateismo» Un appello a riprendere ed intensificare l'educazione dei giovani all'ateismo è stato pubblicato dal quotidiano Guangming, giornale degli intellettuali. Ieri il tribunale di Pechino ha condannato a pene detentive fra due e quattro anni sette persone implicate nel movimento di protesta dell'89. [Agi] BONN Un min nanra U Edmund Stoiber, ministro bavarese dell'Interno, sostiene che i comunisti del pds, il partito successore dello stalinista sed, sono in realtà «nient'altro che nazisti». In un'intervista Stoiber propone che il pds sia dichiarato «anticostituzionale». [Ansa] INO inistro: i comunisti come i nazisti