Hanno rubato la baronessina E' l'ultimo giallo di Mayerling di Tito Sansa

Hanno rubato la baronessina E' l'ultimo giallo di Mayerling Vienna, trafugata la salma dell'amante del principe Rodolfo Hanno rubato la baronessina E' l'ultimo giallo di Mayerling li. CASO SI RIAPRE LO SCANDALO DEGLI AMANTI VIENNA NOSTRO SERVIZIO Non c'è pace per Mary von Vetsera, la baronessina morta in un misterioso suicidio a Mayerling più di un secolo fa insieme con il suo amante, l'arciduca Rodolfo d'Asburgo, l'unico figlio ed erede al trono dell'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe e della principessa Elisabeth di Baviera. La salma ormai ischeletrita della baronessina è stata trafugata insieme con la bara metallica dalla tomba nel cimitero dell'abbazia dei cistercensi di Heiligenkreuz, presso Baden, nella quale giaceva dal gennaio 1889, meta ininterrotta di pellegrinaggi di nostalgici e di vecchiette romantiche. «Hanno rubato la Vetsera». La notizia si è sparsa in un baleno a Vienna nella tarda serata di lunedì. E' stato un giornalistascrittore della «Kronen Zeitung», Georg Markus, a scoprire il furto. Non per merito suo, ma per una soffiata. Tre settimane fa ricevette la strana telefonata di un commerciante di Linz il quale lo informava che lo scheletro della Vetsera era stato rubato insieme con la bara. Diffidente e incredulo, il giornalista fissò con l'informatore un appuntamento per il primo dicembre. E il commerciante, del quale il giornale non faceva il nome, gli portò come documentazione diverse fotografie: di uno scheletro, di un teschio, di una bara, di straccetti di stoffa che un secolo prima dovevano essere stati un elegante abito sportivo, di scarpette, di una ciocca di capelli. Ma al giornalista non bastava. Che cosa infatti provava che si trattasse dei resti dell'amante del principe ereditario? Una settimana fa il commerciante di Linz tornò con altre prove: la perizia di un medico le- gale, quella di un dentista, di un radiologo, dell'istituto per lo studio degli abiti d'epoca della scuola d'arte applicata. Tutte fatte sui resti rubati. La perizia medico legale, del professor Johann Szilvassy, dell'Università di Vienna, dice che i resti sono di un «individuo di sesso femrninile di circa 18 anni» (l'età della Vetsera, che morì un mese e mezzo prima del diciottesimo compleanno). Un altro perito, il professor Klaus Jarosch, dell'Università di Linz, dice che la defunta era alta «circa metri 1,52» (la statura della baronessina). Sempre diffidente («chi mi dice che si tratti della Vetsera?») il giornalista chiese altre prove. E il commerciante, nel frattempo identificato per il mobiliere cinquantenne Helmut Flatzelsteiner, si sbottonò. La bara metallica, lunga due metri - ha raccontato giorni fa -, era stata rubata già quattro anni fa, nell'estate 1988, e si trovava in suo possesso, depositata nel magazzino di una casa di spedizione, la «Roock» di Vienna. Subito dopo il furto gli era stata offerta in vendita e lui, nella speranza di contribuire in qualche modo a diradare il «mistero di Mayerling», per poi restituire il tutto alla abbazia di Heiligenkreuz, accettò l'affare. L'altro ieri, il giornalista ha presentato alla polizia di Vienna denuncia contro ignoti per «furto di reliquie di incalcolabile valore storico» e ha chiesto all'istituto di medicina legale di Vienna una superperizia sui resti. E poi ha pubblicato la scoperta, mettendo così in agitazione tutta Vienna. Di prima mattina, ieri", il cimitero dell'abbazia di Heiligenkreuz era già assediato da fotografi, giornalisti e curiosi. «Impossibile che la salma sia stata rubata» ha detto subito i) becchino Josef Swoboda, mo- strando la pietra tombale intatta con 4 anelli metallici e ha aggiunto «pesa mezza tonnellata, ci sarebbe voluta una gru per sollevarla». Ieri una gru c'era e alle 12 e un quarto, quando i maniglioni sono stati agganciati e la pietra è stata sollevata, un grido di sorpresa si è levato dai presenti. La tomba era vuota. «La Vetsera non c'è più» è stato l'unico commento del priore dell'abbazia, Gerhard Hradil, che fino a pochi minuti prima diceva: «Non credo ai miracoli». Ma chi può avere avuto interesse, quattro anni fa, a rubare la bara della Vetsera? Dall'incauto acquirente, il mobiliere di Linz che aveva fatto eseguire le perizie sullo scheletro fingendo che si trattasse di una sua nonna morta in Cecoslovacchia, la polizia ha avuto informazioni che portano a un misterioso «nobiluomo austriaco» che avrebbe commissionato il furto. Il nome del sospetto non viene fatto né vengono fornite indicazioni sui suoi moventi. I viennesi, soprattutto gli anziani tuttora affascinati dal «mistero di Mayerling», sul quale sono stati scritti decine di libri e girati molti film, vogliono chiarezza. Ma perché tanto interesse? Perché il suicidio dell'erede unico al trono asburgico non è mai stato chiarito. Rodolfo d'Austria e d'Ungheria - narrano i molti biografi - era un ribelle, un liberale passionale e romantico, anticlericale, un dissipatore dalla vita sregolata. Benché sposato con Stefania, figlia del re Leopoldo del Belgio, Rodolfo conduceva vita libertina, ed era avversato dalla corte. E quando il 30 gennaio del 1889 con due colpi di pistola si uccise nel casino di caccia di Mayerling, lo scandalo fu enorme, l'imperatore e l'imperatrice Elisabeth (la famosa Sissi assassinata dieci anni più tardi in Svizzera dall'anarchico Lucheni) fecero l'impossibile per nasconderlo. Fu così creato il giallo di Mayerling, che ispirò decine di opere: si uccisero insieme, o fu omicidio più suicidio, oppure Rodolfo fu assassinato perché ribelle, perché era ammiratore della repubblica e degli indipendentisti ungheresi? La verità sul duplice suicidio fu stabilita, ma tuttora, a più di un secolo dalla morte della infelice coppia di innamorati, c'è gente che non è convinta. Al «mistero di Mayerling» si è aggiunto ora il mistero del furto dello scheletro. «Povera Vetsera» ha detto ieri sera il priore Hradil dei cister censi. Tito Sansa Un commerciante chiama un giornale «Ho comprato io lo scheletro» Ecco la tomba di Mary von Vetsera Nella foto piccola, la baronessina Sopra il suo amante il principe Rodolfo con la moglie Stefania (foto ansa]