Patrucco di F. Ama.
Patrucco Patrucco Non si può più sbagliare Carlo Patrucco ROMA. Anche gli industriali sono preoccupati per l'inflazione. Soprattutto per quello che ci aspetta nel 1991 dopo gli aumenti decisi negli ultimi mesi che, inevitabilmente, finiranno per tradursi in una ulteriore spinta per i prezzi. Per Carlo Patrucco, vicepresidente della Confindustria, il dato del 1990 «permette di tirare un respiro di sollievo perché, nonostante tutto, la media dei dodici mesi si chiude con un tasso in linea con le previsioni del governo, anche se corrette dopo la crisi del Golfo». Tutto sommato, quindi, non c'è da allarmarsi troppo? Siamo in un momento in cui, in effetti, ci sono alcuni segnali positivi: il prezzo del petrolio si è stabilizzato, l'inflazione non è troppo sostenuta. Ora tutto dipende dalle nostre capacità di gestire il problema. Spetta, cioè, a governo, sindacati ed imprenditori dimostrare che al di là delle tensioni politiche, sappiamo mandare avanti il nostro Paese. E che siamo capaci di vincere questa guerra, che poi è quella che dovrebbe portarci in Europa. Che cosa bisogna fare ora, secondo lei? Bisogna lavorare perchè il traguardo del 5 per cento, che il governo ha fissato per il '91, possa essere raggiunto. Questo significa che deve esserci una convergenza di politiche economiche innanzitutto a livello comunitario, visto che ormai dobbiamo operare con gli altri Paesi dell'Unione economica monetaria europea. E all'interno del nostro Paese? Il primo obiettivo è attuare la politica di bilancio, cioè mantenere fede agli impegni presi all'inizio dell'anno, senza sconfinamenti della spesa pubblica. Bisogna evitare le manovre di correzione per colmare il deficit dei conti pubblici: manovre che, poi, non fanno altro che aumentare l'inflazione. E' il pericolo che corriamo ora nel 1991, dopo gli ultimi aumenti decisi a dicembre. Ed è necessaria una seria politica dei redditi e monetaria. [f. ama.]
Persone citate: Carlo Patrucco, Patrucco
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