ABORTO GLI IPOCRITI E I CONFUSI di Sergio Quinzio

ABORTO GLI IPOCRITI E I CONFUSI POLEMICA SULLA LEGGE ABORTO GLI IPOCRITI E I CONFUSI S ICCOME, come diceva quel tale, la verità nasce piuttosto dall'errore che dalla confusione, sarebbe opportuno in materia di aborto fare un po' di chiarezza. Cominciamo dalla confusione più colossale. La commette Sergio Quinzio quando scrive: «Non credo che una "etica laica" possa razionalmente fondare un "rispetto per la vita" che include anche il feto e l'embrione». Qui veramente le confusioni sono due: ritenere che l'etica fondi razionalmente qualcosa e che esista un'etica laica accanto ad una cattolica. No. L'etica non è fondata su alcunché né fonda alcunché, men che mai razionalmente. L'etica è senza fondamenti o, come dice il titolo di un bel libro di U. Scalpelli, è «senza verità». I contenuti di ciò che si deve fare si possono argomentare, naturalmente, ma l'argomentazione è una pratica (di fatto, è già un abito etico, l'abito della tolleranza) che può persuadere ma non provare. E per fortuna, occorre aggiungere, perché è facile capire (e la storia è lì a dimostrare) che cosa accade se si trasforma un comandamento etico in un teorema razionale. Quanto alla distinzione fra etica laica e etica cattolica, la confusione è ugualmente enorme. Si può essere laici e rispettare la vita. Si può essere laici e condividere tutti i valori dei cattolici. Pensare il contrario significa confondere una questione di contenuti con una questione di giustificazione. Il laico si distingue dal cattolico non perché professa questo valore anziché quello o perché ritiene lecita questa azione (esempio, l'aborto) anziché quella (esempio, la sacralità della vita), ma perché non lega la sua scelta di valore ad un comandamento divino (o papale). Collegata a queste, un'altra Marcello Pera CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Marcello Pera