Dire «Edith Cresson» a volte è un po' volgare di Enrico Benedetto

Dire «Edith Cresson» a volte è un po' volgare Dizionario dell'eros nel francese popolare: centinaia di voci gustose, qualcuna irripetibile Dire «Edith Cresson» a volte è un po' volgare L'argot diventa lingua e cambia il significato delle parole PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Edith Cresson non se l'abbia a male, ma il suo cognome già un po' infelice nel francese classico (vuole dire «crescione») in argot parigino designa i peli pubici. Ce lo rivela l'ultima fatica di Robert Giroud, infaticabile archeologo lessicale che pubblica presso l'editore Marval un gustoso dizionario sull'eros nella lingua popolare. Le voci sono centinaia: alcune irriferibili, altre arcane o studiatamente barocche, qualcuna geniale. E non manca, talora, l'analogia con espressioni gergali italiche. Ad esempio, chi ricorda Drive In su Canale 5 rammenterà come negli sketch affiorasse una bizzarra immagine per definire i seni prosperosi: roberti. L'etimolo¬ gia non è difficile, visto che la premiata fabbrica Robert produce biberon dal 1888. In quegli anni furoreggiava la Belle Epoque, un libertinismo borghese senza i furori sovversivi dell'originale settecentesco. Fu vero crogiolo per il vocabolario erotico transalpino, che iniziò a coltivare il doppio senso, la metafora spinta, l'allusione oscena. In tempi di morale doppia, vizi privati e pubbliche virtù, il malizioso divertissement non poteva che sostituire il parlar crudo. Così il linguaggio da bordello divenne cifrato come un gergo carbonaro. E, quando non lo era, ci pensarono le traduzioni arbitrarie a renderlo astruso: il «fare flanella» dei nostri padri non ha nulla a che vedere con l'omonimo tessuto, ma viene da «flà- ner», bighellonare. Solo per gli anticoncezionali la Francia rifiuta ogni paternità. Malgrado i tedeschi li chiamino ancor oggi «Pariser», parigini, l'argot li consacra «capotes anglaises», cappucci inglesi. Restiamo in tema di sfottò anglofobo con «sono sbarcati i britannici». Il D-Day non c'entra, è avere le mestruazioni. Motivo, Sua Maestà vestiva le truppe con uniformi rosso sangue. Variante antimarxista, «avoir ses Soviets». Chi ama Catherine Deneuve sappia che «bella di giorno», locuzione dubbia in italiano malgrado il film la renda chiarissima, indica le prostitute diurne. E la coppia gigolò-gigolette proviene da un ballo lascivo come la giga. Altra chicca: i gay sono «bougres» da Bulgari, popolo cui le cronache medioevali attribuivano volentieri la sodomia ma non in esclusiva: «baiser à la fiorentine» (far l'amore come quelli di Firenze) fotografa la medesima pratica. Ennesima versione, «fèter Saint-Lue» cioè festeggiare San Luca (anagrammandone il nome). Il pene diventa «baguette» o, con maggiore fantasia e insolenza, «Carlo il Calvo» cui eventualmente «far saltare le cervella» (masturbarsi), Jeannot Lapin (il Coniglio Giannino, citato anche da Henry Miller in «Opus Pistorum»), l'inspiegabile «macaroni». La vagina, invece, offre una panoplia di metafore gastronomiche (cozza, ostrica, tartufo, fragola, lampone, albicocca, millefoglie, pralina, nocciola...), ma può anche dirsi écu - scudo, come la valuta europea, o «grange» (granaio, fienile, italianizzabile in grangia). Una citazione merita il vernacolo marsigliese «rhoudhoudou». Malgrado le apparenze, non vuole essere schcr- zoso ne onomatopeico. Anzi, vuole essere un diminutivo del greco «rhodos»: rosellina. La città era colonia ellenica, dopo XX secoli ne rimane ancora qualche traccia. Per l'omosessualità femminile si va dal banale ma non troppo «ail» (aglio: lesbiche e streghe sono forse sorelle?) a «Ma- demoiselles Saturno», al più classico «le inseparabili». In materia d'amplesso i sinonimi sono decine. Il «fare fic-fic» ha una sua trasparenza, ma c'è pure «mandare il bimbo al circo». Il vespasiano, infine, sarà «la teiera», il bidet «la chitarra». E' un linguaggio che procede per immagini, talora efficacissime. Il ragazzo che va in discoteca per «dragare» («draguer», «dragueur») plagia l'argot senza saperlo. Ma il genitore che ancora evoca le «maitresses», intendendo le mitiche tenutarie, sbaglia: l'accezione che la parola prese in Italia fra le due guerre trova scarso riscontro Oltralpe, ove indica semmai l'amante, «padrona» del cuore ma non mezzana. Enrico Benedetto Doppi sensi, metafore spinte, allusioni e vizi privati nel linguaggio dei libertini Dopallunel Una immagine di Belle Epoque in un disegno di Beardsley

Persone citate: Beardsley, Bulgari, Catherine Deneuve, Edith Cresson, Giannino, Henry Miller, Jeannot Lapin, Robert Giroud

Luoghi citati: Firenze, Francia, Italia, Parigi