«Primi sospetti per Dalla Chiesa» di Raffaello Masci

«Primi sospetti per Dalla Chiesa» L'ACCUSA «Primi sospetti per Dalla Chiesa» Il deputato della Rete Galasso all'attacco: «Non spiegò mai il giallo dei documenti sottratti al generale subito dopo l'attentato E non convinse neppure sul caso Mattarella» aUALCUNO non cade dalle nuvole di fronte all'arresto di Bruno Contrada. E' l'avvocato Alfredo Galasso, un passato all'Assemblea regionale siciliana con il pei, un seggio al Csm e ora uno scranno in Parlamento tra i deputati della Rete. Onorevole, nel suo libro «La mafia politica» va giù pesante nei confronti di Contrada... «No, no, andiamoci piano. Io non faccio l'investigatore e non ho prove da esibire contro il dottor Contrada. Quello che posso dire è che l'operato di questo funzionario di polizia ha dato adito a sospetti. Poi starà alla magistratura verificare». Ma i suoi dubbi non sono sostenuti da prove... «Ma da indizi, sì. Per esempio, io ho la certezza morale che la sera della strage di via Carini, in cui persero la vita il generale Dalla Chiesa e sua moglie, qualcuno, con l'appoggio dei servizi segreti entrò a villa Paino, dove viveva il generale, per sottrarre dei documenti. Più tardi la testimonianza di Buscetta confermò questa mia certezza. Chi allora si trovava in questura, e Contrada era tra questi come capo della Criminalpol, deve dare ragione di un episodio simile». Già, ma questo è, appunto, un episodio «Ma non il solo. Troppe volte il nome di Contrada è apparso in corrispondenza a vicende sull'Ordine del Santo sepolcro, o sulla loggia Diaz. E poi guardi, non mi ha convinto il suo comportamento quando si è trattato di fare l'identikit del killer di Piersanti Mattarella: sono state fatte pressioni incredibili sulla vedova Irma, che in qualche modo tendevano a far avvalorare una certa fisionomia piuttosto che un'altra». Niente di questo prova la colpevolezza di Contrada «Ma qui non stiamo discutendo se sia innocente o colpevole, questo non compete né ai giornali né a me. Io dico soltanto che non si può partire lancia in resta come Alfredo Galasso ha fatto il Capo della polizia o alcuni sindacati dei poliziotti, a difendere, a priori, questa persona che invece qualche spiegazione credo che la debba dare. Con questo io non contesto il Capo della polizia». La magistratura si è basata sulla testimonianza dei pentiti ed è sull'attendibilità di queste persone che il Capo della polizia avanza riserve. «I pentiti non parlano davanti a sprovveduti ma a professionisti che hanno la capacità di operare dei distinguo e di verificare quello che dicono. Io ho ascoltato molti pentiti, da Buscetta a Sinagra, a Contorno, a Calderoni a Messina, e posso dire che, nell'insieme, la loro è una testimiìonianza attendibile e utilissima alla lotta contro la mafia. Poi, appunto, . le cose vanno verificate, come è avvenuto nel caso di cui stiamo parlando. Sull'attendibilità dei pentiti io mi associo a quanto hanno detto Ayala e Caponnetto: la migliore garanzia è la professionalità e l'indipendenza dei magi- strati. E io fino a prova contraria mi fido degli inquirenti». Onorevole, insomma, a Contrada un po' gli sta bene? «Non mi faccia dire questo. Non mi compete esprimere giudizi o valutazioni. Io dico che il personaggio ha dato adito a sospetti e dubbi, che questi sospetti sono stati espressi anche dai pentiti attraverso accuse circostanziate, che le testimonianze dei pentiti sono state ritenute sussistenti dagli inquirenti e che, quindi, questo signore dalla vigilia di Natale si trova a disposizione dei magistrati. E, infine, che tutto questo non deve far strappare le vesti a nessuno, neppure al capo della Polizia. Se poi il dottor Contrada risulterà innocente o addirittura estraneo a tutto, non potremo che rallegrarcene per lui e per la tranquillità nostra. Ma questo è di la da venire. Per intanto facciamo lavorare la magistratura e diamole fiducia». Raffaello Masci I Alfredo Galasso

Luoghi citati: Contrada, Messina, Sinagra