« Scaccerò i veleni » di Gio. Bia.

« Scaccerò i veleni » « Scaccerò i veleni » // nuovo pg: in Sicilia troverò alleati ROMA. Ha saputo di essere il nuovo procuratore di Palermo mentre era riunito in camera di consiglio, con la corte d'assise che presiede. Sulla segreteria telefonica si sono accumulati decine di messaggi in pochi minuti: complimenti, auguri e raccomandazioni. Adesso comincerà una vita davvero blindata, ancor più di quando, dieci anni fa, combatteva le Brigate rosse dall'ufficio istruzione di Torino. Ha paura Giancarlo Caselli? «No, paura no. Preoccupazione invece sì, penso che sia inevitabile, ma è qualcosa di diverso». Perché un giudice che ha avuto quasi tutto dalla sua carriera decide di lasciare la sua città per scendere nell'«inferno» di Palermo? «Io credo che ad una certa Sicilia e ad alcuni siciliani l'Italia intera debba moltissimo. La Sicilia è un problema di tutti, non solo dei siciliani. Di fronte allo strapotere mafioso certi siciliani ci hanno insegnato come bisogna reagire, e nei loro confronti tutti noi abbiamo un debito di riconoscenza. Chi sono? L'elenco sa¬ rebbe molto lungo, da Falcone a Livatino, da Borsellino a Costa, Chinnici e tanti altri. Non solo giudici, ma anche poliziotti, uomini politici, rappresentanti della società civile. Per questo ho ritenuto necessario e doveroso mettermi a disposizione per ricoprire, eventualmente, quell'incarico. Ora il Csm ha ritenuto di chiamarmi, tutto qui». Qualcuno però, anche dentro il Csm, ha sostenuto che lei non è adatto ad una poltrona così delicata perché piemontese, estraneo alla cultura siciliana e all'ambiente nel quale andrà a lavorare... «Lo so, e anch'io penso che questo sia un limite, non c'è dubbio, e per questo andrò a Palermo con un pesante carico di umiltà. Ma l'estraneità a quell'ambiente può trasformarsi in qualcosa di positivo se la si vede come estraneità a condizionamenti magari inconsapevoli che, al di là delle scelte e delle motivazioni di ciascuno, certamente possono pesare su un certo palazzo». Quel palazzo, dove ha sede la Procura di Palermo, è stato definito «il palazzo dei veleni» e lei, durante la sua esperienza al Csm, ha imparato a conoscerne bene divisioni profonde, polemiche infinite, trappole continue. Pensa che ci si possa liberare di quei veleni? «Sì, e questa è un'altra delle ragioni per le quali mi sono messo a disposizione. Sono convinto che nella Procura di Palermo ci siano forze vive e sane, non esclusivamente passive, che si possono muovere e possono fare molto. Credo che quella dei veleni è una situazione rimediabile». Dottor Caselli, come hanno reagito sua moglie e i suoi figli a questa scelta, certamente pericolosa? «Mi scusi, ma di questo non vorrei parlare». [gio. bia.]

Persone citate: Borsellino, Chinnici, Giancarlo Caselli, Livatino

Luoghi citati: Falcone, Italia, Palermo, Roma, Sicilia, Torino