Milosevic rilancia la faida etnica

Milosevic rilancia la faida etnica Milosevic rilancia la faida etnica «L'esercito difenderà i serbi ovunque siano» BELGRADO. Slobodan Milosevic, appena rieletto Presidente della Serbia, si impegna a riportare la pace nella regione e il capo di stato maggiore dell'esercito jugoslavo afferma che i suoi uomini sono pronti a combattere per difendere i serbi ovunque essi siano. Segnali apparentemente contrastanti, ma che in realtà confermano la linea finora seguita da Belgrado, soprattutto se si tiene conto del fatto che nel suo discorso televisivo Milosevic ha sottolineato come una pace duratura dipenda da «un equo rispetto di tutte le nazionalità». In un telegramma di congratulazioni al Presidente serbo, il generale Zivota Panie ha proclamato che l'esercito è «pronto, sempre e in ogni luogo, a proteggere il popolo serbo, soggetto a ingiuste pressioni». L'alto ufficiale ha scritto anche al comandante della forza dell'Onu nella ex Jugoslavia, il generale Satish Nambiar, lamentando che «settori della comunità internazionale» minacciano «apertamente e in¬ cautamente» di ricorrere all'uso della forza per far rispettare il divieto ai voli militari nei cieli della Bosnia-Erzegovina. A questo proposito, ieri il consigliere per la sicurezza nazionale Scowcroft ha detto che Bush «resta convinto della necessità di impartire una lezione ai serbi per convincerli a rispettare il divieto di sorvolo». Dopo la sconfitta elettorale il primo ministro federale Milan Panie sta prendendo in considerazione la possibilità di dimettersi. Un portavoce ha riferito che questa «è una delle opzioni» che il premier sta valutando. Non è ancora chiaro se l'imprenditore serbo-statunitense, rientrato in patria in luglio per assumere la guida del governo della nuova Jugoslavia, insisterà nel chiedere che le elezioni vengano annullate per brogli. Fonti del partito socialista (ex pc) hanno replicato comunicando che il successore del primo ministro è già stato scelto dopo le consultazioni con i rappresentanti del partito radicale, la formazione ultranazionalista che dalle elezioni è emersa come la seconda forza politica serba. Nel caso Panie si dimettesse, la guida del governo della federazione serbo-montenegrina sarebbe assunta da Svetozar Marovic, esponente del partito democratico dei socialisti del Montenegro. Marovic non ha fama di nazionalista, ma sarebbe senza dubbio più in linea con Milosevic rispetto a Panie. Le Nazioni Unite hanno intanto aperto un'inchiesta a Sarajevo per appurare se, come sembra, le fazioni armate che si fronteggiano sottraggano alla popolazione buona parte degli aiuti alimentari internazionali che giungono nella capitale della Bosnia. Peter Kessler, un portavoce dell'alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), ha dichiarato che la gente di Sarajevo non riceve le razioni che dovrebbe. «Non siamo ancora ad una situazione paragonabile a quella somala - ha detto - ma il fenomeno è allarmante visto il quantitativo di scorte alimentari che arrivano in città». Secondo fonti dell'«Unhcr» il 70 per cento degli aiuti alimentari che giungono a Sarajevo scompaiono prima di essere distribuiti. A Ginevra, intanto, si registrano passi avanti nel negoziato. Secondo il presidente della Conferenza, Fred Ekhard, il presidente croato Franjo Tudjamn ed il presidente bosniaco Alija Izetbegovic «hanno compiuto importanti progressi nelle trattative sulla futura suddivisione geografica della Bosnia-Erzegovina e le loro posizioni si sono avvicinate». Ekhard ha aggiunto che esse stanno stanno convergendo verso «una via di mezzo». [Ansa-Agi] Il consigliere Usa Scowcroft: «Bush è sempre più convinto che Belgrado meriti una lezione» Un bambino spacca la legna in una strada deserta di Sarajevo Nella capitale migliaia di persone rischiano di morire di freddo [fotoap]