Beffa a Babbo Natale (e all'America) di Paolo Passarini

Beffa a Babbo Natale (e all'America) STATI UNITI Per i grafologi non è la scrittura di un bambino. Ma arriva una valanga di dollari Beffa a Babbo Natale (e all'America) «Sono povero, portami in cielo»: era uno scherzo WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Scherzo o non scherzo, ormai Thad esiste. E non solo perché ha commosso tutta Seattle e, ieri, anche il «New York Times» ha raccontato la sua storia. Non è forse possibile che, da qualche parte, un bambino povero chieda come regalo a Babbo Natale di portarlo in cielo con sé così i suoi genitori non dovranno più preoccuparsi per lui? Qualche giorno fa, in una buca per le lettere di Port Angeles, una cittadina di boscaioli a un centinaio di chilometri da Seattle, venne trovata una lettera non affrancata, indirizzata a Santa Claus, anzi, causa un errore ortografico tipicamente infantile, a «Santa Clas». C'erano altri errori, ma il senso era chiaro: «Per favore, aiuta mamma e papà, per Natale. Lui non lavora più. Non c'è quasi più niente da mangiare e la mamma dà a noi il suo cibo. Voglio venire in cielo con te per stare con gli angeli. Così mamma e papà non dovrebbero più comprarmi le cose. Puoi portarmi?». E ancora, per indicare la strada a Babbo Natale: «Vivo nella stessa casa dell'anno scorso. Però abbiamo solo can ■ dele. Un uomo della città ci ha portato via la luce. Sembra che qui non ci viviamo più, ma ci siamo. Ti aspetterò nella mia stanza. Non dormirò. Buon Natale a te e a tutti i folletti». Firmato: «Thad». La lettera venne portata alla polizia. Poi, conosciutane l'esi¬ stenza, i giornali la pubblicarono. Appena uscì, gli uffici del «Seattle Times» vennero bombardati di telefonate di gente che voleva aiutare Thad, mentre la polizia iniziò una febbrile e complicata ricerca. Vennero trovati due bambini di nome Thad, ma nessuno dei due aveva scritto la lettera. Thad poteva essere un soprannome. Oppure un altro Thad, quello vero, esisteva davvero da qualche parte, nei vasti boschi dello Stato di Washington. Vennero messi al lavoro degli esperti calligrafici. Due giorni fa, gli esperti sono giunti alla conclusione che la lettera potrebbe essere uno scherzo. Una di loro, Lynette Radusinovich, ha osservato: «La mancanza di coordinamento nella scrittura fa pensare a un bambino di meno di 10 anni. Però, nel testo, compaiono quattro diversi stili di scrittura per un certo numero di lettere, come la "y" e la "n". Ma un bambino di quell'età, normalmente, usa uno stile solo». Anche un altro esperto ha puntato il dito su quei passaggi dal maiuscolo al minuscolo, dal corsivo al tondo. Ma nessuno dei due si è assunto la responsabilità di affermare per certo che la lettera sia falsa. «Noi non abbiamo ragione di ritenerla uno scherzo e continuiamo le ricerche», dichiara Liz Zenonian, della polizia di Port Angeles. Nel frattempo, presso la banca Washington Credit Union di Port Angeles, è stato istituito un «fondo per Thad». I soldi andranno a Thad, se verrà trovato, oppure a altri bambini bisognosi. «Guardate fuori dalla finestra e aiutate la gente povera che vi capita sotto gli occhi», risponde con notevole buon senso Denise Heassler, altra poliziotta, a chi le chiede che si può fare per Thad. Così, in un modo o nell'altro, anche se la lettera fosse stato uno scherzo fatto per ridere, si rivelerebbe uno scherzo benefico. Paolo Passarini

Persone citate: Port Angeles

Luoghi citati: America, Babbo, Babbo Natale, Seattle, Stati Uniti, Washington