Il maestro era Giannettini

Il maestro era Giannettini Il maestro era Giannettini L'agente Zeta scrisse le dispense per l'istruzione dei «gladiatori» ROMA DALLA REDAZIONE Le «dispense» per istruire i «gladiatori» furono redatte da Guido Giannettini, il neo-fascista già agente del Sid inquisito per la strage di piazza Fontana. Lo ha rivelato il senatore comunista Francesco Macis agli altri com-_ ponènti "dèlia CtìnTmìs'si'one" stragi. Le «dispense», regolarmente aggiornate sino al 1971, sono ora custodite nella cassaforte della Commissione a palazzo San Macuto dopo che su di esse il Sismi ha tolto il segreto militare. Le pubblicazioni, tre in ,. itto e divise in cinque parti, sono state infatti «declassificate» di recente, il 14 novembre scorso, dal servizio segreto dell'ammiraglio Fulvio Martini, che ha annullato il «top secret» imposto in un primo tempo dal Sifar e poi dal Sid. Per il Sifar del generale De Lorenzo, l'ex agente Z aveva compilato le prime due dispense. La prima intitolata «La guerra non ortodossa» - parte prima e seconda - «L'offesa»; la seconda sempre sotto il titolo «La guerra non ortodossa», parte terza trattava della «parata e della risposta». La terza dispensa, commissionatagli dal Sid dell'ammiraglio Henke, Giannettini l'aveva dedicata alla guerriglia: descriveva nella prima parte «La guerriglia offensiva» e nella seconda quella «difensiva». All'inizio Giannettini tiene ai «patrioti» una lunga lezione di carattere politico-ideologico e spiega le tecniche usate dai marxisti-leninisti per indirizzare e dominare le masse. Scrive, tra l'altro: «La rivoluzione è l'obiettivo, il mezzo è costituito dal proletariato, con il quale i leninisti realizzano il loro ideale: trasformare la società profondamente, immettendola nella rivoluzione permanente che sostanzia l'essere e il divenire dell'universo. Tale concezione della vi- ma difficoltà e ciò sia per i limiti entro i quali he dovuto contenere gli accertamenti sia per la linea di assoluto riserbo consigliata da V.E., in relazione alla opportunità di evitare, ad ogni costo, diffusioni e pubblicità nocive. Non può procedersi quindi che per illazioni, almeno per il momento. Tenuto conto che l'ex ta, ed in particolare della società, è propria del marxismo-leninismo e la guerra rivoluzionaria è la specifica forma di lotta che i comunisti hanno scelto, codificato, attuato, per il trionfo dei loro ideali». Questo Giannettini scrive nel 1964, quando consegna agli uomini. àpLgeneysÀQ-Ue -Le-renze-le prime due dispense. Da appena un anno, dopo aver lavorato come giornalista al Secolo d'Italia, collabora alla Rivista militare su cui pubblica alcuni suoi studi, «molto apprezzati» in alcuni ambienti, sulla guerra corazzata. Solo tre anni dopo, il 18 ottobre del 1966, Giannettini verrà assunto dall'ufficio «R» del Sid «per esigenze dello Stato maggiore» con il nome in codice di agente «Zeta». Inquisito per piazza Fontana (condannato all'ergastolo in primo grado, verrà assolto in appello) l'agente Z lavora per i servizi sino alla primavera '74 quando è «bruciato» da Andreotti in un'intervista al Mondo. Latitante, si costituirà tre mesi dopo nell'ambasciata italiana a Buenos Aires. Nelle dispense Giannettini sposa le idee del generale De Lorenzo e degli altri capi del «piano Solo». Anche per l'agente Z, infatti, è importante che i «nemici» da neutralizzare vengano allontanati piuttosto che essere rinchiusi in prigione. Il piano di De Lorenzo prevedeva trasferimenti in massa nella base segreta di Capo Marrargiu, e Giannettini consiglia «campi di rieducazione appositamente costituiti e già allestiti da tempo». Tra le tecniche sovversive messe in atto dai «rossi», spiega l'agente Z ai gladiatori, c'è «la resistenza passiva; la denigrazione della classe dirigente con la calunnia; la propalazione di notizie degradanti riguardanti la condotta morale degli interessati» e persino «gli scioperi politici, le sfilate e i raduni di massa». Il generale delTArma Giorgio Manes Morì a Montecitorio poco prima di presentare il suo rapporto sul Sifar on. Schiano avrebbe incontrato il gen. de Lorenzo nel 1965 e trattato della materia, egli ne aveva avuto notizia in epoca anteriore all'incontro. Considerazione analoga può farsi per quanto riguarda il sen. Parri, riferita all'estate del 1966. Negli ambienti dell'Arma, al di fuori della cerchia di quegli ufficiali che furono interessati delle predisposizioni del giugno 1964, si parlò, specie dopo la soluzione della crisi ministeriale, di misure che erano state predisposte ma in termini non precisi e con relativo disinteresse, dato che il momento critico era ormai trascorso. E a quell'epoca lontana le voci possono essere trapelate all'esterno anche perché le misure predisposte richiedevano indubbiamente il concorso di numeroso personale al quale non poteva sfuggire la loro connessione con la difficile situazione del momento. Firmato: Il generale di Divisione, -vice Comandante generale I Giorgio Manes.

Luoghi citati: Buenos Aires, Italia, Roma