«Correrò contro la droga»

«Correrò contro la droga» L'ex campione di motociclismo: «Mi offro per realizzare spot anti-tossicodipendenza» «Correrò contro la droga» Lucchinelli è libero: preparo nuove sfide BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Marco Lucchinelli ha ancora voglia di sognare. L'ex campione mondiale di motociclismo (vinse il titolo iridato nella classe 500 nel 1981 ) ha vinto la sua gara più difficile ed ora riacquistata la libertà - vuole fare dimenticare l'immagine di sconfitto, di uomo rovinato dalla droga e dalle cattive compagnie. A 38 anni è pronto a riorganizzare la propria vita. E già pensa al nuovo team Ducati, alle gare da fare, alle nuove sfide da vincere. Ma non dimentica chi è ancora vittima della cocaina. «Non ha senso farsi travolgere la vita per quella roba lì. Vorrei fare qualcosa per evitare che altri cadano in trappola. Se può servire sono disponibile a fare il testimonial per una campagna contro la droga. Direi a tutti: smettete di drogarvi, scegliete la vita». Alla vita lui è ritornato grazie al carcere. Un anno fa, fu arrestato per associazione per delinquere finalizzata al traffico, al trasporto e all'importazione di cocaina e per detenzione di cocaina. Accuse terribili, pesanti come un macigno. «Di notte in carcere non riuscivo a dormire», ricorda Lucchinelli. «Era la vergogna che me lo impediva. Fare sapere a tut¬ ti, alla tua famiglia, ai tuoi amici e ai tuoi tifosi che sniffi coca già è stato tremendo. Ma quel che non sopportavo erano i sospetti sul mio possibile coinvolgimento in un traffico di droga». L'indagine giudiziaria e il tribunale lo hanno assolto dalle accuse più gravi. E da lunedì, l'ex campione (che da sei mesi era agli arresti domiciliari) ha riacquistato completamente la libertà. Ogni mattina va alla Usi di Imola per un programma di disintossicazione, poi corre alla Ducati Meccanica, l'azienda dei fratelli Castiglioni che non gli ha mai tolto la fiducia lasciandogli l'incarico di team manager. Ed è con la Ducati che Marco Lucchinelli sta tentando di realizzare il suo sogno: organizzare gare endurance. Basta con le vittorie giocate in pochi minuti e sul filo del centesimo di secondo. Spiega l'ex iridato: «Voglio sperimentare qualcosa di nuovo, una gara di durata, di 8 o anche 24 ore. Era un progetto al quale pensavo anche per il '92. Ho perso un anno, ma lo recupererò. Sto già imbastendo il team e nei prossimi giorni lavorerò alla parte tecnica. Sperimenteremo dei prototipi, con delle piccole modifiche per favorire passaggi di pochi secondi per il cambio delle ruote, poi studieremo con attenzione l'assistenza durante la gara, fattore decisivo per il successo». Ha voglia di riscattarsi il grande Lucky: «Vorrei che i miei tifosi mi ricordassero per quanto ho saputo fare sulle piste e per quanto ancora potrò dare al motociclismo. Nei loro confronti sento molta responsabilità, per questo provo vergogna per quello che ho fatto. Lo so che il mio non è un caso isolato. I campioni dello sport, come i grandi dello spettacolo, sono una categoria a rischio». Sente comprensione per Diego Armando Maradona? «So che nella droga ci si può cadere senza neanche accorgersene. Come persona non mi è stato molto simpatico, ma si può capire la sua debolezza. Maradona era più esposto di altri, sempre sotto i riflettori, senza una sua vita privata, un attimo di pace». Lo sport oggi è sempre più anche violenza. Cosa pensa di quanto sta accadendo negli stadi? «Sono esterrefatto. Alle gare motociclistiche assistono anche centomila persone, ma le tifoserie non si scazzottano e tantomeno se la prendono con i diversi, i più deboli. Semmai si sbronzano e si fanno un po' di male». Le teste rasate non sono l'unico motivo di delusione per Marco Lucchinelli, tifoso di calcio. «La mia squadra è la Juventus e quello di domenica è stato un brutto pomeriggio». Neanche con Tomba va molto meglio: «Quando ero in carcere ho pianto di gioia assistendo alle sue vittorie. Erano gli unici momenti in cui stavo bene. Spero che la mia libertà possa portare un po' di fortuna anche a lui, perché ritorni alla sua forma migliore». Sulle nevi, Lucchinelli, che è un appassionato sciatore, tornerà in gennaio con la moglie e i figli Cristiano e Rebecca. «Sono stati per troppi mesi reclusi in casa - dice Lucchinelli -. Dobbiamo recuperare. La sera andrò a letto presto, ma non ho mai detto che mi farò frate». Marisa Ostolani Un anno fa venne accusato di trafficare cocaina «Vorrei tornare sulle piste per sconfiggere la vergogna» A sinistra Marco Lucchinelli il giorno del processo a suo carico, sopra Diego Armando Maradona

Luoghi citati: Bologna, Imola