E l'austerità punisce lo champagne di V. Cor.

E l'austerità punisce lo champagne E l'austerità punisce lo champagne Natale non copre i conti di due mesi di vendite ferme Prima la sovrapproduzione, poi la crisi generale: non si può certo dire che questo sia stato un anno felice per lo champagne. E le feste di dicembre, tradizionalmente una zona felice in cui si possono sconfessare i peggiori pronostici, quest'anno non basteranno a ribaltare le sorti del più nobile fra i vini francesi. «Il vero momento di panico è stato tra settembre e ottobre - spiega Gianni Legnani, che rappresenta in Italia il Comitato interprofessionale dello champagne - la manovra fiscale prima e la bufera monetaria poi hanno letteralmente congelato le ordinazioni. Succes- sivamente il mercato è ripartito e ora sta andando abbastanza bene, ma le stime dicono che il '92 si chiuderà con un -10% di vendite sull'anno scorso». A tutto ciò si aggiunge la recrudescenza di un fenomeno che i produttori di champagne, con una mirata politica di marketing, da qualche tempo erano riusciti a limitare: la concentrazione delle vendite in un breve periodo. La destagionalizzazione appena realizzata è tutta da ricostruire. «Senza dubbio gli ultimi due o tre mesi dell'anno sono quelli che fanno il volume degli affari - conferma Ernesto Sagna, che importa in esclusiva lo champagne Roederer - e bisogna dire che le vendite del '92 sono state uniformemente ispirate alla cautela. Per quel che riguarda la casa che rappresento penso che la flessione possa essere calcolata tra il 5 e il 10%, ma complessivamente credo che la discesa sarà più marcata. Tutto questo - conclude Sagna - a fronte di prezzi praticamente invariati rispetto all'anno scorso, visto che il minor prezzo delle uve ha consentito di neutralizzare la svalutazione della lira». «Il problema da risolvere è anche psicologico - sostiene Luca Pescarmona, che distribui¬ sce il Taittinger - dobbiamo vincere il preconcetto che lo champagne sia un prodotto irraggiungibile dai più. Non dimentichiamoci che sono le masse a determinare i consumi e il pubblico, oggi con un potere di acquisto inferiore al passato, privilegia altri prodotti». Questo, secondo Pescarmona, è dovuto anche al fatto che c'è molta confusione su prezzi e qualità. «I produttori di champagne - dice - hanno visto l'Italia come una terra di conquista, il mercato è stato inflazionato da marche quasi sconosciute a prezzi ridicoli. E' ora che le grandi case riacquistino la leadership», [v. cor.]

Persone citate: Ernesto Sagna, Gianni Legnani, Luca Pescarmona, Sagna

Luoghi citati: Italia