la famiglia così è morto papa Luciani

Il Entello e la nipote rompono il silenzio: stroncato mentre leggeva un documento segreto Il Entello e la nipote rompono il silenzio: stroncato mentre leggeva un documento segreto la famiglia: così è morto papa Luciani Smentita la Santa Sede CANALE D'AGORDO DAL NOSTRO INVIATO Avvelenato dalla mafia, come immagina Francis Ford Coppola nel «Padrino parte III»? Ucciso per uri complotto, come ha scritto nell'84 David Yallop? Assassinato moralmente, come lascia intendere John Cornwell nel suo libro «Un ladro nella notte» appena pubblicato? Comunque sia, la morte di Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I, 12 anni dopo è ancora un mistero. E anche chi non ha dubbi sulle cause naturali del decesso, non può non essere turbato dalle continue rivelazioni sui 33 giorni di pontificato. John Comwell, fratello di John Le Carré, tre anni fa venne autorizzato dal Vaticano a svolgere un'inchiesta per fugare ogni dubbio sull'improvvisa morte di Giovanni Paolo I. Tutte le porte si aprirono davanti al suo block notes (anche quella di Marcinkus), ma alla fine al giornalista inglese non è rimasto che arrendersi: bugie, contraddizioni, sotterfugi l'hanno convinto che sulle ultime ore di Luciani troppi non dicono la verità. A Canale d'Agordo uno su tre ha il cognome del Papa. Sono due i parenti stretti che ebbero frequenti contatti col Pontefice. Il fratello Edoardo, 74 anni, e la nipote Pia Basso, 44 anni. Per anni hanno taciuto, convinti che «comunque sia, si è realizzato un disegno divino». Ora accetta- no di raccontare la loro verità. Edoardo Luciani: «Hanno detto che mio fratello è stato avvelenato, che era fragile, gli era stato assegnato un compito che ; non era in'grado di reggere. Storie, tutte storie. Era un montanaro, certo aveva avuto guai fisici, ma niente di grave». Quante volte l'ha visto in quei giorni? «Quattro, due pranzi e due cene». Mai notato nulla di strano? «Sì, l'ultima volta. Tre giorni prima che morisse, stavo partendo per l'Australia. Andai a trovarlo e dopo cena mi accompagnò all'ascensore. Noi non ci siamo mai baciati e abbracciati. Quella sera volle baciarmi e mi strinse a sé quando lo stavo lasciando. Piangeva quasi. Era strano, gli chiesi se stava bene, rispose sì. Me ne andai con uno strano presentimento». Negli incontri non gli ha mai manifestato preoccupazioni? «No. Diceva che il lavoro era tanto, che forse non era preparato ma che l'avrebbe svolto con serenità. Le riforme? Qualcosa mi accennò. Voleva sgravare il Papa di alcuni compiti, la lettura della corrispondenza (due valigie al giorno) ad esempio, ma non ne ebbe il tempo. Marcinkus? Mai nominato, ma una volta, poco prima dell'elezione, disse: "Purtroppo ormai anche le banche fondate da cattolici e che dovrebbero disporre di gente fidata, si appoggiano a persone che di cattolico non hanno neppure il nome"». Capodanno record S$ 60-90 compatta 15-50 compatta 30-80 compatta 80-230 farinosa 60-140 farinosa 30-190 farinosa 70-170 farinosa 60-170 farinosa 20-150 farinosa 100-220 farinosa 2000 2800 2750 3500 2700 3000 2900 2700 2700 2500 Venezia chiede i danni ai croupier in sciopero Giovanni Paolo I appena eletto abbraccia la sorella Antonia Al loro fianco il fratello Edoardo Più nitidi e importanti i ricordi della nipote, che incontrò il Papa due volte. Il giallo del ritrovamento del corpo: «Ho saputo subito che lo zio non era morto a letto, come per anni hanno sostenuto le fonti vaticane. Quella mattina prima delle 7 mi telefonò don Diego Lorenzi, il segretario. "Lo zio è morto - disse stava lavorando sulla scrivania, l'ha trovato suor Vincenza, ma diremo che era a letto e l'ha trovato padre Magee". Così da allora non abbiamo mai smentito le voci. Lo zio, contrariamente a quanto si crede, la sera andava a letto tardi. Si chiudeva in camera e fino a mezzanotte leggeva. Non libri, ma le relazioni top secret che ogni pomeriggio arrivavano dalla segreteria di Stato. In quei giorni seguiva con attenzione le relazioni che giungevano dalla Nunziatura di Panama. Lo preoccupava il Nicaragua. La sera di giovedì 28 settembre, sulla scrivania, aveva la pila di questi documenti, che stava leggendo. La luce era accesa, e il corpo non è stato rinvenuto da padre Magee, ma da suor Vincenza, la religiosa che lo accudiva da vent'anni. Dissero che l'aveva trovato un sacerdote perché non era oppurtuno che la gente sapesse che una donna entrava nella stanza del Papa». Avvelenato, assassinato moralmente, ucciso da una dose eccessiva di medicinali per sua scelta? Mai avuto questi dubbi? troppo solo. Credo che il suo segretario, don Lorenzi, non avesse sensibilità sufficiente per quell'incarico. Ma lo zio era tutt'altro che spaventato. Ricordo un giorno, interrompendo il pranzo, quando chiese a don Lorenzi se aveva svolto un lavoro in un ufficio, e il segretario rispose: "Santità, mi hanno detto che non è consuetudine, non l'ho potuto fare", lo zio posò la forchetta, lo guardò e lo gelò così: "Non m'importa se questa non è consuetudine. La inventiamo ora se occorre. Oggi pomeriggio tornerà in quell'ufficio e dirà che questa è la volontà del Papa". La sua fermezza sorprese anche me. A Venezia, con lo stesso piglio, all'epoca del divorzio non esitò a sciogliere la Fuci j (l'organizzazione degli studenti cattolici) perché una frangia era per il sì». Un Papa decisionista alla Wojtyla, dunque? «Senza dubbio. Anche se nelle udienze si commuoveva e più di qualcuno in Vaticano lo considerava inadeguato». Nessun giallo, dunque, per la famiglia? «Uno, ma di poco conto. Lo zio, eletto Papa, chiese a un monsignore veneziano di portargli il testamento che era custodito a San Marco. Poi lo distrusse, e ne scrisse un altro. Quel documento non è mai stato trovato». Forse archiviato, troppo bene, in qualche stanza vaticana. E il mistero continua. ((Assolutamente - dice Pia Basso - è impossibile che sia stato avvelenato. Non ha mai pranzato o cenato da solo. C'erano sempre i due segretari e degli ospiti. E preparava suor Vincenza. Quanto alle medicine, non sapeva neppure cosa i medici gli avessero prescritto. Era la suora a portargli le pastiglie o fargli le iniezioni». Che medicine prendeva? «Un ipotonico, vitamine, un anticoagulante per un vecchio embolo oculare. Un anno prima, quando era Patriarca, superò bene una brutta polmonite». E la tesi dell'assassinio morale? Del Papa abbandonato, in un ambiente che non conosceva e lo spaventava? «Questo è un altro discorso. Noi che lo conoscevamo sappiamo che, tempo pochi mesi, avrebbe capito tutto dell'apparato curiale. Di lui si è costruita quest'immagine perché nei pochi discorsi in pubblico aveva la voce rotta dall'emozione e parlava in modo semplice. Ma si sforzava di essere così. Aveva voluto accanto a sé una religiosa, suor Celestina, molto umile, con un compito speciale: leggere le prediche e dirgli se capiva tutto. Lo zio però aveva guanto di velluto e pugno di ferro. In quei 33 giorni forse era Flavio Corazza Partorirà i figli concepiti da un'amica ^NPLAN 0El__ 2$* CCATINA C0 lC0R0NES- ES- 11 Ja S$X BORMIO AOO.MNA 01 CAMPIGLIO VAL GARDENA

Luoghi citati: Agordo, Australia, Bormio, Nicaragua, Panama, Venezia