GLI ITALIANI MALA GENTE di Sergio Romano

GLI ITALIANI MALA GENTE DALLA GLI ITALIANI MALA GENTE in particolare, non è più soltanto il felice Paese «dove fioriscono i limoni» per qualche ricco viaggiatore dell'Europa settentrionale. Siamo soci di una stessa impresa, passeggeri di una stessa nave. E' inevitabile in queste circostanze che l'opinione pubblica dei Paesi più seri consideri attentamente ciò che accade nell'orto del vicino e si chieda quali ripercussioni quegli avvenimenti possano avere sul suo benessere. Ciò che gli europei vedono, quando guardano all'Italia, è desolante. Non mi riferisco soltanto al debito pubblico, alla corruzione, alla criminalità organizzata, alle risse tra i partiti, alla crisi del sistema politico, alla fumosa retorica della classe dirigente. Mi riferisco a ciò che uno straniero annota mentalmente quando mette piede in Italia o deve lavorare con il no¬ stro Paese: città imbruttite, periferie degradate, paesaggio trascurato, musei chiusi, luoghi pubblici trasandati, alberghi cari, servizi inefficienti, burocrazia svogliata e scortese, e una giungla amministrativa che scoraggia chiunque voglia avere con noi un rapporto duraturo. Non basta. L'immagine che l'Italia continua a dare di sé, in questo periodo di generale crisi economica, è quella di un Paese in cui si spende come nessun Paese ricco oserebbe fare, in cui il sindaco di Bologna (un esempio fra molti) va a Mosca con una delegazione per manifestare a Gorbaciov il rammarico della città per la sua mancata visita in Italia e partecipa qualche giorno dopo ai funerali di Dubcek. E' davvero sorprendente in queste circostanze che il Ticino, fra tutti i cantoni svizzeri, sia uno di quelli che hanno detto un no più deciso allo «Spazio economico europeo»? Dipende da tutti noi, non soltanto dal governo e dalle amministrazioni locali, cambiare l'immagine del Paese. Abbiamo due buone ragioni per farlo. In primo luogo l'immagine è un capitale indispensabile, anche se difficilmente misurabile e quantificabile, per lavorare, produrre, esportare. In secondo luogo è passata l'epoca in cui potevamo compensare la cattiva immagine con altri meriti e virtù. L'Italia non è più una marca di frontiera sul fronte della guerra fredda, ha smesso di essere l'indispensabile portaerei americana nel Mediterraneo, ha perduto l'importanza geopolitica che aveva per Washington e l'Alleanza Atlantica. Stiamo diventando, in altre parole, irrilevanti. Non è grave che la stampa straniera parli male di noi. Il peggio sarà quando non ne parlerà affatto. Sergio Romano

Persone citate: Dubcek, Gorbaciov

Luoghi citati: Bologna, Europa, Italia, Mosca, Washington