Un colore può «riscrivere» la leggenda della Ferrari

Un colore può «riscrivere» la leggenda della Ferrari La nuova monoposto di Formula Uno torna all'antico: nella parte centrale avrà una lunga striscia bianca Un colore può «riscrivere» la leggenda della Ferrari Nei primi giorni della prossima settimana nascerà una nuova Ferrari. Non una delle bellissime e grintose granturismo di serie come la «456 GT», presentata di recente al Salone di Bruxelles, ma una vettura da corsa. Si chiamerà «644 bis» e sarà la monoposto con la quale i piloti Jean Alesi e Gerhard Berger affronteranno il campionato mondiale 1993 di Formula 1 che prenderà il via il 14 marzo in Sud Africa. Di questa automobile si è già detto molto: sarà più convenzionale del modello precedente, la F92A che ha dato tante delusioni nella passata stagione. Cioè non avrà nulla di rivoluzionario, come il doppio fondo piatto che si è rivelato in pratica troppo sofisticato per dare dei vantaggi in termini di prestazioni. In attesa di vedere nel mese di giugno un'altra Ferrari, quella disegnata dal «mago» dei progettisti, l'inglese John Barnard. Di questa «644 bis» è uscita anche un'indiscrezione. Rispetto al passato cambierà la livrea: al posto del rosso totale, nella parte centrale della vettura ci sarà una larga striscia bianca, nella quale verrà inserita anche una striscia tricolore. La Ferrari non ha fatto sapere ufficialmente il motivo di questa decisione. C'è chi parla di esigenze degli sponsor, chi invece sostiene una tesi più romantica o meglio scaramantica: poiché le auto della Casa del Cavallino Rampante vincevano negli Anni 70, quando già una banda bianca appariva nelle fiancate, si è voluto tornare al look antico. Allora Luca Montezemolo era direttore sportivo, adesso è il presidente. Lauda era il campione del momento e ora è il consigliere della Scuderia, che ha ripreso anche un pilota austriaco, Gerhard Berger, appunto. Una via di mezzo fra il remake e il revival, con la speranza di ottenere gli stessi risultati. La notizia di questo rinnovamento anche nei colori della Ferrari ha fatto una certa sensazione fra gli addetti ai lavori e fra gli appassionati. Tuttavia non si tratta di una novità assoluta. Anzi. Enzo Ferrari aveva già usato direttamente o indirettamente altre tinte sulle sue vetture da corsa. Nel 1961, in una gara epica per la squadra modenese, il Gran Premio del Belgio, sulla pista di Spa, che si concluse con quattro vetture della scuderia di Maranello ai primi quattro posti, il quarto classificato (alle spalle di Phil Hill, Wolfgang Von Trips e Richie Ginther), Olivier Gendebien guidava una Ferrari coompletamente gialla, iscritta dalla locale Scuderia Francorchamps. Non bisogna dimenticare che il giallo canarino e il nero, fanno parte dei colori ufficiali della Casa automobilistica emiliana: il primo rappresenta la città di Modena, il secondo il Cavallino Rampante che fu del generale Baracca, preso come simbolo daila Ferrari. Più clamoroso l'episodio del 1964, quando lo stesso Drake, per protestare contro la Csai, la Federazione Sportiva Automobilistica Italiana, nelle ultime due gare a Watkins Glen e a Città del Messico fece dipingere le monoposto di Surtees e Bandini di bianco e azzurro, il colori della Nart, la scuderia del concessionario americano Luigi Chinetti. Più recentemente, nel 1968, apparirono sulla Ferrari due strisce gialle sulla vettura di Jackie Ickx, per distinguerla da quella del compagno di squadra Chris Amon. E la leggenda dice che il pilota belga abbia vinto una gara a Rouen, in Francia, sotto una pioggia talmente forte che lo riconobbero solo per quel¬ le bandelle colorate... Il bianco fece la sua comparsa sulle Ferrari anche nell'epoca delle vetture turbo, dal 1971 al 1980, portato a spasso da fuoriclasse come Regazzoni, Andretti, Lauda, Reutemann, fino a Scheckter e Villeneuve. Ma non fu una soluzione dettata da motivi pratici. Il vulcanico ing. Mauro Forghieri, responsabile tecnico della Scuderia, aveva anche una fantasia galoppante e gli piaceva occuparsi non solo di telai, carrozzerie e motori. Così si impose pure come artista e disegnò vari motivi lungo le vetture, usando il bianco come base con inserti verdi in modo da formare nell'insieme i colori della bandiera nazionale. C'è quindi da gridare allo scandalo se la Ferrari non sarà più tutta rossa? Pare di no. Per riprendere un vecchio adagio, non è l'abito che fa il monaco. Anche se - un po' per sdrammatizzare una storia che ha preso dimensioni esagerate - un importante personaggio all'interno della squadra corse ha fatto sapere di essere contento della scelta del bianco perché se le strisce fossero state gialle avrebbe dato le dimissioni, essendo lui tifoso della Lazio e quindi totalmente refrattario ai colori della Roma, giallorossi. Per i tifosi il cambiamento non è rilevante. L'amore, anzi la fede verso la Ferrari è inattaccabile. Loro continueranno a spasimare per le «rosse di Maranello», anche se dovessero diventare a pallini. In fondo, in questi ultimi lunghi anni pieni di insuccessi e delusioni, ne hanno sopportate di tutti i colori. E aspettano sempre una vittoria. Cristiano Chiavegato Sulla scelta avrebbero anche pesato le esigenze degli sponsor Nella fiancata apparirà il tricolore Addio al «doppio fondo piatto» ancora top secret la meccanica Il ricordo delle vittorie di Ickx La casa di Maranello riproporrà il modello che trionfò negli Anni 70 MananMME Nella foto grande a sinistra come potrebbe essere la nuova Ferrari. Di fianco una fans delle «rosse» di Maranello. Sotto Lauda campione degli Anni 70