LA GRANDE DELUSIONE di Gianni Brera

LA GRANDE DELUSIONE LA GRANDE DELUSIONE / campioni di oggi non sono degni di lui IERI ci sono stati, a San Zenone Po che non è in capo al mondo, i funerali di Gianni Brera. Pur facendo molta attenzione, i cronisti hanno notato un solo calciatore, e non in attività: si tratta di Ambrogio Pelagalli, celebre perché fece coppia, in un Milan dalle forti tinte lombarde e dunque breriane, con Trapattoni. C'erano anche pochi allenatori, pochi dirigenti, per fortuna presenti i massimi, Gattai e Matarrese. Per scrivere bene cioè male di questo scandalo, ci vorrebbe la penna di Brera. O forse no, perché in fondo lui era un semplice, un buono, e se tutti i calciatori gli avessero detto che per le esequie di un giornalista celebre avevano preferito fare lutto a casa bevendo un bicchiere di quello buono che a quel giornalista piaceva, sarebbe stato d'accordo. In ogni caso, per scrivere giustamente di questo scandalo bisognerebbe essere anche sorpresi. E invece non lo siamo, lo scandalo non ci scandalizza: è scandalo in assoluto, non nel relativo delle nostre coscienze foderate di pelle, squame, setole. Sicuramente non sarà scandalo per i giocatori, che scommettiamo - hanno tutti una spiegazione valida, anche quelli che abitano a pochi chilometri da quel paesino. In fondo Brera li ha sovente criticati, ha coniato per loro appellativi sarcastici, pesanti. Ha stilato pagelle severe. E li ha cati, 1 lativ I stila sempre considerati troppo fortunati, di una fortuna poi che lui stesso ha contruibito, eccome, a creare e ingrassare con i suoi articoli: nei quali, comunque, c'era sempre un immenso amore per lo sport. La speranza, l'unica, e non ottimale, è che almeno gli assenti ce l'abbiano con Brera, siano rimasti colpiti ed offesi dalla lettura di un qualche suo giudizio, compreso quel Giudizio Totale che lui spesso dava a proposito di uno sport che è tutto cambiato, che ha tradito e si è tradito, che dà quella ricchezza rapida, pitonesca, che soffoca chi dovrebbe goderla e umilia chi deve subirla. Ciò significherebbe in primo luogo che questi tipi sanno leggere, in secondo luogo che hanno letto, in terzo luogo che hanno buona memoria. Già qualcosa. In vena di generosità, offriamo pure un alibi: l'ultimo Brera, quello anche televisivo, poteva davvero apparire spiccio sino a esser quasi violento, ed anche un po' trucido, boia e boiardo insieme, con quel whisky sempre a portata di mano. Qualcuno si può essere scocciato, in fondo adesso trionfa la stampa rosa e la tv dei lustrini, l'altro giorno abbiamo visto un pedatore travestito e pettinato da paggio per uno sketch di immensa stupidità: fra quel calciatore e l'atleta di Brera c'è un anno-luce, anzi un tremendo buio. Gian Paolo ©i-mezzano

Persone citate: Ambrogio Pelagalli, Brera, Gattai, Gian Paolo, Matarrese, Trapattoni

Luoghi citati: San Zenone Po