Boiardi, banchieri e industriali al gran ballo dell'anno nuovo di Valeria Sacchi

Boiardi, banchieri e industriali al gran ballo dell'anno nuovo NOMI i gli AFFARI Boiardi, banchieri e industriali al gran ballo dell'anno nuovo Lo champagne è già in ghiaccio per brindare alla fine del 1992. Addio a dodici mesi fatali per l'economia e la prima Repubblica, mesi horror ed eccitanti, densi di dolore e speranza. Un distillato di piaceri per gli spiriti masochisti e per le anime belle che credono nella redenzione. Con Antonio Di Pietro e Umberto Bossi nelle vesti di Angeli Vendicatori, Giuliano Amato e Piero Barucci nelle vesti di Innovatori. In economia è finito il regime dell'impresa di Stato, potenti amministratori pubblici hanno dovuto tornare a vita privata, piangendo. Piangono anche molti semplici consiglieri che campavano sui gettoni di presenza. I pochi rimasti non sono più sicuri di niente. E' iniziato lo smantellarnenAmato to dell'Iri, e l'Innovatore non è chiaro se arriverà presto Scotta la sedia anche la defe- di Cagliari nestrazione del suo presidente, Franco Nobili. L'Efim, ente disastrato che ha visto tra i suoi uomini di punta il socialista Gaetano Mancini e l'andreottiano Mauro Leone, è in liquidazione, affidato all'irriducibile Alberto Predieri. Tiene per ora l'ente petrolifero guidato da Gabriele Cagliari. Ma anche Cagliari non ride più, scotta la poltrona sulla quale è seduto. Sono infatti scomparsi i padrini politici, troppo occupati, a loro volta, a difendere le loro seggiole. Nell'universo delle Partecipazioni Statali resistono alcuni grandi. Come Biagio Agnes che lotta con successo per tenersi strette in mano tutte le telecomunicazioni. Più potente ancora del presi¬ dente della Stet, è l'amministratore delegato di Finmeccanica, Fabiano Fabiani. Ha appena approvato l'incorporazione di Ansaldo, Alenia e Elsag e già lotta col commissario Efim per ottenere la prelazione sulla Breda Ferroviaria. Ma le sue ambizioni non si fermano qui. Sostengono persone vicine a Fabiani che il disegno è più ardito: fare di Finmeccanica una piccola Iri. Nei piani, oltre alle aziende meccaniche, sono quindi comprese partecipazioni bancarie. Inizia il Nuovo Anno, non bisestile. I Maghi, tuttavia, prevedono altre miserie, e non sono i soli. Il 1993 vedrà la cessione a privati, italiani o stranieri, del Credit, istituto presieduto da Natalino Irti. Contrariamente alle previ- Biagio Agnes re dei telefoni Fabiani sogna una piccola Iri sioni, Tiri non ha posto vincoli di tetti al possesso azionario. Segno che le esplorazioni di Meiril Lynch non sono riuscite a individuare un nocciolo duro. Dopo il Credito Italiano, sarà messa sul mercato l'altra banca Iri, la Comit presieduta da Sergio Siglienti dove, con la prossima assemblea di bilancio, scadono i mandati degli amministratori. Il rinnovo è avvolto nelle nebbie, dal momento che, prima di quella data, dovrebbe mutare il vertice Iri. Una sola previsione è anticipata da più parti: non verrebbe più riconfermato in consiglio il vicepresidente Vincenzo Palladino, arrivato in Comit con la sponsorizzazione di Bettino Craxi. Il 1993 dovrebbe essere, in Bankitalia, l'ultimo anno di reggenza completa di Carlo Azeglio Ciampi. Secondo le previsioni (che la realtà potrà anche smentire), il governatore passerebbe le consegne nel maggio 1994, subito dopo i festeggiamenti per il centenario dell'Istituto centrale. Si sta dunque per aprire la stagione della successione. Tradizionalmente, il posto spetta per via di anzianità interna. Ma non è detto che tutto fili liscio. Così qualcuno insinua che Luigi Arcuti, attuale presidente dell'Imi, scosso dall'ipotesi di venir fidanzato con la Bnl di Giampiero Cantoni, abbia pensato di candidarsi. Sempre l'anno nuovo porterà, dopo mesi e mesi di maretta, qualche novità in Rai. Pochi giorni or sono, Gianni PasquarelU ha di nuovo stretto i cordoni della borsa. Ma la sensa- Privatizzato zione diffusa è il Credit di Irti che non sarà sufficiente. Intanto, l'avversario Silvio Berlusconi trascorre le vacanze a Milano. Ha lasciato la villa di Saint Moritz a Robert De Niro. Nel settore bancario privato, sarà interessante capire su quali strategie si muoverà la finanza cattolica, che ha in Giovanni Bazou" il suo cantore. Tornerà quindi alla ribalta il problema annoso della Bna e del suo padrone, Giovanni Auletta Armenise. Il mondo è cattivo. Sull'esempio della caduta degli dei pubblici, qualche facilone spera che anche nel settore privato le difficoltà scardinino posizioni domi¬ nanti. Mentre la solita congrega, accanita da anni contro il potere di Mediobanca, ritiene di poter presto assistere al tramonto di Enrico Cuccia. Codesti illusi non sanno che, proprio nell'era delle privatizzazioni, la stella di don Enrico brilla più nitida che mai. L'unica mina che spezza i grandi gruppi privati è una cosa privatissima: il moltiplicarsi degli eredi. E' accaduto alla Martini & Rossi dove alcuni cugini, delusi dagli scarsi dividendi distribuiti dal presidente Gregorio Rossi di Montelera, hanno ceduto la maggioranza della finanziaria di controllo alla multinazionale Bacardi. Non senza aver prima offerto il pacchetto allo stesso Gregorio. In gennaio, gli uomini Bacardi arriveranno alla General Beverage Corporation. Poi, per seguire la Martini, un manager Bacardi si insedierà a Parigi. Valeria Sacchi Niente Martini percossi Fabiani sogna una piccola Iri Forse Ciampi lascerà Arcuti in via Nazionale? Niente Martini percossi

Luoghi citati: Cagliari, Finmeccanica, Milano, Parigi