E' la sorella del sosia, uccisa dalla droga

E' la sorella del sosia, uccisa dalla droga Identificata con le impronte digitali la ragazza trovata nel canale Enel di Cimena lunedì sera E' la sorella del sosia, uccisa dalla droga Rosetta Giuffrida, 19 anni, vita disperata Rosetta Giuffrida, 19 anni, via degli Ulivi 106. E' la «ragazza del canale», ripescata lunedì pomeriggio presso la diga Enel di Cimena, nel Comune di Castagneto Po. Non è stata uccisa, molto probabilmente la morte l'ha raggiunta per overdose, durante un «droga party» svoltosi sabato sera, a Torino. I carabinieri avrebbero già identificato l'uomo che era con lei: sarebbe un pregiudicato, da tempo amico (e forse convivente) della ragazza. Lo cercano per interrogarlo. Prostituta occasionale, tossicodipendente del sabato sera, Rosetta Giuffrida divideva la sua vita fra Torino, Milano e qualche centro di provincia. Tante foto sui giornali, l'anno passato, quando fu protagonista di una clamorosa vicenda processuale. Rosetta era sorella di Giovanni Giuffrida, il rappresentante di profumi che le cronache soprannominarono «il sosia»: fu incriminato per otto violenze carnali a causa della somiglianza sorprendente con il vero colpevole degli stupri, e dopo un'incredibile odissea personale e giudiziaria fu assolto. In qualche modo la ragazza fu corresponsabile di quella vicenda: aveva accusato il fratello di aver abusato di lei quando era poco più che bambina. Un'accusa ritrattata, poi riconfermata, infine definitivamente caduta di fronte al mutismo della ragazza che, in Tribunale, decise di non confermare le accuse. Più tardi spiegò di essersi inventata tutto: «Perché non volevo che Giovanni uscisse la sera». Una versione che, peraltro, non convinse nessuno, neppure il Tribunale, che la richiamò ad una più coerente condotta processuale. Anche una sorella maggiore di Rosetta, Patrizia, aveva accusato il fratello degli stessi reati, ma aveva anch'ella ritrattato. Per le violenze inizialmente addebitate a Giovanni Giuffrida fu poi arrestato - altro errore giudiziario, altra somiglianza sorprendente con il vero colpevole - Luigi La Guardia. Anche La Guardia fu scagionato: con l'identificazione di Marco Di Pascale, reo confesso, condannato l'anno scorso per 13 violenza carnali. Dopo le accuse al fratello, Rosetta era stata sottratta alla famiglia (la madre ed altre cinque sorelle) ed era finita in una comunità, a San Maurizio Canavese, dove aveva atteso la maggiore età. In quei mesi era nato un bambino, che adesso ha quasi tre anni, a cui aveva rinunciato: il neonato è stato affidato ad una famiglia, subito dopo la nascita, e non risulta che l'abbia più visto. Nel marzo del '91 - appena compiuti i 18 anni - Rosetta aveva abbandonato la casa-alloggio di San Maurizio per tornare immediatamente con la famiglia. Ma c'era rimasta poco: dall'inizio di quest'anno era praticamente sparita. Ci sono sue tracce a Milano, dove è sta- ta controllata alcune volte nella zona di Porta Ticinese, ed anche a Torino dove, la scorsa estate, ha avuto una denuncia per «atti osceni in luogo pubblico» quando si era appartata, con un cliente, in una via prossima ai Murazzi. A suo carico ci sarebbe anche una denuncia a piede libero per il porto abusivo di un piccolo coltello, un'abitudine peraltro molto diffusa fra le prostitute che lo portano come eventuale mezzo di difesa in caso di brutti incontri. Come si è giunti all'identificazione della ragazza? I primi sospetti erano venuti martedì po meriggio al capitano Fabrizio Polvani, nel corso dell'autopsia compiuta nel cimitero di Chivasso. «Quel volto non mi era del tutto nuovo. Poi, improvvisamente, mi sono ricordato di Rosetta Giuffrida che avevo interrogato al tempo degli stupri». I carabinieri, che avevano già raccolto le impronte digitali della ragazza, hanno immediatamente eseguito la comparazione (la ragazza era stata fotosegnalata in questura dopo la denun¬ cia per atti osceni) che ha dato esito positivo. Ieri mattina il riconoscimento ufficiale, e la chiusura della prima parte dell'inchiesta. Si aspetta, ora, il responso dei medici legali. Gli esami tossicologici potranno confermare l'overdose ed altri esami potranno contribuire a fissare meglio la data della morte su cui sono nate ulteriori incertezze, sempre per via della temperatura rigida dell'acqua del canale che potrebbe avere bloccato più a lungo del previsto i processi putrefattivi. Resta ancora aperta la questione delle responsabilità. Il misterioso «amico» di Rosetta, che potrebbe essere stato accanto a lei al momento della morte, non corre gravi rischi: una probabile denuncia per occultamento di cadavere ed una possibile omissione di soccorso. Due reati che non prevedono neppure l'arresto. Sempre che sia possibile accertare una responsabilità. Angelo Conti A sinistra Rosetta Giuffrida nel '91 A destra l'identikit Sotto, il ritrovamento Sedicenne, aveva accusato il fratello di violenza In comunità a San Maurizio tre anni fa ebbe un bimbo Giovanni Giuffrida, fratello di Rosetta, fu accusato ingiustamente di stupro a causa della sorprendente somiglianza con il vero autore delle violenze carnali Dice: «Mia sorella ha pagato quell'errore»

Luoghi citati: Chivasso, Comune Di Castagneto Po, Milano, San Maurizio Canavese, Torino