Versilia giorni di terrore di Sergio Miravalle

Due anziane sorelle seviziate dai rapinatori: una è morta Due anziane sorelle seviziate dai rapinatori: una è morta Versilia, giorni di terrore Asti: è morto il ragazzo di undici anni Nel diario la verità del baby suicida Le donne non hanno voluto dire ai banditi dove nascondevano 100 milioni In poche settimane attentati e una lunga serie di omicidi: è emergenza VIAREGGIO NOSTRO SERVIZIO Colpo dopo colpo nella Versilia scossa dalla paura cominciano a delinearsi i contorni di una violenza a tre facce. C'è quella ideologica che si esprime con le bombe a tralicci elettrici e case estive; quella della criminalità organizzata, spietata nella lotta interna fra membri di bande rivali e ormai in chiaro odore di mafia. C'è infine quella rudimentale e primitiva di balordi isolati che si aggirano sui monti in cerca di casolari abitati da vecchi indifesi. Vogliono i soldi nascosti sotto travi o nelle botticelle senza vino: per averli sono disposti ad uccidere. Di sdito non usano pistole né bastoni, le loro armi di persuasione sono calci, pugni, bavagli e legacci. Nelle incursioni avvenute negli ultimi mesi hanno rimediato qui e là una decina di milioni, ma domenica scorsa una vecchia ha preferito morire piuttosto che rivelare loro il nascondiglio segreto del suo tesoro. A Metato, una piccola frazione sui monti di Camaiore, la barbarie si è consumata fra le misere mura di una sorta di stalla dove due sorelle vivevano insieme a polli, capre e conigli. Cento milioni avevano accumulato faticosamente pascolando e zappando Elisa e Fernanda Moriconi, 77 anni la prima, 79 la seconda, nu¬ spinto il bimbo a cercare la morte. Il diario, che conterrebbe alcune pagine toccanti sul rapporto d'amore tra il figlio e la madre, riunitisi in Italia un anno dopo il matrimonio della donna, è stato sequestrato dalla magistratura astigiana, che ha aperto un'inchiesta. Bisognerà anche stabilire come Patrjk sia riuscito a procurarsi la sostanza chimica, un antiparassitario di prima classe, la cui vendita è sottoposta a numerose regole restrittive. Forse è la stessa sostanza con cui il ragazzo ad ottobre avrebbe avvelenato i due cani della famiglia. Patrjk aveva avuto notevoli e comprensibili problemi di inserimento nella vita del piccolo paese dell'Astigiano. Ma in poco tempo era riuscito a imparare discretamente l'italiano e a scuola aveva un ottimo rapporto con i compagni. Forse la nostalgia della Polonia lo aveva indotto qualche mese fa ad una fuga, conclusasi nelle campagne attorno a Castell'Alfero. Per una notte intera decine di persone del paese lo avevano cercato, temendo una disgrazia. La mattina del 19 dicembre il ragazzo è stato trovato rantolante alla fermata dello scuolabus. Pochi minuti prima aveva ingerito l'antiparassitario attuando il suo tragico e inspiegabile proposito. bili entrambe. Lì sul monte, una settantina di case e un'osteria, tutti sapevano di quei risparmi. Dicevano le sorelle: «Piuttosto che dire dove li nascondiamo preferiamo morire». Ottuse e ostinate, convinte che il loro silenzio potesse in qualche modo proteggerle, nonostante avessero già subito due irruzioni e due furti mai avevano provveduto a rendere più sicuro l'accesso alla povera abitazione. I banditi sono entrati senza problemi e di quei loro vecchi corpi hanno fatto uno scempio. Elisa è morta dopo una breve agonia, Fernanda è in fin di vita all'ospedale di Viareggio. «Erano due belve» ha detto ai soccorritori prima di perdere completamente conoscenza. Sconfitti, nonostante tutto, prima di fuggire i malviventi le hanno legate e imbavagliate. Ma il denaro è rimasto lì, in fondo a una botticella sistemata persino in modo visibile in un angolo della stanza. E' questo il secondo omicidio a Viareggio nello spazio di sette giorni. La vigilia di Natale infatti le acque di un fosso hanno restituito il cadavere di un morto ammazzato, Marco Palma, 29 anni, rinchiuso in un sacco di plastica. Ultimo atto di una guerra fra le bande locali che si contendono il dominio del territorio per lo spaccio di droga, il redditizio giro della prostituzione, forse la riscossione di tan¬ genti a imprenditori con la bocca cucita. I magistrati ammettono la mancanza di prove ma non lo escludono: sulla Versilia sta per posarsi la lunga mano della mafia. «In questo senso stiamo lavorando» dice laconico il dottor Augusto Lama. Intanto i pescherecci bruciano, le ville saltano in aria con la frequenza di una al mese. «Ma le bombe sono un'altra cosa - sostiene il sostituto procuratore di Lucca Domenico Manzione -, collegarle con l'attività delle bande è sbagliato. La tipologia degli attentati non lascia dubbi. Il fenomeno ha due origini: quella ecologica che spiega l'attacco ai tralicci Enel e quella politica degli attentati contro le case sfitte in inverno in una zona dove molta gente casa non ne trova». Restano le sparatorie per strada; i morti, due boss, freddati nei locali pubblici; la bomba lanciata in una pizzeria piena di gente; le rapine, dieci solo nelle feste natalizie, messe a segno in altrettanti negozi del centro. Inequivocabilmente provata è la guerra tra le bande: da una parte il catanese trentacinquenne Carmelo Musumeci, dall'altra lo spezzino nativo dell'Aquila Ludovico Tancredi, 38 anni. Del primo sarebbe il controllo del territorio versiliese, del secondo quello massose. ASTI. E' morto dopo dieci giorni di agonia Patrjk Hajnowski, il bambino polacco di 11 anni che aveva bevuto una forte dose di anticrittogamico, dopo aver «annunciato» sul diario scolastico l'intenzione di uccidersi. Il ragazzino ha lottato tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Asti. E' stato stroncato da un collasso la sera di domenica. Le sue condizioni sono apparse gravissime fin dall'inizio, non ha mai ripreso conoscenza e i medici avevano giudicato il suo coma irreversibile. Al capezzale la madre Malgorzata, 31 anni, casalinga, polacca, sposata dal 1988 con un elettricista di 36 anni, Guglielmo Furia. La famiglia abita in una bella casa in strada Pantrovato nel Comune di Castell'Alfero, un paese a dieci chilometri da Asti, lungo la statale per Casale Monferrato. Dal 19 dicembre le tapparelle della villa sono abbassate, il grande albero di Natale è spento. Il tragico gesto di Patrjk ha sconvolto la vita del pac^e. Oggi pomeriggio ai funerali ci saranno i suoi compagni della quinta classe elementare, il parroco don Piero Gagliardi che lo aveva a lezione di catechismo e il sindaco Luciano Avidano, il cui figlio era nella stessa classe del ragazzino polacco. Tutti si interrogano sui motivi nascosti che possono avere Donatella Bartolini Sergio Miravalle

Luoghi citati: Asti, Camaiore, Casale Monferrato, Comune Di Castell'alfero, Italia, Metato, Polonia, Viareggio