«Contati i giorni bui dell'invasione»

Baker avverte l'Iraq, e al Congresso si apre la battaglia su chi deciderà la guerra Baker avverte l'Iraq, e al Congresso si apre la battaglia su chi deciderà la guerra «Contati i giorni bui dell'invasione» Bush scrìve a Saddam WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Prendere o lasciare. Saddam Hussein ha tempo fino a domani per rispondere alla nuova offerta di George Bush di un incontro in Svizzera il 7 o il 9 gennaio tra il segretario di Stato Usa, James Baker, e il ministro degli Esteri iracheno, Tarek Aziz. Bush ha definito la sua offerta «l'ultimo tentativo» per evitare la guerra. Il governo di Baghdad ha fatto sapere che la proposta è già sotto esame e che entro oggi ci sarà una risposta. Quando, ieri mattina alle 5 e 30 ora americana, Bush ha telefonato al primo ministro inglese John Major e al presidente francese Francois Mitterrand per avvertirli della nuova mossa che stava per compiere, l'incaricato d'affari dell'ambasciata Usa a Baghdad, Joseph Wilson, si era già messo in contatto da parecchie ore con il ministero degli Esteri iracheno. Bush aveva preso la sua decisione due giorni fa. Due scadenze precise, del resto, gli imponevano di assumere una qualche iniziativa nelle primissime ore della giornata di ieri. Il 3 gennaio era l'ultima data indicata come possibile dall'amministrazione Usa per un viaggio di Baker a Baghdad per incontrare Saddam nel quadro di quelle due visite incrociate che Bush aveva proposto a sorpresa il 30 novembre scorso. Pertanto, proprio ieri, quell'iniziativa andava dichiarata ufficialmente ANCORA NON E' PACE agli occhi del loro Paese e dell'opinione mondiale, la responsabilità del conflitto. Mentre la prima diplomazia ricerca il dialogo, la seconda prepara la guerra tentando, per quanto possibile, di attribuirne la responsabilità all'avversario. E' probabile che l'iniziativa di Bush appartenga alla seconda tipologia piuttosto che alla prima. Egli ha certamente avvertito che il maggior pericolo a cui l'America deve far fronte, mentre si avvicina la scadenza del 15 gennaio, è l'isolamento. Il messaggio del Papa, i viaggi di re Hussein, l'incontro di Misurata fra Mubarak, Assad e Gheddafi, l'arrivo a Baghdad di un messo francese e la riunione comunitaria di Lussemburgo hanno valore e importanza diversi, ma lanciano a Washington uno stesso segnale. Il mondo è inquieto, impaziente, ansioso di esplorare le strade della pace e di verificare le prospettive di un negoziato. Criticato da una parte del Congresso e della propria opinione pubblica, circondato da iniziative diplomatiche che mettono in evidenza per contrasto la sua rigidità, Bush non può esimersi dal fare un gesto apparentemente conciliante. Se questo è il senso nascosto della proposta del presidente americano, non attendiamoci che Baker dia prova, in occasione dell'incontro con Aziz, di un atteggiamento diverso da quello che ha distinto in queste ultime settimane la posizione americana. Non incontrerà il ministro iracheno per trattare, ma per ricordargli ancora una volta che non v'è nulla su cui l'America sia disposta a trattare. Sara per Saddam l'ennesima prova della fermezza americana, e toccherà a lui trarne le conseguenze. Sergio Romano defunta. Bisognava sostituirla con qualcosa, altrimenti il vuoto avrebbe significato che era stata imboccata la via della guerra come unica soluzione possibile. In secondo luogo, l'agenda di Bush proponeva, per le 8 di ieri, un altro incontro con le delegazioni dei due rami del Congresso, composte dai principali esponenti della maggioranza democratica. E i democratici, nei giorni scorsi, come del resto alcuni repubblicani, avevano insistito pubblicamente sull'imprescindibilità di un incontro tra Usa e Iraq come «precondizione» prima di un'azione di forza. Bush voleva presentarsi a questo incontro con le spalle coperte, per evitare il rinfocolarsi di polemiche nella fase critica rappresentata dall'avvicinarsi della scadenza del 15 gennaio. E così, mezz'ora prima dell'incontro, ha mandato il suo portavoce Marlin Fiztwhier nella sala-stampa della Casa Bianca a fare il nuovo annuncio ai giornalisti. Poi il presidente stesso ha rilasciato una dichiarazione: «Mentre non sono in condizione di ripetere la mia vecchia offerta, rigettata da Saddam, sono pronto a fare un estremo tentativo di pa.ce. Ho pertanto offerto, attraverso l'incaricato d'affari a Baghdad, Joe Wilson, che il segretario Baker si incontri con il ministro degli Esteri Aziz in Svizzera il 7 o il 9 gennaio, mentre sarà in viaggio per consultare gli alleati. Questa offerta è soggetta alle stesse condizioni della precedente: nessun negoziato, nessun compromesso, nessun tentativo salva-faccia e nessun premio per ! l'aggressione». Più tardi, in un nuovo incon: tro con i giornalisti, Fitzwater I ha anche reso noto che Baker, in ; partenza per Europa e Arabia j Saudita il 6 gennaio, porterà con ! sé una lettera di Bush a Saddam, | che naturalmente consegnerà a i Aziz solo nel caso che l'incontro i abbia luogo. E' stato lo stesso Fii tzwater a informare la stampa j che Wilson, nel presentare la | nuova proposta Usa al viceministro degli Esteri iracheno, Hamdoon, aveva anche specificato che Bush si aspetta una risposta entro il 5 gennaio, sabato. Altrimenti anche questa offerta di un colloquio diretto decadrebbe: E Baker ha detto: «I giorni bui dell' occupazione irachena del Kuwait sono ormai contati. Si avvicina sempre più il momento in cui verrà restaurata la legittima sovranità dell'emirato arabo». I leader democratici che sono stati a colloquio con Bush non si Sono, tuttavia, complimentati con lui per la sua nuova iniziati1 va e hanno mantenuto la guarj dia alta. George Mitchell, capo' gruppo al Senato, ha annunciato i che il 102° Congresso, insediato: si proprio ieri dopo la lunga pauI sa elettorale, non andrà in vaj canza tra una settimana, come è ì prassi, fino al discorso del Presi1 dente sullo Stato dell'Unione ! (previsto per la fine del mese), e I resterà «in posizione di attesa» in modo da potersi velocemente riconvocare anche in seguito a un breve preavviso. «Sarebbe incostituzionale e altamente inappropriato - ha ripetuto Mitchell se il presidente assumesse unicamente su di sé l'autorità di impegnare la nazione in una guerra». La preoccupazione dei democratici dimostra che, al momento, la guerra viene ancora considerata lo sbocco più probabile. Un sondaggio pubblicato ieri dal quotidiano «Usa Today» rende noto che, attualmente, il 57% degli americani sarebbe favorevole a un attacco armato dopo la scadenza del 15 gennaio. La percentuale, tuttavia, dec-esce sensibilmente a mano a mano che viene preso in cosiderazione un numero crescente di perdite umane: 44% se muoiono 1000 uomini, 30% se ne muoiono 10 mila, 23% se fossero 30 mila... Si tratta quindi di un sostegno a Bush che può velocemente trasformarsi nel suo contrario. Intanto, tutti si interrogano i sulle reali intenzioni di Saddam. Yasser Arafat, secondo quanto riportato dal «New York Times», dice che né lui né il leader iracheno pretendono che la questione palestinese venga interamente risolta prima di un eventuale ritiro dal Kuwait. Ma Baghdad non ha confermato e ha anzi smentito indiscrezioni di fonte francese sull'imminenza di un ritiro spontaneo e a sorpresa. Paolo Passarmi NEW YORK. La Pan Am ha sospeso i voli per Tel Aviv e Riad a causa dell'enorme aumento del premio di assicurazione imposto dai Lloyds londinesi per il rischio di guerra che incombe su questi scali. La sospensione è valida per ora fino al 9 gennaio. Dal 10.anche gli aerei malesi diretti in Europa eviteran■ no le rotte sul Golfo [Ansa] Re Hussein di Giordania arriva a Londra con la moglie Lo attende il premier Major per un colloquio sul Golfo ?;::;>*::V:£^ IN BREVE Londra caccia iracheni Sette sono diplomatici LONDRA. Otto funzionari dell' ambasciata irachena, tra cui sette diplomatici, sono stati espulsi dalla Gran Bretagna assieme a 67 connazionali. Un portavoce del Foreign Office ha affermato che la loro presenza a Londra «non è più compatibile con l'interesse pubblico».[Ansa] Craxi: ora l'Iraq non può dire no ROMA. «Penso che a Baghdad verrà offerta una concreta e onorevole possibilità di uscire dall'attuale situazione, che la comunità internazionale ha dichiarato di non poter in nessun modo accettare, e mi auguro che la risposta non sia un irresponsabile e fanatico rifiuto, contrario agli interessi del popolo iracheno e della pace per tutti». Lo ha detto Craxi nella riunione dell'esecutivo psi. [Agi] Sospesi i voli Pan Am per Tel Aviv e Riad Vertice arabo sotto la tenda di Gheddafi TRIPOLI. Sotto la tenda di Gheddafi a Misurata, sulla costa mediterranea, si sono incontrati ieri quattro capi di stato arabi che hanno assunto posizioni diverse sulla crisi del Golfo. Oltre a Gheddafi c'erano l'egiziano Mubarak, il siriano Assad e il sudanese El Bechir. Mubarak si lamenta che Saddam abbia risposto ai suoi inviti alla ragione «solo con insulti». Gheddafi crede ancora in una soluzione pacifica della crisi e spera che i Paesi arabi riescano ad adottare una posizione comune in caso di guerra. [Ansa] Ostaggi, Iraqi Airways incassa 13 miliardi BAGHDAD. La compagnia Iraqi Airways ha guadagnato 13 miliardi di lire grazie all'evacuazione degli ostaggi stranieri: lo rende noto il direttore Hammadi sul quotidiano governativo Al Joumouriah. Hammadi precisa che la compagnia ha effettuato 90 voli verso Europa, Asia e Usa. Gli ostaggi liberati devono essere trasportati obbligatoriamente da aerei iracheni. Oggi Iraqi Airways effettua un solo collegamento internazionale di linea tra Baghdad e Amman. (Ansa] ndalo nel 1867 ESPONSABILE Roberto Rcllato I^ica Corderò di Montczcmolo Paolo Mattioli, Alberto Nicolello 2 gennaio 1991 è stata di 554-loJ copie