Sull'automobile sale l'Europa unita

Sull'automobile sale l'Europa unita Sull'automobile sale l'Europa unita Ma è l'Italia il mercato preferito dalle case straniere MILANO DAL NOSTRO INVIATO L'industria automobilistica mondiale è pronta ad affrontare la «Grande Europa», il cui cammino inizierà il primo gennaio. Questo il tema affrontato ieri a Milano all'assemblea annuale dell'Unrae (Unione rappresentanti auto estere) dal presidente Walter Walker. La grande vitalità del settore che «ha concentrato l'attenzione dei vari governi sugli inconvenienti sociali provocati dalla presenza dell'automobile, ignorando però troppo spesso il suo apporto allo sviluppo economico» è stato il rilievo che Walker ha fatto a coloro che ostacolano la crescita di un prodotto irrinunciabile nella società moderna, perché fonte di progresso e di emancipazione sociale. Ed ha supportato questa tesi con abbondanza di cifre. Nel 1964 c'erano in Italia 20 Case, oggi sono 48 e ciò significa che tutte le marche hanno adesso una loro base di vendita. Secondo in Europa e quarto nel mondo, il mercato italiano dell'auto, con 2.350.000 unità, ha registrato un aumento del 449 per cento rispetto al 1960, anno di costituzione della Cee. L'Italia è il Paese nel quale le marche estere detengono la quota maggiore con il 55% del mercato, superiore persino a quella della Gran Bretagna (54%) e molto più elevata di quelle della Francia (40%) e della Germania (32%). Il presidente dell'Unrae ha però fatto notare che «ciò ha significato investimenti nel nostro Paese per 374,5 miliardi di lire nel 1991, con acquisti di prodotti italiani per 1580 miliardi, che si traducono in oltre 10.500 posti di lavoro oltre ai 67.000 delle Case estere presenti in Italia». La motorizzazione mondiale, iniziata cento anni fa, ha fatto passi da gigante. Oggi con 48,5 milioni di veicoli prodotti e 47,1 venduti ogni anno si sono creati tre grandi poli produttivi: la vecchia, ma sempre attiva e propositiva Europa, è il mercato più ampio, seguita dagli Stati Uniti e dal Giappone. Il presidente dell'Unrae ha quindi fornito alcuni dati per dare un'idea più chiara dello sviluppo del settore nell'Europa integrata. La percentuale delle esportazioni sulla produzione è del 49,8% e del 105 (31% nel 1970) quella delle importazioni sulle esportazioni. La Cee risulta quindi il mercato più equilibrato, esportando metà della propria produzione e importando una quantità quasi pari alle sue esportazio- ni. Inoltre le quote di mercato per le vetture delle marche importate sono passate da una media del 20% nel 1970 ad oltre il 40% nel 1991, con una prevalenza assoluta delle marche prodotte nella Cee. E tutto ciò nonostante tre crisi del mondo dell'auto, nel 1973, 1980 e 1990. L'industria automobilistica europea - ha aggiunto Walker è in pieno fermento di integrazione, non limitandosi ad allargare la propria base produttiva e di mercato, ma realizzando innovazioni tecnologiche sul prodotto e sui sistemi produttivi per una sempre maggiore sicurezza e la salva¬ guardia dell'ambiente. Tale integrazione è espressa da due cifre: in Germania la percentuale di prodotto estero contenuto in un autoveicolo è passata dal 16% nel 1980 al 18% nel 1985 e al 24% nel 1988 (ultimo dato conosciuto) con tendenza all'aumento. Di questo, l'8090% è costituito di parti prodotte nei Paesi Cee. In Gran Bretagna si è passati dal 5% nel 1980 al 19% nel 1991, di cui il 42% dall'Italia. Per le Case americane in Europa, la media del contenuto estero nel 1991 andava dal 28 al 45%, l'80% del quale proviene da Paesi comunitari. Per i giapponesi presenti nella Cee la valutazione è diversa, nel senso che il contenuto è essenzialmente comunitario (dal 55 all'80%). Dopo aver ricordato che il fermento integrativo sul piano economico (non altrettanto su quello politico) si manifesta anche nei nuovi Paesi dell'Est, Walker ha concluso che «se la Cee dei Dodici è solo al primo passo sul piano istituzionale, la Grande Europa dell'industria automobilistica è cosa fatta. Il 1993 dovrebbe portare, infatti, non solo ad una maggiore integrazione europea, ma anche a più vaste intese in altre zone del mondo». Renzo Villare Cresce in Europa la domanda di auto

Persone citate: Renzo Villare, Walter Walker