Sanità, con la Anselmi anche pri e pds

Sanità, con la Anselmi anche pri e pds E' ancora scontro fra pli e l'ex ministro che accusa: vogliono affossare il nostro lavoro Sanità, con la Anselmi anche pri e pds Ma De Lorenzo insiste: è la sua la riforma degli imbroglioni ROMA. Non è finita. Concede il bis la polemica tra Francesco De Lorenzo e Tina Anselmi. Il ministro della Sanità, che è liberale, è risentito per l'accusa di essere un imbroglione. E ieri, intervistato dal Gr2, ha rinfacciato all'esponente de di essere stata «l'autrice», quando sedeva sulla stessa poltrona, di una riforma con «regole del gioco così perverse che hanno creato gli imbroglioni che hanno speculato sulla pelle dei cittadini e che abbiamo trovato con le mani nel sacco». Accusa De Lorenzo: «Sono proprio i figli della Anselmi, sono loro gli imbroglioni. Io sono colui che ha tolto gli imbroglioni dalle Usi». L'Anselmi ricambia le cortesie. Anche lei ha qualcosa da rinfacciare: per esempio che De Lorenzo proviene dal partito liberale che non ha mai condiviso quella riforma. Dice l'ex ministro de: «La riforma sanitaria è stata in questi anni affidata ai suoi avversari, non dobbiamo perciò stupirci se oggi, usando un decreto delegato, la si vuole affossare definitivamente». I due protagonisti insistono. E ormai intorno a loro si sono creati due movimenti d'opinioni, divisi in particolare su un punto. Ci si chiede se le modifiche appena introdotte nel servizio sanitario siano indispensabili o se concedano troppo agli interessi dei privati. Con De Lorenzo si è schierato il capogruppo de alla Camera Gerardo Bianco, oltre a tutto il pli. Al fianco dell'Anselmi ci sono Livia Turco, responsabile femminile del pds, Carlo Costalli della presidenza del Movimento cristiano lavoratori che sollecita le dimissioni del ministro e il pri (nonostante sia fautore delle privatizzazioni). In mezzo c'è Eolo Parodi, presidente onorario dell'Ordine dei medici ed europarlamentare de, che si dice «preoccupatissimo» di quanto accade, a cominciare ovviamente dalla salute della gente. La polemica è aspra, anche perché dopo essere stato accusato di essere un imbroglione e di gestire l'assistenza senza spirito di solidarietà, De Lorenzo ha risposto con una querela. «Ricorrere agli insulti, alle querele è un segno di debolezza politica» rincara la dose la stessa Anselmi. Aggiunge «La voce repubblicana», quotidiano del pri: «Non ci convince la giustifica- zione di De Lorenzo per il quale proprio la generalità dei dissensi suscitati dal suo provvedimento è una conferma della sua efficacia. Inoltre sostenere che chi critica è affarista o amico di affaristi è veramente un segno di decadenza politica e di sonno della ragione». Tina Anselmi, in particolare, sostiene che la riforma è «stata tradita» perché «non si sono utilizzati gli strumenti essenziali» per gestirla come il piano sanitario nazionale. Su quest'ultimo punto il mi¬ nistro ha però diffuso una dettagliata nota per precisare che «dal 1978 a oggi» il piano sanitario è stato presentato da lui stesso e dai suoi predecessori Costante Degan e Carlo DonatCattin, ma «il Parlamento non lo ha mai votato». De Lorenzo obietta poi che se l'Anselmi aveva qualcosa da dire doveva intervenire prima, in Parlamento: i decreti delegati attuano disposizioni di legge. Il ministro è difeso da Bianco che parla di «accusa ingiusta» nei suoi confronti in quanto «bisognava far qualcosa di fronte al fallimento della vecchia riforma». L'Anselmi contesta la privatizzazione della sanità che «negli Stati Uniti vede oggi 60 milioni di persone prive dell'assistenza». Per Bianco invece «l'allarmismo di Tina Anselmi riguardo al provvedimento sulla sanità è esagerato». Il capogruppo de non crede «che in Italia si possa verificare qualcosa di simile a quello che è accaduto negli Stati Uniti». Parodi invita a stare attenti: «Le idee sono molto confuse e mi auguro che non si arrivi al sistema americano». A suo giudizio «uno dei motivi che ha portato» Bill Clinton alla vittoria nelle presidenziali americane «è la promessa di uno stato sociale in un Paese dove non esiste niente del genere». Ma Livia Turco non ha dubbi che il piano di De Lorenzo «avrà come risultato quello di privatizzare la maggior parte delle prestazioni» e quindi «i ricchi saranno curati e i non abbienti no». Incalza Costalli: «I cattolici debbono impedire che vengano attentati quei principi di solidarietà che sono alla base dello stato sociale e democratico e che trovano la loro realizzazione nell'assistenza sanitaria». [r. r.l Bianco, capogruppo de difende il ministro «Il vecchio progetto è fallito: bisogna andare avanti» A sinistra, l'onorevole Tina Anselmi Sopra, il ministro della Sanità Francesco De Lorenzo

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