II chip made in Usa parte al contrattacco di Giancarlo Masini
I gruppi americani recuperano terreno I gruppi americani recuperano terreno II chip made in Usa parte al contrattacco Dopo dodici anni di predominio il Giappone cede quote di mercato SAN FRANCISCO NOSTRO SERVIZIO Access Memory) proprio quelle che avevano spinto al massimo le posizioni nipponiche. Le Dram, che sono alla base dei personal computer come dei calcolatori di grandi dimensioni nonché degli altri apparecchi della cosiddetta elettronica di consumo, costano oggi 5 dollari e un centesimo per ogni megabit di potenza, cioè un miliardo di unità di informazione. Un anno fa il costo era di 7,31 dollari. Le compagnie giapponesi che hanno perso di più sono la Nec, la Toshiba e la Hitachi. Le aziende americane che hanno guadagnato sono, soprattutto, la Intel e la Motorola. La Intel detiene oggi il 29% del mercato mondiale dei microprocessori, salendo al quinto posto, dall'ottavo che aveva, nella graduatoria mondiale. Ai primi posti restano comunque le industrie giapponesi. Contro i facili ottimismi che i dati del 1990 possono suggerire, ha messo però in guardia, parlando con i giornalisti, uno degli autori dello studio della Dataquest, Jerry Banks. «Non possiamo dire - ha affermato l'esperto - che si sia giunti ad un giro di boa per la ripresa in pieno delle aziende americane nella gara con i giapponesi, però per le industrie elettroniche degli Stati Uniti si intravede un ambiente molto più stabile e quindi molto miglore che in passato». Fra l'altro, c'è anche l'attesa per gli effetti dell'accordo tra Washington e Tokyo, firmato nei mesi scorsi, che dovrebbe portare alle imprese statunitensi di microprocessori il 20% del mercato interno giapponese. A questo commento ha fatto eco un altro noto analista di Silicon Valley, Erik Jansen della Robertson Stephens: «Non è per ora il caso di stappare bottiglie di champagne e di noleggiare una sala da ballo dopo aver visto questi dati, comunque noi americani continuiamo ad essere i massimi innovatori per quanto riguarda i sistemi per i computers ed è ciò che più conta». I giapponesi sono invece più bravi nelle produzioni di massa. Per la prima volta dopo 12 anni, le industrie elettroniche degli Stati Uniti che producono semiconduttori (chips) hanno riguadagnato ma porzione del mercato internazionale nei confronti dei giapponesi. La notizia proviene da una delle aziende di Silicon Valley che eseguono le analisi più accurate sui mercati mondiali dell'elettronica, la Dataquest. I microprocessori, realizzati per la prima volta dal fisico di origine italiana Federico Faggin a Silicon Valley, posero le aziende americane al primo posto nel mondo per quanto riguarda l'elettronica. I giapponesi capirono subito l'importanza dei nuovi dispositivi, le loro enormi possibilità tecnologiche e quindi l'immensa potenzialità del mercato. Così si lanciarono nell'impresa. I minori costi di produzione giapponesi erano dovuti non soltanto alla mano d'opera più a buon mercato e agli specifici sistemi produttivi nipponici, ma anche al fatto che le industrie giapponesi hanno pi. .uto risparmiare centinaia di milioni di dollari che le aziende occidentali e quelle americane in particolare hanno dedicato alla ricerca. Così, anno dopo anno, i «chip makers» nipponici si avvantaggiarono rispetto alle aziende americane. Negli ultimi 12 anni, le industrie' statunitensi del settore hanno perso terreno. Nel 1989 i giapponesi avevano conquistato il 52,1% del mercato dei semiconduttori. Gli americani erano scesi al 34,9%. Ora le analisi della Dataquest indicano che nel 1990 le industrie americane hanno conquistato il 36,5% del mercato mondiale dei «chips» valutato in 58 miliardi e 400 milioni di dollari. I giapponesi sono scesi al 49,5%. Nel mercato interno americano, i giapponesi hanno diminuito dal 24 al 22% la loro porzione; la vendita dei microprocessori made in Usa nel mercato interno giapponese è salita dal 9,7 al 10,4%. E' da notare che, quasi per ironia della sorte, il rallentamento giapponese è dovuto alla caduta dei prezzi sui mercati mondiali delle memorie elettroniche Dram (Dynamic Ready Giancarlo Masini
Persone citate: Erik Jansen, Federico Faggin, Jerry Banks, Robertson Stephens
Luoghi citati: Giappone, San Francisco, Stati Uniti, Tokyo, Usa, Washington
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