Apollinaire smorfie e risate di Gabriella Bosco
Apollinaire smorfie e risate Quasi un film Apollinaire smorfie e risate EPARIGI E allegre reliquie di Guillaume Apollinaire arrivano in libreria. E' una specie di lanterna magica moderna, ideata dall'editore marsigliese André Dimanche per sentire la voce del Poeta e vederlo posare, ridere e persino fare le boccacce: Apollinaire registrato e filmato nel 1914. Un libro, se così lo si può ancora chiamare, a tre dimensioni. La parte visiva è costituita dalle fotografie che Apollinaire e l'amico disegnatore André Rouveyre si fecero scattare per scherzo alla vigilia della guerra, nel bugigattolo di uno studio fotografico. Non riuscirono a darsi un contegno: smorfie, lampi negli occhi, altra risata. Il tutto in 50 fotogrammi, ora montati in successione. Rivediamo per intero la scena: un piccolo film, peccato manchi l'audio. Ma no, c'è anche l'audio. Di un'altra occasione, però. A raccontarla è Apollinaire stesso (articolo pubblicato sul Mercure de France il 1° luglio 1914, qui riprodotto). «Una grande festa», la definì: la Sorbona, polverosa istituzione, finalmente s'interessava di poesia contemporanea. Per iniziativa di Ferdinand Brunot, storico della lingua francese e direttore degli Archivi della Parola, una serie di poeti vennero invitati per una seduta di registrazione che ebbe luogo il 24 dicembre 1913. Con Apollinaire, c'erano Pierre Loùys, Gustave Kahn, André Spire, Paul Fort, Emile Verhaeren, René Ghil. Apollinaire scelse di leggere II ponte Mirabeau, Marie e II viaggiatore. «Dopo la registrazione, fecero ridire le poesie all'apparecchio - racconta - e io non riconobbi assolutamente la mia voce». «René Ghil fu con Verhaeren il vero trionfatore della seduta». Malgrado il suo rimpianto per non aver fatto la figura migliore, il compact-disc che accompagna il libro (realizzato da una delle due sole copie esistenti della registrazione) rientra in quelli che Gide chiamava «i miracoli ingenui di Apollinaire». Gabriella Bosco
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