Fermi domani 140 mila medici

Fermi domani 140 mila medici Le commissioni parlamentari chiedono modifiche alla riforma della sanità Fermi domani 140 mila medici Prolungate le degenze in ospedale ROMA. Sanità in subbuglio domani in tutta Italia per lo sciopero di oltre 140 mila medici dipendenti e convenzionati contro il decreto delegato sulla riforma dell'attuale sistema. Le sale operatorie resteranno bloccate con eccezione solo per le emergenze, sospesi tutti gli interventi programmati al di fuori dell'urgenza, rinviati accertamenti diagnostici, visite di controllo, ricoveri e dismissioni di malati: un «mix» che farà esplodere la situazione già congestionata degli ospedali pubblici e che provocherà un sensibile allungamento delle degenze. Non pochi infermi, che contavano di tornare a casa per Natale, dovranno probabilmente rassegnarsi a mangiare una fetta di panettone in corsia. Così pure un altro colpo alle prossime festività sarà dato dai veterinari che, partecipando in massa allo sciopero, paralizzeranno i macelli, i mercati de) pesce, della carne e delle uova, i controlli necessari sul bestiame e numerosi generi alimentari. In questo caos il governo correrà seri rischi (forse anche maggiori rispetto a quelli connessi alla non esaltante tornata elettorale) se non terrà conto delle modifiche (alcune consistenti) che le commissioni parlamentari competenti si apprestano a chiedere nel parere che dovranno presentare entro il termine improrogabile del 17 dicembre. La maggior parte delle forze politiche - de, psi, psdi, pds, rifondazione comunista, Lega nord - è pronta ad alzare il tiro nel caso che non venga allargato l'arco delle disponibilità, peraltro già manifestate - come conferma una nota dell'Isis, l'Istituto internazionale di informazione sanitaria - dal ministro della Sanità De Lorenzo. Occhetto rinnova la minaccia di un referendum abrogativo e il de Condorelli, vice presidente della commissione Sanità di Montecitorio, non esita a richiamare l'attenzione sulle «conseguenze di politica generale» che potrebbe avere un'eventuale scarso riscontro del parere delle commissioni. Alle critiche dei partiti si aggiungono quelle delle maggiori confederazioni dei lavoratori, volte non a distruggere ma a conciliare il testo con l'esigenza di non svilire il sistema sanitario pubblico a favore del privato. E a queste si accompagna l'attacco durissimo sferrato dalla miriade dei sindacati dei medici, peraltro notevolmente divisi tra loro, mentre le associazioni dei primari, dei dentisti e degli oculisti si sono nettamente dissociate con giudizi sostanzialmente positivi. Cgil, Cisl, Uil sono contrarie, in particolare, all'introduzione dell'assistenza indiretta, mentre sono favorevoli alla formula mutualistica proposta nel decreto, non «erogatrice» di servizi come nel passato, ma «intermediatrice» finanziaria di prestazioni e quindi punto di incontro importante tra domanda e offerta. Ben disposta sulla questione delle mutue anche la Confcommercio, che in una nota si dice «sconcertata» dalle manovre in atto per affossare il progetto predisposto da De Lorenzo. Nell'area medica, invece, ciascuna associazione marcia per la sua strada, sostenendo richieste talvolta in contrasto con quelle di altre organizzazioni di categoria. Bollerò dell'Anaao ribadisce il suo «no» secco all'impianto generale del decreto e ai singoli contenuti. Sizia della Cimo osserva che è un progetto che «distrugge molto più di quanto non prometta di costruire». Per Mola del Cumi-Anfup è una «vera controriforma che mina i principi di uguaglianza e di solidarietà». Boni, presidente della Federazione dei medici di famiglia, accusa il governo di voler modificare il settore senza contrattazione. Ciampelletti del Sumai (medici specialisti) segnala una serie di contraddizioni e di ambiguità. Novarini, segretario generale del sindacato dei dirigenti del servizio sanitario, rivendica un ruolo a sé per la categoria. Né si può trascurare la posizione polemica assunta dalle Regioni. Nel mirino degli assessori alla Sanità c'è «l'esasperato centralismo burocratico»: non vogliono soltanto oneri finanziari, ma strumenti di gestione adeguati. Gian Carlo Fossi Scioperano anche i veterinari paralizzando i macelli e i mercati alimentari nell'imminenza delle festività Gravissimi disagi domani nelle corsie degli ospedali. A fianco il de Mario Condorelli vicepresidente della commissione Sanità e a sinistra il ministro De Lorenzo

Persone citate: Condorelli, De Lorenzo, Gian Carlo Fossi, Mario Condorelli, Mola, Novarini, Occhetto, Sizia

Luoghi citati: Italia