« Data le armi ai bosniaci »

« Data le armi ai bosniaci » « Data le armi ai bosniaci » L'Assemblea Onu chiede di togliere l'embargo BELGRADO. Aumentano le pressioni internazionali sul regime serbo. Una lettera contenente un severo ammonimento della Conferenza sulla Cooperazione e la Sicurezza in Europa (Csce) è stata consegnata ieri al Presidente della Serbia, Slobodan Milosevic. Il documento, voluto dalla recente conferenza ministeriale di Stoccolma, è stato recapitato dalla troika della Csce. Della delegazione recatasi alla presidenza serba faceva parte, per l'Italia, il sottosegretario agli Esteri Valdo Spini. Nella lettera si avverte tra l'altro che «se vi sarà un radicale cambiamento nella politica dell'attuale leadership serba verso i Paesi vicini, la Serbia verrà gradualmente riammessa nella comunità internazionale. Se invece il regime di Belgrado continuerà le sue attuali politiche, la comunità internazionale adotterà un'azione più incisiva per assicurare il rispetto delle rilevanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e delle decisioni della conferenza internazionale sulla ex Jugoslavia». La lettera è firmata dal ministro degli Esteri svedese, si- gnora Margaretha Afugglas, presidente di turno del Consiglio della Csce. L'incontro della troika (per l'occasione composta, oltre che dal ministro svedese e da Spini, anche dall'ambasciatore cecoslovacco presso la Csce, Jan Kubis) con Milosevic è durato poco meno di un'ora. In una conferenza-stampa i componenti la troika hanno detto che il Presidente serbo ha sostenuto che la comunità internazionale «è disinformata». Milosevic ha in particolare sottolineato che «la Serbia non è coinvolta nella guerra» in Bosnia-Erzegovina. Egli ha ricordato che comunque proprio giovedì i serbo-bosniaci hanno proclamato la fine del conflitto e che il loro leader, Radovan Karadzic, «è disposto a restituire parte del territorio conquistato». Ieri a New York l'Assemblea generale dell'Onu ha approvato una risoluzione che chiede al Consiglio di Sicurezza di revocare l'embargo militare applicato alla Bosnia-Erzegovina, di consolidare la «zona di interdizione» ai voli militari sulla stessa Repubblica, e di procedere alla istituzione di un tribunale per cri¬ mini di guerra. Il Consiglio viene invitato altresì a prendere in esame «tutti i mezzi necessari» per porre fine alla guerra in Bosnia. La risoluzione è stata approvata con 102 voti a favore, nessuno contrario e 57 astensioni. In pratica, il Consiglio Onu si è espresso in favore di un «riarmo difensivo» del regime musulmano bosmaco. Sempre ieri, il Consiglio di sicurezza ha approvato con voto unanime la decisione della Cee di inviare una commissione in Bosnia per accertare la fondatezza delle denunce di casi di stupro ai danni di donne e fanciulle musulmane catturate dai serbi. In una risoluzione che autorizza espressamente i caschi blu a scortare gli inviati della Cee, il Consiglio si dichiara «sconvolto dalle notizie di massicce, organizzate, sistematiche detenzioni e stupri contro donne» e intima la chiusura immediata dei campi di detenzione. Sono intanto proseguite ieri in Bosnia-Erzegovina le offensive dei serbi su alcuni settori del fronte. L'artiglieria ha martellato pesantemente le località della zona di Srebrenica, nell'enclave musulmana vicino al confine con la federazione serbomontenegrina. Dal territorio della federazione sono partiti cacciabombardieri e proiettili di artiglieria diretti contro le postazioni difensive musulmane. Oggi sette milioni di elettori serbi si recano alle urne per una scelta cruciale per la pace in Bosnia, la scelta cioè fra il candidato moderato alla presidenza e attuale primo ministro della minifederazione jugoslava Milan Panie, e il nazionalista ex comunista Slobodan Milosevic, Presidente in carica. Nessuno azzarda previsioni secche sull'esito della consultazione. Gli ultimi sondaggi prevedono una sostanziale parità tra i due candidati, con Milosevic in vantaggio per un solo punto percentuale. [e. es.] Il presidente serbo Slobodan Milosevic L'Onu ha condannato la sua politica di aggressione della Bosnia

Persone citate: Milosevic, Radovan Karadzic, Slobodan Milosevic, Valdo Spini