Per una moto più sicura

Per una moto più sicura Un tema da approfondire malgrado i progressi compiuti Per una moto più sicura E anche l'airbagpuò essere utile Si può rendere più sicura la motocicletta? E' una domanda che finora non ha avuto precise risposte, un po' per colpa dei costruttori, un po' per l'inerzia degli organismi governativi addetti al traffico. Quella del casco è una conquista indiretta. Molti progressi, naturalmente, sono stati compiuti, soprattutto nel campo della sicurezza attiva (telai, impianti frenanti), ma l'idea che la moto sia un veicolo leggero, scoperto e intrinsecamente instabile ha finito pre frenare lo slancio. «Sono limiti che non è possibile superare» si sente spesso dire. E, indubbiamente, aumentare la sicurezza passiva della motocicletta appare arduo, a meno di non snaturarne la filosofia di utilizzo. Il che con l'auto non accade. Ma qualcosa si deve pur fare. Lo evidenziano le statistiche, da dove risulta che la frequenza di incidenti sulle due ruote è nettamente maggiore rispetto alle quattro ruote (a parità di chilometraggio). E nel calo delle vendite, crisi economica a parte, pesa anche il timore dei genitori, che sono poi quelli che pagano la moto per i figli. L'industria incomincia a porsi il problema con grande attenzione, il che appare un buon segno. Significa che l'argomento non è più un tabù. C'è un interssante esempio in proposito. Arriva dalla Bmw. La Casa di Monaco che ha già applicato su alcuni modelli l'impianto frenante Abs - ha recentemente esibito un prototipo, chiamato CI, ricco di valide proposte. Vediamo. Un telaio a gabbia protegge il pilota anche lateralmente, mentre un roll-bar, integrato sapientemente nel parabrezza, circonda superiormente il posto di guida. Il sedile ha una cintura di sicurezza a quattro punti e al centro del manubrio vi è un airbag, la sacca che, gonfiandosi in poche decine di millisecondi, impedisce al pilota di urtare contro le strutture del proprio veicolo. Studi svolti sia in Inghilterra, sia negli Stati Uniti e in Germania indicano che l'airbag può essere un sistema protettivo di una certa efficacia anche su motociclette di impostazione classica, purché di grossa cilindrata e quindi con una mole non trascurabile. La massa del veicolo ha infatti una importanza notevole in tutti i tipi di collisioni tra mezzi di trasporto. Purtroppo la motocicletta viaggia in uno scenario dove rappresenta il componente di minore peso (assieme alla bicicletta) e craindi è più vulnerabile. Inoltre, è ormai accertato che, più che essere protagonista di incidenti, il motociclista è vit tima di investimenti da parte dei veicoli a quattro ruote. Per questa ragione, appare ancora più sciocca la norma del nuovo codice stradale che proibisce a moto e ciclomotori di viaggiare a luci accese di giorno. Una regola che invece è esattamente ribaltata dalle normative di altri Paesi europei. Esperimenti condotti da istituti di ricerca inglesi e tedeschi con incidenti simulati con manichini hanno chiarito come l'airbag sia in grado di limitare i danni subiti dal torace e dalla testa. In caso di urto frontale del motociclo con una vettura, sinistro che rappresenta di gran lunga il più comune tipo di collisione, il corpo del motociclista viene proiettato contro il padiglione dell'auto. La sacca, per velocità fino a circa 50 km/ora, riesce a evitare il contatto. A velocità superiori, e con particolari conformazioni del cuscino d'aria, si è notato che l'airbag tende a proiettare il corpo del malcapitato motociclista oltre l'ostacolo. All'atterraggio i danni saranno probabilmente non lievi, ma certo infe riori a quelli provocati dal contatto con il padiglione della vettura entrata in collisione. Purtroppo il prezzo dell'airbag, dispositivo che ora tende a diffondersi in campo automobilistico ma che resta costoso, rende il sistema difficilmente applicabile sulle motociclette, dove inciderebbe in maniera propor zionalmente cospicua. L'industria deve però affron tare il problema generale della sicurezza passiva, anche facen do tesoro di quanto è stato già fatto. Non solo per evidenti motivi, ma anche come fattore di immagine del prodotto moto. Fabio Fazi Sopra, un gruppo di motociclisti con le loro Harley Nella foto piccola una Bmw K75 con sistema frenante Abs

Persone citate: Fabio Fazi, Harley

Luoghi citati: Germania, Inghilterra, Monaco, Stati Uniti