Il padre di Augusto sfida la linea dura di P. S.

De Megni contro il giudice: stiamo trattando con i rapitori per liberare mio figlio, ora tutto è più difficile De Megni contro il giudice: stiamo trattando con i rapitori per liberare mio figlio, ora tutto è più difficile Il padre di Augusto sfida la linea dura Si oppone al blocco dei beni «Per noi è proprio una tegola sulla testa», dice Dino De Megni. Suo figlio, Augusto, dieci anni, è stato rapito tre mesi fa dai banditi dell'Anonima. Il governo ha appena deciso il blocco dei beni: linea dura per i sequestri di persona, ha annunciato il ministro dell'Interno Vincenzo Scotti, le famiglie non possono più trattare, tostato prende in mano la situazione. Che succede adesso? «Non lo so, è un discorso che devo ancora affrontare. Domani parlerò con i miei legali e vedremo quello che si può fare. Certo, non possiamo restare inerti, sentiamo il dovere di reagire, c'è in gioco una posta troppo alta: cercheremo di fare opposizione, almeno da qui al 15 gennaio, quando la disposizione dovrebbe diventare esecutiva, cercheremo di sfruttare se non altro questo lasso di tempo». Perugia assiste con ansia. Fausto Cardella, il sostituto procuratore che segue le indagini sul rapimento, questa volta ha rotto il silenzio: «Abbiamo chiesto il sequestro dei beni della famiglia De Megni», ha annunciato ai giornalisti: «Una decisione meditata a lungo, e crediamo sia la migliore». Il tre ottobre dell'anno scorso il piccolo Augusto era stato portato via da quattro uomini PERUGIA DAL NOSTRO INVIATO incappucciati che erano entrati facilmente nella grande villa immersa in un parco alle porte della città. Il padre Dino è l'amministratore delegato della Giru, la finanziaria del nonno Augusto, che è poi il grande patriarca, il vero obbiettivo dei rapitori, proprietario pure di un'industria di legnami e laminati, massone potentissimo, sovrano gran commendatore del rito scozzese. C'erano stati alcuni contatti all'inizio, i giorni successivi a quel drammatico tre ottobre; poi niente, un lungo periodo di paura, e nessuna certezza che il piccolo Augusto fosse vivo. Negli ultimi tempi i malviventi si erano di nuovo fatti sentire. «Era cominciata la fase forse più delicata», spiega ancora Dino De Megni, «quella della richiesta e dell'offerta. Un mese fa la situazione era molto più brutta, non avevo notizie di Augusto, eravamo tutti spaventati». Adesso, nei giorni di Natale, mentre tacevano i familiari, s'era levata la voce di padre Nicola Giandomenico, vicario del Sacro convento: «I frati si mettono a disposizione di tutti coloro che hanno notizie sul rapimento De Megni». Padre Nicola aveva offerto anche due numeri di telefono, e non aveva solo chiesto alla gente di collaborare. «Non sono ancora arrivate chiamate importanti», dice. Tenta suicidio col gas Crolla il palazzo Dino De Megni: ci opporremo, la posta in gioco è troppo alta appello per la liberazione dei sequestrati. «Invito tutti - ha detto - a pregare con me, affinché non si ripetano più simili atti violenti: il Signore tocchi il cuore dei responsabili di tali inammissibili ricatti, che disonorano e squalificano la loro coscienza di uomini e di cittadini di una comunità civile; li faccia recedere dai loro disegni criminosi, restituendo le persone rapite e così duramente provate all'affetto dei loro familiari e alla libertà, cui hanno diritto». Intanto è stata ritrovata l'auto dell'imprenditore Salvatore Scanu, 58 anni. L'auto di Salvatore Scanu è stata lasciata parcheggiata a poca distanza dal palazzo di giustizia di Nuoro e dalla stazione dell'Arst. Dell'ostaggio, ovviamente, nessuna traccia. Tuttavia qualche indicazione utile alle indagini sul sequestro messo in atto alla vigilia di Natale alla periferia di Sassari, l'auto l'ha fornita. Ha percorso molti chilometri ed anche in strade accidentate; ha una consistente ammaccatura nel paraurto posteriore ed un fanalino danneggiato; è, inoltre, priva del pianale che ricopre il cofano posteriore. Ieri, infine, circa duemila persone hanno partecipato, a Benestare (dove, il 21 dicembre scorso, è stato rapito Agostino De Pascale, di 33 anni, di Bovalino) ad una manifestazione contro i sequestri di persona. [Agi-Ansa] Due giorni dopo l'appello dei francescani, era intervenuto il governo: «Basta anche con le intermediazioni». E allora? Pure l'iniziativa di padre Nicola è bocciata. Ancora Dino De Megni: «Questa è la cosa meno grave in ogni caso. Padre Nicola aveva agito da solo, io apprezzo lo sforzo, la buona fede, la volontà. Ma ritengo che difficilmente i banditi avrebbero preso contatto con lui. In questo momento, per noi, per tutti quelli cui preme la vita di Augusto, la decisione che ci spaventa di più è quella che blocca i nostri beni. Perché così non vediamo davvero sbocchi, e perché è arrivata nel momento peggiore». E su questa vicenda è intervenuto anche padre Giandomenico, il religioso che si è dichiarato disponibile a fare da intermediario tra la famiglia De Megni e i rapitori. Il padre ha precisato: «Giusta può esser considerata la proposta del ministro Scotti, ma per quanto riguarda le intermediazioni, non si debbono stroncare a priori le iniziative buone e positive che molte volte aiutano a raggiungere la soluzione, che è poi quella di poter riportare a casa un ostaggio». Padre Giandomenico ha nuovamente ribadito che l'azione dei francescani è umanitaria, per alleviare le sofferenze di una famiglia privata dell'affetto di un suo congiunto, [p. s.]

Luoghi citati: Benestare, Bovalino, Nuoro, Perugia, Sassari