I'inflazione resiste all'effetto Saddal

L'Istat conferma i segnali delle città-campione. Nell'anno la varia2ione dell'indice è stata del 6,1% L'Istat conferma i segnali delle città-campione. Nell'anno la varia2ione dell'indice è stata del 6,1% I/inflazione resiste all'effetto Saddam A dicembre iprezzi al 6,4% (per il '91 si teme il caro-tariffe) ROMA. Poteva andare peggio. Nonostante Saddam, gli aumenti che si sono susseguiti dopo l'estate e le compere natalizie, l'inflazione a dicembre ha rallentato la sua corsa. E ha fatto segnare il dato più basso proprio da agosto, da quando, cioè, è scoppiata la crisi del Golfo. L'aumento nell'ultimo mese è stato dello 0,4 per cento, secondo i dati Istat relativi all'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati. Un dato che segna il ritorno ai livelli di luglio e giugno, in sensibile miglioramento rispetto al + 0,7 per cento di agosto o al + 0,8 per cento di ottobre. Di conseguenza, il dato finale per il 1990 è del 6,4 per cento, contro il 6,5 registrato lo scorso novembre e nel dicembre 1989. E la media dei dodici mesi della variazione dell'indice è risultata pari al 6,1 per cento, contro il 6,6 dell'anno precedente. Insomma, c'è un leggero calo anche a livello annuo, e siamo in linea con l'obiettivo che il governo si era prefisso di raggiungere nel '90, dopo l'aumento dei prezzi del petrolio. Se per quest'anno si può parlare di scampato pericolo, nel '91 non è detto che si potrà fare lo stesso. Anzi, avvertono le associazioni di categoria, bisogna stare bene attenti a quello che potrà accadere nei prossimi mesi, dopo gli aumenti decisi dal governo. «Nonostante tutto - afferma il segretario della Fiesa Confesercenti, Gaetano Pergamo - i prodotti tradizionali nel commercio al dettaglio hanno mantenuto i prezzi sotto la media annua dell'inflazione, anche se questo trend positivo è già finito. Per il 1991 si prevede infatti un surriscaldamento dei prezzi alla produzione (aumento del costo del lavoro e dei prodotti energetici), un inasprimento della pressione fiscale e delle tariffe: tutti elementi che concorreranno certamente a dare una nuova spinta all'inflazione». E' per questo che, anche se c'è un lieve miglioramento, da parte degli italiani prevale ancora molta cautela sulla situazione economica generale e, di Anche Piazza Affari trae A A NE LA CORSA DEL CAROVITA LA CURVA DELL'INFLAZIONE DUE ANNI A CONFRONTO 1989 l'ultimo anno, questi sono «moderatamente» aumentati. Ma la metà delle famiglie ritiene che si manterranno sui ritmi attuali di crescita. I più pessimisti rappresentano il 33 per cento, quelli, cioè, che prevedono un'aumento dei prezzi a ritmi maggiori. Solo l'il per cento, invece, prevede un rallentamento. Per quel che riguarda quello che è accaduto quest'anno nei diversi capitoli di spesa, i prezzi sono cresciuti soprattutto nel settore energetico con il +13 per cento della voce elettricità e combustibili. Al secondo posto, le spese per ricreazione, spettacoli, istruzione e cultura ( + 7,7 per cento), seguite da quelle per la casa ( + 6,9 per cento), l'alimentazione ( + 6,3), articoli di uso domestico e servizi per la casa ( + 6,1), servizi sanitari e spese per la salute ( + 5,8), abbigliamento ( + 5,3), trasporti e comunicazioni ( + 4,2%). Un andamento che è stato confermato solo nelle linee generali dell'andamento di dicembre. Differiscono alcune voci come il settore energetico.

Persone citate: Gaetano Pergamo

Luoghi citati: Roma