Tangentopoli, salta fuori la mafia

Tangentopoli, salta fuori la mafia Fiaccabrino, amico delle cosche e candidato psdi, da ieri indagato anche per «Mani pulite» Tangentopoli, salta fuori la mafia Incontro fra Di Pietro e ilprocuratore di Firenze FIRENZE. L'inchiesta sull'«autoparco della mafia», scoperto due mesi fa vicino all'aeroporto milanese di Linate, è stata al centro di un vertice tra il pm Antonio Di Pietro, il procuratore capo di Firenze Piero Luigi Vigna, il sostituto della direzione distrettuale antimafia fiorentina Giuseppe Nicolosi e il suo collega milanese Armando Spataro. I quattro magistrati sono rimasti a colloquio, al secondo piano del palazzo di giustizia di Firenze, per oltre tre ore consultando fascicoli e rapporti dell'inchiesta. I giudici si sono poi spostati a Pisa. Nel carcere Don Bosco hanno interrogato a lungo Angelo Fiaccabrino (imprenditore candidato alla Camera per il psdi alle ultime politiche), originario di Agrigento, arrestato il 26 novembre scorso a Milano perché ritenuto l'anello di congiunzione tra mafiosi, politici ed ambienti della massoneria. Da ieri è indagato anche per Tangentopoli: è accusato di reati connessi alla pubblica amministrazione. Al termine dell'interrogatorio il suo legale, Franco Sotgiu, ha detto: «Penso che Di Pietro cercasse specificamente qualcosa che riguarda le sue indagini di questi giorni». Fiaccabrino emerge come la figura chiave nell'inchiesta condotta dalla Dda fiorentina che ha messo in luce l'esistenza di una ramificata organizzazione mafiosa nel Centro-Nord d'Italia e collusioni con personaggi della politica. Nell'autoparco di via Salomone gli uomini della Guardia di Finanza trovarono un bunker in cui l'organizzazione criminale custodiva armi e droga. Durante le perquisizioni furono trovati anche documenti scottanti relativi a società finite nell'inchiesta «Mani pulite». Intercettazioni telefoniche e pedinamenti dimostrarono anche inquietanti contatti tra l'organizzazione mafiosa (un «consorzio» tra le famiglie Santapaola, Cursoti e Madonia) e qualcuno al ministero della Difesa. Un uomo di Salesi, il gestore dell'autoparco, fu fotografato mentre entrava nel ministero. E fu scoperto un numero telefonico di un apparecchio montato su un'auto di rappresentanza dell'Aeronautica militare, chiamato spesso da Salesi. Un aspetto delle indagini ancora avvolto nel mi¬ stero: l'Aeronautica ha sempre smentito di avere avuto in dotazione l'auto in questione, mentre la Sip ha sostenuto che si trattava di un'utenza disattivata nel settembre del '90. Invece telefonate dall'autoparco della mafia sono arrivate a quel numero fino all'ottobre scorso. I magistrati hanno anche affrontato il problema del commissariato Monforte di Milano. Cinque poliziotti, e fra questi il responsabile del servizio, hanno avuto l'abitazione perquisita e risultano indagati per «frequentazioni non ortodosse e censurabili». Alcuni di loro avevano collaborato con il sostituto procuratore Di Pietro nell'inchiesta «mani pulite». Francesco Mattami L'imprenditore socialdemocratico interrogato per ore nel carcere di Pisa dai pm Antonio Di Pietro a Firenze (nella foto a sinistra) A destra: il socialista Loris Zaffra

Luoghi citati: Agrigento, Firenze, Italia, Milano, Pisa