Svalutotion, l'Ospite è nudo
Svalutotion, l'Ospite è nudo Dopo due serate di quasi carezze, Celentano ha sferrato il suo pugno televisivo Svalutotion, l'Ospite è nudo L'ultima predica è affidata al suono d'un violoncello Il molleggiato avverte: «Dentro la scatola ci siete voi» MILANO. Sabato sera, poco prima delle undici, Adriano Celentano ha messo in mutande tutti i suoi ospiti, e il fido collaboratore Bruno Gambarotta, e il capostruttura Rai Bruno Veglino. Li ha mandati a dormire. Ha spento le luci. Ha chiamato la violoncellista Ofra Harnoj e l'ha lasciata suonare a lungo, in un silenzio mai sentito dentro uno studio televisivo, mentre tutte le lampadine della sua avveniristica centralina telefonica s'illuminavano inutilmente, intermittenti, di rosso, di giallo, di blu. Lui è rimasto seduto in poltrona ad ascoltare, non più regista ma spettatore, estraneo. E' l'ultima predica del molleggiato, la più efficace, la più poetica. E', finalmente, il pugno che come minimo ci si aspettava, dopo due serate di quasi carezze, da parte di uno che cinque anni prima di questa «Svalutation» aveva ucciso in diretta il varietà televisivo. Ed è un finale all'altezza della premessa, di quel rovesciamento di prospettiva che fa dire a Celentano, quando si rivolge al pubblico a casa: «Voi che siete là dentro». «Là dentro», dentro la trappola domestica che come ogni sabato sera ha trattenuto milioni d'italiani davanti alla tv, a seguire «Svalutation» sono stati in 5.260.000. Tra loro non c'era il cantautore Claudio Baglioni che, coerentemente con il pun- to di vista del padrone di casa, ha spiegato: «Sono tornato a "Svalutation" anche questa sera perché un programma del genere preferisco farlo che beccarmelo». Il cantautore romano è tra quelli che Celentano avrebbe poi mandato a dormire: come Gianni Morandi, come Francesco Baccini, come Jovanotti, come Paolo Rossi, al termine di una serata generosa e contraddittoria, antinazista e antiabortista, a favore delle Leghe e contro le Leghe, pastorale e rocchettara, enfatica e autoironica, in playback e dal vivo. Magari senza una vera premeditazione, facendo i conti con gli ospiti che aveva a disposizione, e cioè gli stessi della puntata precedente, più l'ex futuro genero Jovanotti, più la moglie Claudia Mori, più i momentanei compagni di rete Paolo Rossi e (in collegamento telefonico) Michele Santoro, il molleggiato ha però saputo inventarsi per la serata un filo conduttore assai convincente: una televisione di giusti, asserragliati dentro un nobile palazzo d'una città che affonda. Una televisione di «resistenza umana», ma trasversale: con la rabbia perbene di Morandi e quella cattiva di Rossi, con le parolacce di un fulminante Gambarotta che ha mandato al diavolo tutta la discendenza Savoia «compreso il pirla di Ginevra» e le canzoni di disamore d'un Baglioni struggente e soprattutto «dal vivo». «Svalutation» dovrebbe finire qui. Due puntate contro le quattro inizialmente previste (Celentano: «Volevano censurarmi, han perso troppo tempo con i lucchetti»), contro le tre per cui si dice che il molleggiato si sia battuto fino all'ultimo. Gli studi milanesi da oggi sono occupati da un altro programma, Gambarotta ha impegni teatrali, il materiale a disposizione sarebbe scarso e Raitre non avrebbe, dice qualcuno, abbastanza soldi per pagare un ulte¬ riore ingaggio al tele-predicatore. Dal punto di vista Auditel, la seconda e ultima puntata di «Svalutation» è andata bene, è cresciuta nell'ascolto superando «Paperissima» (4.966.000 spettatori) ed erodendo, ma solo in piccola parte, lo zoccolo duro di «Scommettiamo che?», seguito comunque da oltre nove milioni di devoti. Dal punto di vista di Celentano, che aveva pronosticato per sé un primo posto, e per Frizzi il terzo, è una onorevole sconfitta: diciamo il colpo di coda del defunto varietà televisivo. In diretta. SvL-fania Miretti Adriano Celentano: con «Svalutation» ha segnato un altro successo in tv
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